Sorrentino scherza sul Palermo: "Eravamo abituati a cambiare un allenatore a settimana"

L'ex portiere Stefano Sorrentino ha parlato dalla Palermo Football Conference nella location di La Braciera In Villa: "Tornare a Palermo è un'emozione grande. Anche se ho fatto solo 3 anni e mezzo contro i 9 del Chievo, quello che mi ha dato questa piazza non l'ho ricevuto altrove. Dico sempre che sono stato fortunato: neanche ero arrivato, neanche avevo fatto ancora una parata, ed ero diventato già un idolo. Ho diversi amici, Palermo mi carica e mi dà energie".

Cosa c'è nel suo futuro?
"Devo ancora capirlo (ride, ndr). Il progetto Academy però sta prendendo piede e mi piace, mi stare a contatto coi giovani anche se la nuova generazione un po' mi spaventa, non la vedo abituata al lavoro e al sacrificio come eravamo noi. Quest'estate farò diversi camp, uno probabilmente anche qui a Palermo a luglio. Quando giochi per così tanti anni arrivi a un punto che hai quasi il rigetto del campo da calcio: poi, tra Covid e poca abitudine a stare a casa, ha finito per mancarmi. La tv mi piace e quando mi chiamavano vado, poi vedremo il futuro. Dico sempre che il calcio è una bella malattia, qualcosa che ho dentro. In questo mondo mi ci vedo, ma comunque mi diverto coi miei portierini".

Con Corini è legatissimo, sta vivendo un periodo complicato al Palermo.
"Ho sempre odiato gli ex calciatori che parlavano e dicevano di non sapere e non vivere cosa succedesse nella società... Io poi abito a 1200 chilometri di distanza. Insomma, non vivendo il quotidiano non so quali siano i reali problemi della squadra: qualcosa c'è, però secondo me ci sono state anche critiche troppo eccessive. D'altronde a Palermo eravamo abituati a cambiare un allenatore alla settimana... La società però sta dimostrando che è il progetto a dover andare avanti, le proprietà straniere sono diverse da quelle italiane".