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Nainggolan colpo mancato. Di Francesco: "Non sono arrabbiato, colpa di situazioni particolari"

Nainggolan colpo mancato. Di Francesco: "Non sono arrabbiato, colpa di situazioni particolari"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
giovedì 15 ottobre 2020, 19:20Serie A
di Michele Pavese

Eusebio Di Francesco, tecnico del Cagliari, è intervenuto ai microfoni di Radiolina per fare il punto sullo stato di forma della squadra isolana in vista della ripresa del campionato. Prima però uno sguardo al mercato, in particolare a quelle operazioni che la società non è riuscita a definire: "Non sono arrabbiato, sono concentrato sulla rosa a disposizione per cercare di fare bene. È mancato qualche colpo, tipo Nainggolan, ma è stata "colpa" di situazioni particolari. Non guardiamo indietro ma avanti, con fiducia. La rosa è extralarge, ho tanti giocatori a disposizione e dobbiamo essere bravi a gestire quelle situazioni che possono portare vantaggi e stare attenti a non scontentare qualcuno".

Come ha lavorato in questi giorni?
"È stata una sosta importante, che mi ha permesso di avvicinare giocatori - come Bradaric e Ceppitelli - che hanno cominciato a lavorare con la squadra e assimilare concetti. Ho detto loro che ognuno deve provare a mettermi in difficoltà alzando il livello degli allenamenti. È fondamentale dare stessa importanza a tutti: non possiamo parlare di "titolari" o "riserve", sappiamo che ci sono 14-15 elementi più importanti ma tutti devono sentirsi parte del progetto".

È tornato ad allenare in piena pandemia. Cosa è cambiato?
"Il calcio è sicuramente cambiato. Sono andato via dalla Samp per tanti motivi e sono piombato in un mondo diverso, con tante criticità. L'allenatore deve instaurare rapporti e dare regole alla squadra, non è facile. I tempi si sono dilatati, rendendo meno facile il lavoro nostro e dei giocatori. Condizionamento? Si pensa al virus prima e dopo ogni gare. Dobbiamo prendere quello che arriva, cerchiamo di stare attenti come le persone normali".

Come sono stati i primi due mesi a Cagliari?
"La mia vita è legata al calcio e al lavoro. Se lavori bene, vivi bene; la città è splendida, io amo il mare e la brezza marina. Io sono di Pescara ed è come se fossi a casa. Mia moglie mi ha già proposto di comprare casa in queste zone".

Joao Pedro è meglio come esterno o in una posizione più centrale?
"Dietro l'attaccante si trova meglio. Stiamo lavorando sul 4-3-3 e sul 4-2-3-1, sono i due sistemi di gioco che cercherò di utilizzare e alternare. Joao può essere decisivo sia con i gol che con gli assist"

La parola d'ordine è equilibrio?
"Sì, è una parola che sto usando tanto. Poi, quando acquisiremo consapevolezza e raccoglieremo punti, potrò anche mettere in campo una squadra più offensiva. L'importante è il sacrificio in fase difensiva, i giocatori lo devono capire. È fondamentale capire le caratteristiche dei giocatori. Pavoletti si sta allenando con intensità anche se ovviamente subisce la fatica e deve trovare la condizione giusta. Forse non è ancora pronto per giocare dal primo minuto, ma potrei provarlo. Ounas ha caratteristiche uniche nella rosa: è bravo nell'uno contro uno, manda in porta i compagni e aumenta la qualità tecnica che era carente. Ha doti importanti, ma deve ritrovare la condizione ottimale: a Napoli correva solo, non ha mai giocato".

C'è curiosità intorno a Zito Luvumbo. Che giocatore è?
"È un 2002, ha 18 anni e si è ritrovato catapultato in una realtà differente, con una cultura calcistica diversa. Non parla inglese né italiano, solo il portoghese e va aiutato in questo senso. Finora non l'ho convocato per questioni di transfer, stiamo valutando di farlo per la prossima partita. Ha qualità e colpi, ma è abituato a giocare più da solo che con gli altri".

Come sta suo figlio?
"Ha avuto una brutta annata, poi è arrivata anche la ricaduta al collaterale. Sta rientrando, forse sarà disponibile la prossima settimana".

La sua ultima con il pubblico a Cagliari, con la Roma, finì con un rocambolesco 2-2.
"Ricordo bene, c'era il far west attorno a me: eravamo avanti 2-1 e con due uomini in più. Al 93' c'è stato un rinvio di Olsen e non mi sono reso conto di quello che è successo. Ho solo sorriso e ho visto l'addetto stampa correre come un pazzo in campo a un metro da me. Mi auguro che la scena si ripeta e che corra ad abbracciarmi, stavolta per una vittoria al 93'".

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