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Napoli, Alvino: “Un uomo solo al comando, Carlo Ancelotti”

Napoli, Alvino: “Un uomo solo al  comando, Carlo Ancelotti”TUTTO mercato WEB
venerdì 22 novembre 2019, 08:01Altre Notizie
di Redazione TMW
fonte Williamhillnews.it
Carlo Alvino giornalista di Napoli e del Napoli. Ha legato la sua carriera alle vicende degli azzurri iniziando col raccontare il trasferimento di Maradona dal Barcellona al Napoli.

Un uomo solo al comando: Carlo Ancelotti. Tocca a lui e soltanto a lui provare a rimettere insieme i pezzi di questo puzzle impazzito all’ombra del Vesuvio. I suoi continui colloqui telefonici transoceanici con De Laurentiis si spera possano essere propedeutici alla ricostruzione di un rapporto tra il patron e la squadra. È lui il ponte tra Adl ed i calciatori. La voglia, non dichiarata ma evidente, è quella di arrivare quanto prima possibile ad un chiarimento che permetta al Napoli di ripartire alla caccia di quelli che sono gli obiettivi di stagione ancora raggiungibili: ottavi di finale di Champions League, quarto posto in campionato e, perché no, la vittoria della Coppa Italia.
La fortuna del Napoli è ora quella di avere l’uomo giusto al posto giusto. Ancelotti sa come si fa. Ne ha passate e viste tante nella sua lunga vita sui campi, prima da calciatore e poi da tecnico, e non sono state sempre situazioni da rose e fiori. La sua capacità di “normalizzare” anche le vicende più intricate, è quello che serve ora più che mai, a tutto l’ambiente napoletano, dopo quanto di incredibile è accaduto il 5 novembre scorso: quell’ammutinamento senza precedenti che ha fatto parlare l’intero mondo del calcio e non solo.

Mettere insieme i due Napoli, quello societario e l’altro, rappresentato dalla rosa, sarà ed è operazione difficilissima, ma il collante è quello giusto. Intanto Carletto al momento fa da spugna. Assorbe le emozioni e le reazioni di un presidente che dalla lontana Los Angeles ha deciso di parlare solo ed esclusivamente con lui e a lui ha confidato quello che gli passa per la mente. E sempre a lui, hanno rivelato i loro pensieri i calciatori. Lo hanno fatto tutti insieme, vecchi e nuovi, giovani e vecchi, a Castel Volturno.
È così che è entrata in ballo una figura professionale di Ancelotti conosciuta a pochi: quella dell’abile psicologo. Della sua straordinaria carriera da tecnico si è detto e scritto tanto, ma di come sia bravo ad entrare nella “testa” del gruppo ancora non si parla in maniera adeguata. E oltre al gruppo c’è da mediare con De Laurentiis, ancora fermo, ed è altamente improbabile che faccia un passo indietro, sulla decisione iniziale di un provvedimento esemplare nei confronti dei calciatori.
Il condizionale, resta però d’obbligo, solo per la presenza di Ancelotti, un “cuscinetto” che in questi giorni si sta dividendo metaforicamente, ma mica poi tanto, tra campo e lettino. E a proposito di campo, ecco alle porte il Milan. Sabato a San Siro, alle 18:00 per il Napoli potrebbe iniziare un nuovo campionato. Si ipotizza lo schieramento con un centrocampista in più, un modo per trovare maggiore compattezza ed avere così una squadra più corta. Un solo precedente quest’anno con questa soluzione tattica, e certamente non entusiasmante: Torino-Napoli 0-0.
Fondamentale sarà il recupero di Allan. L’assenza del brasiliano, infortunatosi il 30 ottobre in Napoli-Atalanta, si è fatta sentire tantissimo. E a proposito di quella gara, Ancelotti, in un faccia a faccia molto duro, ha apprezzato la dichiarazione del designatore arbitrale Nicola Rizzoli che, a riguardo della tanto discussa direzione di gara di Giacomelli, ha ammesso l’errore dell’arbitro triestino di non interrompere la partita dopo le proteste napoletane per la mancata concessione di un calcio di rigore (sulla ripartenza segnarono i nerazzurri ndr). E da quella partita e da quell’errore sono nati poi tutti i problemi del Napoli di oggi.
Il club incassa con piacere la vittoria politica più importante degli ultimi dieci anni. Un ko tecnico del “palazzo” che arriva dopo quindici giorni di baraonda assoluta, di lotta clandestina in cui l’indicatore dell’autolesionismo è andato fuori giri. La speranza è che con oggi si possa sul serio e definitivamente voltare pagina, fermo restando le sanzioni pecuniarie e le scorie che si porteranno dietro i giorni dell’ammutinamento.

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