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TMW - Calcagno (AIC): "Grazia Lukaku? Giusto segnale". Poi l'allarme: "In Serie A troppi stranieri"

TMW - Calcagno (AIC): "Grazia Lukaku? Giusto segnale". Poi l'allarme: "In Serie A troppi stranieri"
lunedì 24 aprile 2023, 17:00Serie A
di Ivan Cardia

Raggiunto a margine dell'assemblea dell'AIC, Umberto Calcagno, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori, è tornato a commentare il tema della lotta al razzismo sui campi da calcio: "Rischiamo di dire sempre le stesse cose, io sono convinto che il nostro mondo da solo non possa contrastare una cosa di questo tipo. I segnali stanno arrivando, le società allontanano chi si rende protagonista di questi episodi. Da parte dei calciatori, credo ci sia la consapevolezza che tutti quanti insieme debbano trasferire meglio lo spirito dello spogliatoio e del campo anche all'esterno".

Gravina ha deciso di graziare Lukaku. Ha fatto bene?
"Beh, io sono anche vicepresidente federale… È stata una cosa condivisa e credo sia anche un segnale dato all'esterno".

Come se ne esce fuori?
"Bisogna fare un lavoro a lunga scadenza, non si possono risolvere all'improvviso problemi che abbiano nella vita di tutti i giorni e che le nuove generazioni hanno nella loro socialità. Credo che si debba dare un messaggio un po' più positivo del nostro mondo, a volte lo dipingiamo peggio di quello che è".

Che messaggio manda l'exploit italiano nelle coppe europee?
"È una cosa molto positiva, ci dobbiamo augurare che non sia una casualità ma che le nostre squadre possano competere come in passato anche in un futuro non tanto lontano. Oggi ne abbiamo parlato, l'ultima volta che il nostro calcio era in questa situazione aveva ben altri fatturati. E soprattutto la Serie A aveva un rapporto fra selezionabili e stranieri tutto all'inverso rispetto a oggi: Lippi per esempio poteva contare sul 70 per cento di calciatori italiani in Serie A, oggi abbiamo il 65 per cento di stranieri. Non è una battaglia allo straniero, non ci appartiene culturalmente, ma ci siamo confrontati sulla necessità di rivedere tutta la filiera federale. La vera riforma che si aspetta il nostro sistema è tecnico-sportiva, non nei format o nella riduzione delle squadre".

A proposito di riforma, sembra che quella sulle seconde squadre sia rinviata all'anno prossimo.
"Mi auguro di no, intanto perché il sistema dei ripescaggi inserisce al primo posto le seconde squadre, dovessero essercene quattro se ne potrebbero inserire due. Il messaggio passato è invece positivo: mi auguro che altre squadre, insieme alla Juventus, si avvicinino a qualcosa che abbiamo visto cosa possa dare a livello tecnico-sportivo. Avremo sempre ragazzi che avranno bisogno di un passaggio nelle categorie inferiori, altri nelle seconde squadre, altri pronti per il salto immediato. Non dobbiamo toglierci nessuna delle frecce al nostro arco".

Cosa pensa del caso Juventus?
"Io credo che la situazione non vada commentata, non sono solito prendere posizioni farlo quando c'è di mezzo la giustizia sportiva. Sono sicuro che la professionalità delle persone coinvolte sia la miglior garanzia".

Ma se i club italiani non collaborano in questa riforma, quale può essere la via?

"Io credo che le seconde squadre, la riorganizzazione delle mission di Serie B e C, i formati nelle liste di Serie A e Primavera, dove abbiamo un minutaggio degli stranieri superiore al 30 per cento, dica che dobbiamo intervenire dove possiamo. Non è una battaglia allo straniero, ripeto, ma capire cosa ci compete. Dobbiamo allargare la base del nostro movimento, promuovere lo sport, siamo una componente federale che deve stimolare. La vera riforma non sono le squadre professionistiche che ci saranno, ma le norme: averne certe, più severe di oggi per l'iscrizione al campionato, avere un progetto tecnico-sportivo che rilanci il nostro mondo".

Come riformare i campionati?
"Non dobbiamo partire dalla riduzione, perché anche riducendo le squadre senza irrigidire le norme non risolverebbe i problemi che abbiamo".

In Premier League promuovono sostituzioni extra per chi viene colpito alla testa. Che ne pensa?
"È una cosa su cui stiamo lavorando in FIFPro, Davide Biondini (vicepresidente vicario dell'AIC, ndr) è appena tornato da Tel Aviv ed è stato uno degli argomenti trattati, so che ci sono delle novità allo studio ma non ho ancora avuto un resoconto perché sono tornati soltanto ieri".

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