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TuttoLegaPro.com ... in rosa: Arianna Secondini (conduttrice Rai Lega Pro)
domenica 20 aprile 2014, 08:00Altre news
di Redazione TLP
per Tuttoc.com

TuttoLegaPro.com ... in rosa: Arianna Secondini (conduttrice Rai Lega Pro)

Da un'idea di Sebastian Donzella e Valeria Debbia

Un ritorno (televisivo) alle origini. Per Arianna Secondini condurre Rai Lega Pro è un dejavù. La giornalista della TV di Stato, infatti, ha mosso i suoi primi passi nel giornalismo proprio dalla terza serie, come lei stessa ammette a TuttoLegaPro.com: "Quando mi fanno notare che conduco una trasmissione sulla Lega Pro, io rispondo sempre che per me è come fosse la Champions League. Per me è un campionato bellissimo e faccio questa trasmissione con tantissima passione: il mio affetto per questa categoria è grande, dal momento che mi riporta alle origini.
"L'idea di affidarmi la conduzione della rubrica sulla Lega Pro è venuta al mio caporedattore, Enrico Testa. Io ne sono stata contentissima perché io sono di Chieti e ho iniziato a fare questo lavoro seguendo l'allora Serie C. E' stato veramente un ritornare a seguire campionati che conosco benissimo. Le mie prime esperienze risalgono al 1991, un periodo in cui l'Abruzzo era pieno di club professionistici che io seguivo per una TV privata: Castel di Sangro, Giulianova, Teramo, Vastese e Pescara, che era la squadra per eccellenza. Al martedì si usciva per fare il giro delle interviste: ora anche il nostro lavoro è cambiato notevolmente.
Per il mio salto di qualità, però, devo ringraziare il Castel di Sangro, una piccola formazione che miracolo dopo miracolo arrivò in Serie B, proprio mentre Telemontecarlo cercava giornalisti per seguire la serie cadetta: inviai la cassetta con i miei lavori e fortunatamente mi presero. Devo dire che tanti altri giornalisti riuscirono a fare fortuna proprio grazie al team di Osvaldo Jaconi, mister al quale sono molto legata e che sento spesso. Quest'anno l'abbiamo intervistato, nonostante sia in Serie D con la Civitanovese, perché detiene il record di promozioni".

A proposito di Telemontecarlo, possiamo dire banalmente che la prima esperienza (a certi livelli) non si scorda mai?

"E' stato bellissimo lavorare lì. Per me è stato il salto di qualità: il passaggio dalla Tv privata alla Tv nazionale. Ho lavorato per Pianeta B e Goleada, imparando tantissimo. Ho incontrato strada facendo atleti, anche di Serie A, molto carini, che ti promettevano un'intervista e poi mantenevano la promessa. Magari dicevano che quel dato giorno non potevano concedertela "ma se torni tra una settimana la farò". E io tornavo dopo una settimana - ero un incubo per loro (ride, ndr) - e loro con un po'  di sorpresa mia mantenevano la parola data".

E' il calcio che ha scelto te o tu che hai scelto di intraprendere quest'avventura nel calcio?

"Da bambina - intorno ai 12 anni - avevo un diario, di cui mi ero completamente dimenticata e che ho ritrovato da poco. Solitamente le bambine tra le pagine personali scrivono dei fidanzatini o delle amichette, mentre io raccontavo le partite dell'Italia, con tutti i marcatori e le azioni: la mia è una vera passione e forse allora scrivevo anche meglio di adesso (ride, ndr). Lo conservo e ogni volta me lo rileggo ridendo. Insomma mi piaceva tanto fin da piccola guardare le partite di calcio, mi divertivo e amavo guardare la Nazionale, ma ho anche praticato tanto sport. Poi quando ho deciso di fare questo lavoro, volevo seguire il calcio e così ho fatto".

Come riesci a conciliare un lavoro così impegnativo con la tua vita privata?

"Che domanda difficile! La vita privata si cerca di mandarla avanti: io sono fidanzata con un giornalista, inviato come me, quindi è un po' complicato. Spesso succede che torno io dalle trasferte e lui è in partenza. Ad esempio sono appena tornata dal Giappone: mi occupo di pattinaggio artistico e lì si sono appena svolti i campionati del mondo. Il giorno prima di partire per il Sol Levante ero appena tornata dalle Paralimpiadi di Sochi. 
Non ho figli, quindi è più semplice viaggiare così tanto. Ma ho un cane fantastico che adoro ma che sta sempre da mia madre (ride, ndr): il fatto che abiti con lei la dice lunga. E' tutto un po' complicato".

Tornando alla Lega Pro e alle sue 250 donne, cosa ne pensi?

"Credo che la Lega abbia dato un ottimo esempio. L'aver affidato uno dei ruoli più delicati, l'ufficio stampa, a due donne, è stata una mossa vincente. Sia perché Gaia Simonetti e Nadia Giannetti sono bravissime, sia perché tutte le squadre di Lega Pro sono state spronate in questo senso. Se ci sono donne valide, per me non deve esserci differenza di genere: il tutto deve essere legato alle competenze. Anzi, le donne hanno una marcia in più, perché a parità di competenze  ci mettono un po' di anima e di cuore in più rispetto agli uomini. E lo fanno perché, a causa delle discriminazioni in un mondo così prettamente maschile come quello del calcio, devono dimostrare di essere quattro volte più brave rispetto a un collega maschio. Ad un uomo non viene mai chiesto se è a conoscenza di tutte le regole del calcio: lo si dà per scontato. Ad una donna invece la si mette sempre sotto esame.
Se la donna si dimostra umile, consapevole che c'è sempre da imparare, determinata e sta al suo posto, dimostrando di voler lavorare in un certo modo, ottiene tantissimo rispetto. A me è successo nel calcio e anche nel rugby: io ho lavorato in mondi molto maschili, ma una volta che dai la percezione che tu sei lì per fare al meglio il tuo lavoro e valorizzare lo sport che stai seguendo, assicuro che ti conquisti il massimo rispetto. A me è successo e ne sono contenta".

Può essere che questa diffidenza sia colpa di quell'immagine, trasmessa e ritrasmessa in televisione, della valletta che sta al gioco fingendo di essere quella che non capisce nulla di calcio?

"Sì, però questo è un ruolo ben delineato rispetto a quello della giornalista. E quindi bisogna venga fatta una distinzione netta tra la giornalista, l'addetto stampa, la segretaria, la vicepresidente e chi ha un ruolo d'immagine che piace ancora. Sono mestieri diversi, non possono essere considerati simili. 

Secondo te c'è un ruolo preciso che la donna può ricoprire o tutti sono alla sua portata?

"Questa è una bella domanda. In realtà dipende tutto dalla preparazione: è ovvio che ora ne vedo poche di direttori sportivi, ma devo dire che all'inizio della mia carriera - quando seguivo il calciomercato da Milano - c'era un solo procuratore donna e mi sembra che ora ce ne sono diverse. Bisogna solo iniziare, poi quando la strada è aperta la sappiamo seguire al meglio. Io spero che un domani le stesse calciatrici - già grandi conoscitrici del mondo del calcio - possano arrivare ad avere ruoli importanti, come quello di direttore generale o sportivo. E' una cosa che mi auguro".

A proposito di calciatrici, come Rai vi state impegnando a trasmettere il campionato femminile...

"Sarebbe bello se le atlete di Serie A diventassero professioniste. Se il campionato è valido, desta interesse e ha margini di crescita perché non dare una chance in più? Questo vale anche per le partite trasmesse in televisione. Se si tratta di atlete valide che divertono il pubblico bisogna aiutarle a esprimersi a certi livelli, indipendentemente dal loro sesso".

Lo slogan della vostra trasmissione è "La casa della Lega Pro". Cosa significa?

"Che con la Lega ormai siamo una famiglia. Ad esempio con la vulcanica Gaia Simonetti siamo diventate amiche, a volte capita che ci scambiamo messaggi alle sei del mattino e e-mail anche a mezzanotte. Sento spesso anche il Dg Ghirelli. Mi trovo bene con tutti loro: ho la sensazione di lavorare in una bella famiglia. Quando io dico in trasmissione: "Questa è la casa della Lega Pro" è perché lo penso veramente. E' un tormentone (ride, ndr), ma sono convinta di quello che dico perché la Rai segue questi campionati da tantissimo tempo: quando ho iniziato a fare questo lavoro, seguendo la Serie C, guardavo sempre "C Siamo", una trasmissione con la quale tutti siamo cresciuti e che dimostra da quanti anni la Rai si occupa di questa categoria. Quando sono arrivata a RaiSportSatellite avevamo una trasmissione che si chiamava "Satellite C", la conduceva Armando Palanza e io mi occupavo dei servizi.
Per questo io credo veramente che la Rai sia la casa della Lega Pro. E' la prima volta che Rai la affida ad una donna e l'atmosfera che voglio dare è quella di essere a casa. Anche con i nostri ospiti cerchiamo di far percepire sempre un clima tranquillo, infatti non si discute mai e anche nei momenti più difficili - penso all'Associazione Calciatori o a Ghirelli ospite in studio - cerco sempre la pacatezza. Voglio che sembri di essere a casa a chiacchierare di qualcosa che ci interessa.
Del resto anche se andiamo a vedere tutte le iniziative sociali che vengono fatte dalle società della Lega Pro notiamo gli impegni con le famiglie, con le scuole, con le associazioni benefiche si nota questa bella atmosfera e il messaggio positivo che dovrebbe passare".

Ci sarà qualche novità in vista della prossima stagione?

"Sinceramente per ora pensiamo solo a concludere quest'annata. Non ci sono ancora progetti per l'anno nuovo: se ne parlerà solo al termine di questa stagione. Intanto siamo contenti di quanto fatto finora, della collocazione oraria dopo il Tg Sport che ci ha permesso di dare più spazio alla 2^ Divisione, anche se ora siamo tornati alla durata di un'ora e dobbiamo scegliere le partite clou vista la fase importante del campionato. Abbiamo sempre cercato di raccontare una storia ogni settimana con Luca Cardinalini, ma anche di essere sull'attualità, visto che arrivando al lunedì oramai le immagini sono già state viste. Cerchiamo quindi di arricchire con interviste e collegamenti telefonici, di modo da dare la precedenza appunto all'attualità. Per questo voglio fare un ringraziamento a tutti le sedi regionali che lavorano con noi: sono il grande valore aggiunto della Rai. Le interviste ci permettono di arricchire quanto già visto. E poi quando faccio la scaletta cerco sempre di associare i servizi delle squadre che andranno ad incontrarsi la settimana successiva. Di modo da parlare non solo di quanto è stato, ma di quanto accadrà.
Cerchiamo, quindi, di approfondire volta per volta vari temi. Un paio di settimane fa, ad esempio, abbiamo mandato in onda una puntata speciale con le donne della Lega Pro. A livello di ascolti è andata benissimo e spero di poter avere ancora ospiti femminili: credo incuriosisca molto gli spettatori che spesso non sanno quante donne lavorano all'interno delle società calcistiche e che tipo di donne siano: ad esempio Arianna (Amodeo, addetta stampa del Foggia, ndr) è un mito e non riuscivo a tenerla a bada. Sarebbe bastata una manciata di minuti in più e l'avrei messa a condurre. Un personaggio così  mi fa pensare all'apporto che riesce a dare all'interno della sua società".

Riguardo l'attualità diciamo che i team di Lega Pro ti hanno dato una mano, viste le numerose panchine saltate di lunedì...

"Sono diventata veramente matta a star dietro a tutti i cambi. Ricordo una puntata in cui ridevo da sola prima di andare in onda al pensiero di tutti gli avvicendamenti che c'erano stati. Pensavo che me ne sarei dimenticata qualcuno e che non ce l'avrei fatta. In merito comunque a tutti questi esoneri sono dell'idea che bisognerebbe informare più in fretta i colleghi: non basta inserire il comunicato nel sito internet, i social network sono importanti. Bisogna far arrivare subito la notizia, ricordo i bei tempi in cui si telefonava o si mandava un fax..."

Un pensiero finale sul campionato che sta giungendo, vorticosamente e con qualche polemica, al termine. 

"Secondo me è bellissimo perché in 1^ Divisione le squadre hanno sempre giocato a viso aperto: non essendoci retrocessioni, psicologicamente non c'è mai stato il pensiero della sconfitta in trasferta. Ora come ora ci sono squadre che in teoria non avrebbero più nulla da chiedere al campionato, ma stanno giocando in tranquillità mettendo in difficoltà le grandi. Così è successo anche in 2^ Divisione: a causa delle numerose retrocessioni è ancora vivo a pochi minuti dal termine. Ci sono ancora chance per diverse squadre per entrare nella griglia dei play-out (o play-off, che dir si voglia). In tutte e due le categorie si sono messi in mostra molti giovani, ma c'è stato il giusto mix visto che anche l'esperienza è importante. Prendiamo come esempio Miccoli a Lecce.
Sono contenta perché sto già pensando al prossimo campionato, molto affascinante: sarà una sorta di B2. Ci saranno però maggiori difficoltà per ottenere la promozione, visto che ci saranno tre gironi, ma non ci deluderà".

© foto di TLP
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