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30 marzo 2008: scontri tra ultras, ucciso in area di servizio Matteo Bagnaresi

30 marzo 2008: scontri tra ultras, ucciso in area di servizio Matteo Bagnaresi
sabato 30 marzo 2024, 22:11Accadde Oggi...
di Redazione TMW
Asti, Autostrada A21 (TO-PC) Area di Servizio "Crocetta Nord"

E’ domenica, sono le 12.30 del 30 marzo 2008 quando un pullman con 25 tifosi della Juventus, proveniente da Crema, si ferma in sosta all'autogrill dell’Area di Servizio "Crocetta Nord", sull’autostrada A21 Torino-Piacenza, a metà strada fra Asti e Alessandria.
Sono diretti a Torino per assistere alla partita di campionato contro il Parma in programma nel pomeriggio allo Stadio "Olimpico" alle ore 15.00.
Dopo un paio di minuti sopraggiungono nel parcheggio altri due pullman che trasportano a bordo alcuni tifosi del Parma, in marcia verso la medesima destinazione. Appena scesi si fiondano ad aggredire come forsennati quei sostenitori bianconeri, ancora davanti al loro torpedone, usando le cinghie e lanciandogli bottiglie contro.
Presi alla sprovvista e in netta minoranza, gli juventini colti dal panico ripiegano precipitosamente sul veicolo che riparte a razzo per evitare il peggio. Avviato verso l’uscita dell’area di servizio, il pullman costeggia un distributore di benzina dal quale spunta fuori all’improvviso un uomo che viene incontro con le mani alzate. Si tratta di Matteo Bagnaresi, figura carismatica nel direttivo dei "Boys" del Parma, di rientro da un daspo risalente al 2005. Non si è mai compreso quali fossero le reali intenzioni del tifoso gialloblù, né la precisa dinamica dell’incidente, ma purtroppo il mezzo lo investe in pieno, schiacciandolo sotto le ruote e proseguendo, come nulla fosse, la marcia in autostrada per quasi un chilometro.

L’autista del pullman, come sosterrà sempre in ogni sede agli inquirenti, non si è accorto di nulla, al contrario di un tifoso seduto in ultima fila che si allarma, avvisandolo dell’accaduto. Dopo aver percorso 700 metri di fuga, l’uomo arresta la corsa sulla corsia di emergenza e avvisa telefonicamente la Polizia Stradale.
Matteo Bagnaresi, intanto, morto sul colpo, giace disteso al suolo davanti agli occhi dei suoi compagni e dei clienti dell’autogrill, attoniti. Sembra l’incredibile replica della tragica morte di Gabriele Sandri con lo stesso scenario in circostanze simili, ma alla pena dei familiari giunti sul posto non si fa mai l’abitudine. 28 anni a settembre, laureato in "Tecniche della prevenzione sui luoghi di lavoro" e figlio unico, Matteo Bagnaresi è impegnato politicamente quale "militante della sinistra antagonista" e animatore dei centri sociali di Parma.

Lavorava presso una cooperativa di consulenza alle aziende per la legge 626. Suo padre, Bruno, è un ingegnere impiegato alla Barilla e sua madre, Cristina, una professoressa di scuola media.
Abitava con i genitori e la nonna in una villetta in periferia a Parma. "Bagna" era fiero del suo "essere ultrà", ma non amava sentirsi per questo considerato un "vandalo, un teppista senza ideali o anche peggio". La sfida tra la Juve e gli emiliani, in programma per la 12esima giornata di ritorno, "viene rinviata in segno di lutto".
A Torino ne danno insieme l’annuncio alla stampa i due presidenti delle squadre, Giovanni Cobolli Gigli e Tommaso Ghirardi. Quest’ultimo dopo si recherà sul luogo della tragedia, restandone molto scosso. Dopo i funerali, il conducente, (Omissis), 46enne titolare di una ditta di autotrasporti con sede nel bergamasco, viene rinviato a giudizio per "omicidio colposo". I genitori di Matteo si costituiscono parte civile nel processo all’autista che ha sempre una sola tesi da ripetere in sua discolpa: quella di non aver visto il ragazzo quando è ripartito velocemente per evitare danni alle persone e al pullman e che l’ha investito senza volerlo. Nel 2013 il Pm Valeria Ardoino chiede per lui una condanna a 9 mesi di reclusione. La sentenza del tribunale di Asti letta pubblicamente dal giudice Franco Muscato è, invece, di piena assoluzione "perché il fatto non costituisce reato".
I genitori di Matteo nel novembre 2011 erano già usciti da questo processo, accettando il risarcimento offerto dall'assicurazione dell'autista, la cui somma, mai divulgata, è stata interamente devoluta alla Fondazione dedicata alla memoria del figlio.

Fonte: Saladellamemoriaheysel.it

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