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TMW - Schillaci dal palco: "La mia carriera una favola. Che sogno la Juve"

TMW - Schillaci dal palco: "La mia carriera una favola. Che sogno la Juve"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 12 ottobre 2019, 16:19Altre Notizie
di Giacomo Iacobellis
fonte dal nostro inviato a Trento, Alessandro Rimi

L'ex attaccante Salvatore 'Totò ' Schillaci, intervenuto dal palco durante il "Festival dello Sport" di Trento, ha ripercorso la sua lunga e avvincente carriera. Questo quanto raccolto da TMW: "La mia carriera è stata una favola. Un lungo cammino fatto di sudore e lotta. La mia grande passione è sempre stata il calcio. Non mi sono mai fatto trascinare dalla cattiva gente, ma comunque non è stato facile coronare il mio sogno".

Scoglio?
"È stato fondamentale, comprese subito le mie caratteristiche. Una delle persone più importanti della mia carriera, un secondo padre. Con lui giocavo libero e privo di responsabilità".

Zeman?
"Un grande preparatore, molto bravo nella fase offensiva. Non distingueva i fuoriclasse dai giovani di talento perché, a inizio stagione, riteneva gli elementi a disposizione tutti uguali. Mi ha permesso di arrivare a vestire la maglia della Juventus. Inizialmente eravamo una squadra operaia, in attacco giocavo con Casiraghi. Ero tifoso della Juve e perciò giocare con quei colori addosso è stato qualcosa di unico".

Italia '90?
"Riuscii a entrare in corsa, con la convocazione giunta solo a fine campionato, non avevo certezze da parte della Federazione. Fu il massimo, una delle migliori nazionali di sempre. Mi viene la pelle d'oca nel fare i nomi di quella selezione. Sotto sotto, in panchina, speravo che i miei colleghi d'attacco non segnassero. Poi ebbi le mie possibilità, feci sei gol, diventai il miglior giocatore del Mondiale".

Calcio di oggi?
"Parecchio diverso dal mio, non ci sono ruoli e marcature a uomo".

Giappone?
"All'Inter patii diversi problemi fisici. Avevo trent'anni, consapevole che accettando quell'offetta avrei abbandonato del tutto il calcio vero. La Serie A resta per me il più bel torneo al mondo. Dell'Asia ho un ricordo fantastico, ma per certi versi fu massacrante".

Allenare?
"Non ci ho mai pensato. Credo di aver dato al calcio i miei anni migliori, ma d'altra parte anche il calcio ha dato tanto a me".

Avversari più forti?
"Baggio, Baresi e Maldini per quanto riguarda gli italiani. Poi gli stranieri: Maradona, Van Basten e Rijkaard".

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