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Le grandi trattative del Napoli - 2018, Ancelotti la pazza idea nata 10 mesi prima a Monaco

Le grandi trattative del Napoli - 2018, Ancelotti la pazza idea nata 10 mesi prima a MonacoTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
venerdì 3 aprile 2020, 19:40Serie A
di Pierpaolo Matrone

E chi l'avrebbe detto mai? Non è per niente scontato che l'allenatore più titolato al mondo scelga di imbattesi in una sfida ancor più grande di quelle che fin qui ha combattuto e vinto. Non per nulla una conseguenza naturale perché nel mondo del calcio, si sa, tra le varie categorie di allenatori si annovera un unico macrogruppo diviso in due: gestori di campioni e tecnici da progetto a lunga gittata. Carlo Ancelotti apparteneva alla prima fazione e quella, sebbene andasse a cozzare con il tipo di realtà che si sarebbe ritrovato a Napoli, è stata proprio la dote che più di altre ha fatto innamorare Aurelio De Laurentiis di quel sogno a tal punto da renderlo vero.

La scintilla. Per essere un gestore di campioni, uomo da spogliatoio, con una visione per certi versi innovativa (e per altri conservativa) del modo di allenare, devi avere grande umanità. Ed è stata quella la scintilla che ha messo in moto il processo di persuasione ai danni del presidente del Napoli. Una data e un luogo specifico: Monaco di Baviera, 1° agosto 2017. Il Napoli partecipava per la prima volta all'Audi Cup. Quello sarebbe stato l'anno dei 91 punti, dello scudetto sfiorato, della beffa che ha inciso poi anche nell'addio di Sarri, ma a quel tempo c'era un vero e proprio idillio tra le parti. Eppure, ad una cena a margine della kermesse estiva a cui partecipava anche il Bayern Monaco di Carletto, De Laurentiis ebbe modo di apprezzare l'Ancelotti uomo. Tra i due nacque un bel rapporto, sebbene quella chiacchierata durante il banchetto fosse stata del tutto innocente. Un'empatia che dieci mesi dopo, dopo uno scambio tra le parti andato avanti perché la stima era benevolmente contraccambiata, si trasformò in realtà.

Affare-lampo. Durante quella stagione, Ancelotti fu esonerato dal Bayern Monaco e con l'avvento del nuovo anno cominciarono a farsi sempre più attraenti le sirene provenienti dalla Premier League. Fino al mese di marzo, l'allenatore di Reggiolo - considerato un lusso sul mercato e accostato a destra e manca - sembrava esser destinato all'Arsenal. Qualche mese dopo, spenti quei segnali britannici, s'era fatta avanti la Nazionale, chiamata a rilanciare tutto dopo il disastro dell'accoppiata Tavecchio-Ventura, tramite il suo ex allievo Alessandro Costacurta. Ma Don Carlo aveva voglia di qualcosa di diverso. E nel frattempo a Napoli, alla fine di quella maledetta stagione, s'era rotto il rapporto con Sarri. Precisamente a fine campionato, dopo Napoli-Crotone, De Laurentiis dovette prendere atto dell'indecisione di Sarri. Quella risposta, per lui, fu come un 'No'. "Mi prendo Ancelotti", perché sapeva che con quell'allenatore che aveva vinto tutto c'era feeling. Il lunedì successivo i primi contatti, martedì pomeriggio il primo incontro a Milano tra Ancelotti e il direttore sportivo Giuntoli e qualche ora più tardi, a Roma, il summit decisivo tra il tecnico e De Laurentiis. Meno di 72 ore per imbastire la trattativa, trovare un accordo (a 6,5 milioni) e formalizzare l'operazione. Il Re a Napoli, il campione di tutto nella squadra che aveva voglia di vincere. E che a fine maggio divenne l'allenatore azzurro.

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