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Atalanta-Juventus 0-1, le pagelle: la firma di Vlahovic e di Allegri, CDK in versione MilanTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
giovedì 16 maggio 2024, 06:15Serie A
di Dimitri Conti

Atalanta-Juventus 0-1, le pagelle: la firma di Vlahovic e di Allegri, CDK in versione Milan

Risultato finale: Atalanta-Juventus 0-1

ATALANTA

Carnesecchi 6 - Vlahovic lo trafigge subito, arrivandogli però a tu per tu. Non sono richieste altre parate di rilievo nella sua serata, aiutato anche dal VAR.

Djimsiti 5,5 - Poco reattivo nello scattare avanti per mandare in fuorigioco Vlahovic, il centravanti bianconero nel secondo tempo lo costringe anche a un giallo netto.

Hien 5 - Si perde la fuga a rete di Vlahovic e dopo un quarto d’ora è già costretto all’ammonizione per fermare Chiesa. Meglio sul prosieguo, ma l’avvio horror ha pesato.
Dal 59’ Scalvini 6 - Il lavoro difensivo scarseggia nel finale in cui la Juve si schiaccia all’indietro, prova a spingersi allora avanti ma senza fortuna.

De Roon 6,5 - La mossa a sorpresa di Gasperini: è arretrato a centrale di difesa. Non demerita, anzi nella ripresa salva anche su Vlahovic, nella stessa azione si fa male.
Dal 65’ Toloi 6 - Stesso discorso per lui come per Scalvini: quando entra la Juve inizia ad abbassarsi e per lui sono fatiche evitate.

Zappacosta 5,5 - Preferito ad Hateboer almeno inizialmente, dopo un’ora ecco la staffetta. Uscirà senza essere riuscito a spingere granché, impaurito dalle falcate di Iling.
Dal 59’ Hateboer 5,5 - La musica cambia poco dal momento in cui l’olandese prende possesso della fascia destra: non spinge abbastanza.

Pasalic 5,5 - Preferito a De Roon per una mediana più qualitativa, non riesce però a far sì che il suo allenatore abbia ragione, pagando spesso l’inferiorità numerica.
Dal 59’ Miranchuk 6 - Una conclusione in bello stile dopo poco dal suo ingresso, c’era solo troppa potenza. Non ha cambiato le sorti ma almeno ha offerto qualcosa.

Ederson 6 - Controbatte con tutta l’abilità fisica di cui dispone ai rocciosi mediani juventini. Avrebbe il pallone per il pareggio sul destro ma trova Perin sulla sua strada.

Ruggeri 6 - Comincia a giri bassi, anche perché dal suo lato la Juve parte forte. Poi però guadagna campo, arrivando a servire qualche cross interessante.

Koopmeiners 5,5 - Osservato speciale, soprattutto per la Juventus, inizia trequartista poi viene arretrato a centrocampo. Se doveva convincere qualcuno, non l’ha fatto.

De Ketelaere 5 - Il pallone più invitante dell’intero primo tempo atalantino sul suo mancino, lo calcia fuori dallo stadio. Dopo un primo tempo in “versione Milan”, viene sostituito.
Dal 46’ Toure 5,5 - Il suo ingresso fa cambiare faccia all’attacco atalantino e sembra la chiave di volta giusta, ma i difensori della Juve trovano il modo di frenarlo.

Lookman 6,5 - Non ha un compito facile, fare da riferimento unico centrale contro una difesa serrata. Molto meglio quando viene allargato, solo il palo lì può fermarlo.

Gian Piero Gasperini 5,5 - Appuntamento con la storia e con la prima delle due finali, l’approccio dell’Atalanta alla partita è però deludente e la sua squadra nei primi venti minuti è irriconoscibile. Tra intervallo e prima parte di secondo tempo rivoluziona la Dea e le mosse sembrano poter restituire qualche dividendo, ma alla fine non sarà così, anche per un po' di malasorte. Prima occasione persa, potrà rifarsi a Dublino.


JUVENTUS

Perin 6 - Sembra incredibile da raccontare, soprattutto per come arrivavano le due squadre alla partita, ma vive una finale di Coppa Italia senza quasi sporcare i guanti.

Gatti 6,5 - Non di rado lo si ritrova a condurre palla sulla destra, ha una buona chance per lo 0-2 ma la sponda di McKennie gli sbatte più che altro addosso. Dietro è perfetto.

Bremer 6,5 - Già dai primi minuti assume le fattezze del cagnaccio insuperabile, quasi come fosse un difensore di una volta. Praticamente nessun vero errore agli atti.

Danilo 7 - Recuperato per l’occasione, in conferenza si era espresso da leader e passa dalle parole ai fatti, risultando non solo insuperabile ma anche un gran motivatore.

McKennie 6 - Fluttua tra la fascia destra e l’interno del campo, scambiando spesso di posizione con Cambiaso. Tra i due però sarà quello che si farà vedere meno.

Cambiaso 7 - La sua invenzione verticale in apertura diventa il corridoio perfetto per il gol di Vlahovic. Nella ripresa serve pure il bis, ma il fuorigioco visto al VAR annulla.
Dall’81’ Weah sv.

Nicolussi Caviglia 6 - Con soli 283’ in stagione, Allegri lo sceglie comunque al posto di Locatelli. Un calcio d’angolo ben battuto, limita gli errori tenendo alta l’attenzione.
Dal 62’ Miretti 6 - Più che da regista agisce da mezzala. Entra bene in partita, anche se il possibile 0-2 spedito sulla traversa rischiava di pesare.

Rabiot 6,5 - Elemento fondante della Juventus di Allegri, il francese mostra il perché con un vasto campionario di sgroppate e conduzioni palla in ripartenza.

Iling Junior 6 - Gamba interessante, sulle progressioni e sugli allunghi non teme alcun rivale. Manca solamente nella giocata conclusiva, quella che fa fare il salto di qualità.

Vlahovic 7,5 - Firma subito in apertura la finale di Coppa Italia, freddando Carnesecchi a tu per tu. Scatenato, ne avrebbe fatto anche un altro ma era in fuorigioco.
Dall’81’ Milik 6,5 - Pochi minuti a sua disposizione, nei quali era comunque riuscito a confezionare il potenziale 0-2 mandando in porta Miretti.

Chiesa 6 - Scatta come ai tempi migliori, costringendo Zappacosta e Djimsiti a raddoppiarlo sempre per fermarlo. Costruisce poco negli ultimi metri, ma quanto sacrificio.
Dal 69’ Yildiz 5,5 - Rispetto a Chiesa è tutta un’altra musica, si rende più prevedibile rispetto al compagno che ha sostituito e facilita i giochi alla difesa della Dea.

Massimiliano Allegri 7 - Forse è l’ultima finale da allenatore della Juventus per lui, non vuole lasciare nulla al caso e se possibile consegnare il primo trofeo della sua parentesi 2.0. Partenza perfetta, l’immediato gol di Vlahovic consente alla Signora di mettersi nella sua modalità preferita, in gestione. E quella che verrà fuori sarà la partita ideale, almeno secondo il suo modo di intendere il calcio. Primo trofeo dal suo ritorno.