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Una stagione, 59 squadre e 96 allenatori: i numeri di una Serie C senza programmazione
Con ancora tre giornate di campionato da disputare e cinque match da recuperare la Serie C è arrivata agli ultimi scampoli della stagione regolare. Un campionato, quello 2020/2021, che verrà sicuramente ricordato per molti motivi: le criticità dovute alla pandemia, la scomparsa del Trapani, i problemi di ElevenSports e lo sbarco su Sky, ma anche per il numero monstre di esoneri. Con l'avvicendamento arrivato pochi minuti fa a Lucca, con Giovanni Lopez sostituito da Oliviero Di Stefano, il computo totale degli allenatori visti sulle panchine delle 59 formazioni di Lega Pro sale a quota 96. Numero, questo, che potrebbe salire a 98 se contassimo gli avvicendamenti vissuti al Foggia prima ancora che iniziasse la stagione.
Le eccezioni - La tripla cifra è dunque veramente ad un passo, con solo 26 formazioni che hanno ancora al timone l'allenatore con cui hanno iniziato il campionato: 9 nel Girone A (AlbinoLeffe, Grosseto, Juventus Under23, Lecco, Olbia, Pontedera, Pro Patria, Pro Vercelli e Renate), 10 nel Girone B (Cesena, Feralpisalò, Gubbio, Matelica, Modena, Padova, Perugia, SudTirol, Teramo e Virtus Verona) e 7 nel Girone C (Avellino, Casertana, Catanzaro, Foggia, Juve Stabia, Monopoli e Ternana).
Piazze col pallottoliere - Sono molte, invece, le società che si sono contese il poco ambito alloro di "club con più allenatori della stagione". Sono tre, ad esempio, gli allenatori transitati da Fano, Arezzo, Cava de' Tirreni, Imola, Lucca, Pistoia e Potenza, mentre ci sono società come Bisceglie, Carpi, ancora Cava dei Tirreni, Novara, Sambenedettese e Viterbese che hanno cambiato tecnico, salvo poi fare marcia indietro e tornare all'antico.
Risorse sprecate - Un andamento, quello evidenziato, che appare assolutamente privo di logica, soprattutto per club che da anni, anche prima della mannaia del Covid-19, si lamentano della ridotta disponibilità di liquidi da investire nei vari progetti sportivi. Visti questi numeri verrebbe anche da dire "meno male". Perché se con poche risorse si è arrivati ad una confusione tale, figlia di programmi sportivi spesso confusi e malformati, verrebbe da chiedersi cosa potrebbe accadere se i club della Lega Pro avessero risorse più consistenti di quelle attuali.
Le eccezioni - La tripla cifra è dunque veramente ad un passo, con solo 26 formazioni che hanno ancora al timone l'allenatore con cui hanno iniziato il campionato: 9 nel Girone A (AlbinoLeffe, Grosseto, Juventus Under23, Lecco, Olbia, Pontedera, Pro Patria, Pro Vercelli e Renate), 10 nel Girone B (Cesena, Feralpisalò, Gubbio, Matelica, Modena, Padova, Perugia, SudTirol, Teramo e Virtus Verona) e 7 nel Girone C (Avellino, Casertana, Catanzaro, Foggia, Juve Stabia, Monopoli e Ternana).
Piazze col pallottoliere - Sono molte, invece, le società che si sono contese il poco ambito alloro di "club con più allenatori della stagione". Sono tre, ad esempio, gli allenatori transitati da Fano, Arezzo, Cava de' Tirreni, Imola, Lucca, Pistoia e Potenza, mentre ci sono società come Bisceglie, Carpi, ancora Cava dei Tirreni, Novara, Sambenedettese e Viterbese che hanno cambiato tecnico, salvo poi fare marcia indietro e tornare all'antico.
Risorse sprecate - Un andamento, quello evidenziato, che appare assolutamente privo di logica, soprattutto per club che da anni, anche prima della mannaia del Covid-19, si lamentano della ridotta disponibilità di liquidi da investire nei vari progetti sportivi. Visti questi numeri verrebbe anche da dire "meno male". Perché se con poche risorse si è arrivati ad una confusione tale, figlia di programmi sportivi spesso confusi e malformati, verrebbe da chiedersi cosa potrebbe accadere se i club della Lega Pro avessero risorse più consistenti di quelle attuali.
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