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20 gennaio 1983, muore Manè Garrincha: fu l'Angelo dalle gambe storte

20 gennaio 1983, muore Manè Garrincha: fu l'Angelo dalle gambe storteTUTTO mercato WEB
lunedì 20 gennaio 2020, 00:00Accadde Oggi...
di Lorenzo Marucci

Il 20 gennaio 1983 muore a Rio de Janeiro Manoel Francisco dos Santos, per tutti semplicemente Manè Garrincha. Ala destra dalla enormi qualità tecniche, viene considerato uno dei più grandi interpreti del dribbling nella storia del calcio. Non aveva un fisico propriamente da atleta, anzi: sbilanciamento del bacino, leggero strabismo, la gamba sinistra di sei centimetri più corta della destra. Eppure seppe essere un fenomeno nel calcio, da alcuni soprannominato il Charlie Chaplin del pallone. Oltre che l'Angelo dalle gambe storte. Veloce, era fuori dagli schemi. E con le sue finte e i suoi dribbling decideva spesso le partite.

Fu legato al Botafogo per tredici stagioni, fino al 1966. Garrincha - così chiamato perchè il suo aspetto esile richiamava quello di una specie di uccelli che da bambino era solito cacciare - vinse anche due campionati mondiali e continuò a giocare pure dopo la fine della carriere. Lo fece in squadre amatoriali, come quella del Sacrofano - nei pressi di Roma - che militava nel campionato di Prima categoria ed era allenato da Dino Da Costa, suo ex compagno di squadra nel Botafogo. La sua vita fu progressivamente distrutta dall'alcool. Morì per le conseguenze di un edema polmonare e di una cirrosi epatica, da solo, così come era stato quasi sempre durante la sua vita, e in condizioni di indigenza. All'età di 49 anni se ne andava colui che aveva fatto sognare un popolo intero.

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