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Prossima fermata Qatar: oggi tra 3 anni qui c’è il Mondiale, via coi Club

Prossima fermata Qatar: oggi tra 3 anni qui c’è il Mondiale, via coi ClubTUTTO mercato WEB
martedì 10 dicembre 2019, 12:24Altre Notizie
di Tancredi Palmeri

Tutto è pronto qua a Doha per un evento che forse a noi in Europa in questo momento interessa relativamente, tra Champions e campionati, ma che il giorno della finale sabato 21 comunque polarizzerà il mondo intero (se dovesse davvero essere Liverpool-Flamengo come da pronostico).

E tuttavia in verità il Mondiale per Club che inizia domani in Qatar è logisticamente il più importante di sempre: primo evento calcistico di questo rilievo mai tenuto nell’emirato qatariota, ma non è tanto questo il rilevante, quanto che è la prima vera prova tecnica del Mondiale che esattamente tra tre anni si disputerà proprio di questi giorni (esattamente di 10 dicembre saremo nei Quarti di Finale).
Per le prossime due settimane ogni mattina vi racconteremo qui da Doha un mondo a noi totalmente sconosciuto: d’accordo c’è il calcio, ma in verità quello che si muove accanto e attorno al calcio in una terra che sentiamo spesso nominare ma di cui in verità non sappiamo molto, e di un’atmosfera che improvvisamente diventerà parte della nostra quotidianità, come sempre capita con il paese ospitante dei Mondiali.

Il Qatar ha già ospitato innumerevoli manifestazioni sportive, non ultimo il Mondiale di Atletica, ma si sa: niente ha la stessa capacità di incidenza nella società quanto il calcio che conta, e soprattutto dal punto di vista logistico. Perché anche se amichevoli o supercoppe di lusso possono essere state giocate in passato su questo suolo, stavolta è profondamente diverso: arrivano sei squadre differenti (più quella ospitante) che vogliono dire anche tifoserie differenti. E che tifoserie.

A parte l’Hienghene, campione d’Oceania e proveniente dalla Nuova Caledonia, poi ogni club porterà in Qatar un nutrito contingente di tifosi: partendo dal Liverpool, uno dei pochi club globali; e come stress test l’organizzazione non poteva sperare in un migliore contendente del Flamengo, il club brasiliano più importante, e con la fame dei tifosi che tornano in finale di Intercontinentale/Mondiale per Club dopo 40 anni.
Ma se è sempre lecito attendersi grande affluenza dai club europei e sudamericani, stavolta la prova diventa rilevante anche per le altre tifoserie:
1) quella del messicano Monterrey (forse il 7°/8° club del Messico, nazione che sposta sempre molta gente, ma il club con la tifoseria più fedele nella statistica di riempimento stadi, capace di portare al campo 25mila persone anche solo per un allenamento qualsiasi);
2) quella dell’Esperance Tunisi, il club tunisino più seguito e tra i cinque più seguiti nell’intera Africa;
3) e ultimo ma davvero non ultimo quello dell’arabo Al Hilal, i campioni d’Asia che non sono solo il club più tifato della vicina Arabia Saudita, ma anche il vero e proprio Real Madrid asiatico; ma che soprattutto, aggiunge la variabile geo-politica alle questioni organizzative, perché le durissime tensione economiche e politiche tra Arabia Saudita e Qatar sono state una delle situazioni più difficile da gestire, con l’embargo economico della Lega dei paesi arabi guidata dai sauditi che ha messo a dura prova la capacità di resistenza economica qatariota (il Qatar è una penisola totalmente affacciata per 3 lati su 4 sul Golfo Persico, è rimasta praticamente una portaerei attraccata con divieto si sbarco).
Le tensioni che hanno influenzato anche la Fifa, l’organizzazione dei Mondiali, e perfino le questioni europee sui diritti tv. Solo nell’ultimo paio di mesi è cominciato un minimo disgelo, con la partita di Coppa del Golfo tra i due paesi, ma è ovvio che gestire questa variabile, con l’annesso afflusso di tifosi, sia la prova più interessante dal punto di vista socio-sportivo.

Sarà un Mondiale diversissimo nel 2022: per collocazione geografica, temporale e sportiva.
Ma per capire un nuovo mondo, sempre meglio andare a conoscerlo di persona, e vedere dove finiscono gli stereotipi e inizia la realtà.
Come lo stereotipo sul caldo insopportabile che limiterebbe le prestazioni sportive ai Mondiali 2022. Ai Mondiali di Atletica la situazione era stata molto delicata, ma si disputavano in settembre.
La stagione adesso è molto diversa.
Per capirci: ieri notte al nostro arrivo ci ha accolto un temporale a Doha, ed è prevista pioggia in gran parte della settimana. Temperatura media? 25°, come un tardo maggio italiano. Del resto il periodo novembre-dicembre in cui si disputerà il Mondiale 2022 è proprio corrispondente alla primavera da queste parti, umida certo ma neanche lontanamente torrida. Sempre meglio verificare le cose in presa diretta…

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