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Le grandi trattative della Fiorentina - 1980, riaprono le frontiere ed ecco il Puntero Bertoni

Le grandi trattative della Fiorentina - 1980, riaprono le frontiere ed ecco il Puntero BertoniTUTTO mercato WEB
mercoledì 22 aprile 2020, 15:10Serie A
di Dimitri Conti

L'estate del 1980 è particolarmente significativa nella storia del calcio italiano, dato che coincide con la riapertura delle frontiere del massimo campionato italiano a quasi quindici anni di distanza dal momento in cui furono chiuse. Era il '66 e la federazione, dopo la disastrosa eliminazione dell'Italia ai Mondiali contro la Corea del Nord - a suo modo pagina indimenticabile per la nostra nazionale - prese la drastica decisione di rinunciare agli stranieri, riuscendo così nelle intenzioni a dare più spazio ai talenti azzurri, in modo da evitare altri momenti d'onta come quello. La serrata durò all'incirca quindici anni, e il divieto cadde nel 1980. In quella estate arrivò la prima infarinata di stranieri, uno per ogni squadra.

E tra i vari Falcao alla Roma, Krol al Napoli e Brady alla Juventus, giusto per citarne alcuni, anche la Fiorentina si rinforza, assicurandosi il nome di un attaccante, forse oggi sarebbe considerato più trequartista ma tant'è, divenuto due anni prima campione del Mondo con l'Argentina, un Puntero - per chiamarlo col suo soprannome - agile e dotato: Daniel Bertoni. Il talentuoso argentino era già sbarcato da un paio di annate nel Vecchio Continente, vestendo la maglia degli spagnoli del Siviglia, divenendo l'acquisto più costoso mai realizzato dagli andalusi per quell'epoca. Dopo un inizio così così, esplose la sua vena del gol nella seconda stagione sivigliana, e la Fiorentina pensò subito a lui al momento della riapertura delle frontiere.

Il ds Tito Corsi infatti riuscì a chiudere senza neanche troppi affanni la trattativa con il Siviglia, versando poco meno di 3 miliardi di lire nelle casse della società spagnola e rendendo così quello di Bertoni il primo grande acquisto della nuova proprietà guidata dalla famiglia Pontello. L'esperienza di quattro anni del Puntero in riva all'Arno, nonostante non abbia vissuto di numeri offensivi strabilianti, rimarrà nella memoria dei tifosi viola, anche grazie all'immediato impatto con il tessuto sociale e cittadino dell'argentino, tant'è vero che ancora oggi spesso si concede una visita, ma anche ai colpi di classe cui abituò il popolo viola, come la riproposizione dell'effetto foglia morta che, su punizione, gli varrà il primo gol in A. La sua carriera italiana proseguirà poi tra Napoli e Udinese, ma l'essere stato il primo straniero dalla riapertura delle frontiere, rende Bertoni un pezzo unico ed inimitabile nella storia della Fiorentina.

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