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E' la settimana di Suarez e Vidal. Juve e Milan, attenti alle minacce Dybala e Donnarumma. Commisso, Firenze merita l'Europa. Stadi chiusi, Arena aperta. Caos italiano

E' la settimana di Suarez e Vidal. Juve e Milan, attenti alle minacce Dybala e Donnarumma. Commisso, Firenze merita l'Europa. Stadi chiusi, Arena aperta. Caos italianoTUTTO mercato WEB
lunedì 7 settembre 2020, 08:44Editoriale
di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb

Pochi botti, finora tutto in silenzio. La serie A è molto indietro e questo inedito calciomercato sta mettendo in difficoltà soprattutto gli allenatori. Le rose sono simili a quelle dello scorso campionato e, finora, nessuno ha fatto i colpi che aveva immaginato di fare. Mancano due settimane all'inizio della nuova serie A e i dirigenti devono capire che non c'è tempo da perdere. Dalla Roma ai no della Lazio, dall'Inter al Milan fino a Juventus e Napoli. Due settimane per darsi una mossa. Nessuno riesce a vendere e in pochi possono acquistare. Poi ci sono società completamente immobili. La Sampdoria non pervenuta, farà un attaccante ma quando? Cagliari lento, Faggiano al Genoa sarà già pentito della sua nuova destinazione, Parma in ritardo e potremmo continuare fino a domani mattina.
Questa settimana, però, potrebbe cambiare qualcosa. Innanzitutto questa sera chiudiamo l'inutile parentesi della Nazionale. Saltano Europei, campionati, Formula 1 ma nessuno ci libera di questa Nations League. La Juventus ha battezzato Suarez come l'erede di Higuain. Sulla carta niente da dire, anzi. Numeri importanti e classico attaccante che farebbe bene in ogni campionato europeo. Gran giocatore. I problemi burocratici si risolvono anche in Italia, dove da sempre la burocrazia è un problema ma se la Juve chiama l'Italia risponde. Suarez studia un po' e per il passaporto non ci saranno problemi. Piuttosto è singolare la scelta del club di occupare la casella extracomunitari non per un top, qualche giorno prima dell'affondo decisivo per l'attaccante del Barcellona. Suarez è l'uomo giusto? Sì. Suarez basta a completare l'attacco di Andrea Pirlo? No. Ne serve ancora un altro per come vuole giocare il nuovo allenatore della Juventus. E' la settimana della fuga generale da Barcellona. Messi ha fatto un inutile teatrino, dimostrazione che anche a grandi livelli occorre avere un procuratore capace e non il padre come agente. I genitori sono la rovina dei figli calciatori, da piccoli ma anche da ricchi. Fare una guerra mediatica, non sapendo che quella legale è persa in partenza, è un danno di immagine al calciatore più forte del mondo, negli ultimi tempi. Messi resta ma Suarez e Vidal se ne vanno. Conte sarà accontentato, anche questa volta, su tutta la linea. Poi a fine stagione, però, non si lamenti con la società se avrà portato a casa ancora "zero tituli". L'Inter sta lavorando per Conte non per la società. Il Mister vuole vincere subito e allora arriva Vidal. Paradosso che si metta sul mercato Brozovic per questioni comportamentali extra campo e si vada a prendere il cileno che fuori dal campo fa sempre più cinema del croato. Arriverà entro giovedì. Lo aspettiamo con ansia. Il calciatore non si discute e Naingollan potrà tornare a Cagliari. Juventus e Milan hanno due grossi problemi che continuano a nascondere dietro le quinte. La Juve prende Suarez e, forse, un altro bomber ma continua a non rinnovare con Dybala. L'argentino non è ufficialmente sul mercato ma sappiamo che è l'unico che possa rappresentare una boccata di ossigeno per un bilancio reduce da un passivo di 69 milioni di euro. La conferma di Dybala non è assolutamente scontata.

Gioca a forza 4 il Milan, invece, ma ormai ovunque decida di inserire la pedina, dall'altra parte Raiola ha comunque fatto... poker. Con Donnarumma ci sarebbe una riflessione da fare. Il Milan ha già perso. Se va via e perdi il portiere dei prossimi 10 anni a 0 è un danno incredibile. Economico più che tecnico. Se resta con la clausola bisognerà capire di che clausola parliamo e se resta ma, come vorrebbe Raiola, con 10 milioni netti di ingaggio sicuramente sarebbe un ingaggio folle per un portiere, senza la certezza di disputare la Champions League. Passano i giorni e la vicenda Donnarumma non fa dormire i dirigenti rossoneri.
Il nuovo corso della Fiorentina è partito un anno fa. Una stagione, la prima di Rocco Commisso, fatta di errori di valutazione e delusioni. Ma al primo anno tutti possono sbagliare. Al secondo, gli errori inizierebbero a pesare. La mancata cessione di Chiesa, la scorsa estate, e la conferma in panchina di Vincenzo Montella hanno condizionato tutta la stagione. Puntare su Ribery è stato un bel messaggio ai tifosi ma è rimasto tale. Quest'anno servono rinforzi ma serve anche vendere Chiesa che, a Firenze, ha chiuso un ciclo. Certamente tenerlo sarebbe un valore tecnico ma se il ragazzo non ha le motivazioni di due anni fa sarebbe un boomerang per entrambi. Commisso sa bene che quest'anno la viola non può steccare. Bisogna puntare all'Europa e l'obiettivo è stare tra le prime 6-7 di Italia. Avanti ha sicuramente Juventus, Inter, Napoli e Milan ma deve potersela giocare con Roma, Lazio e Atalanta. Per ora le uniche soddisfazioni sono arrivate dai giovani della Primavera.
In chiusura continua la battaglia del Governo al calcio italiano. Prima le leggi contro il calcio, poi ce l'hanno messa tutta per non far ripartire il campionato e adesso ultimi della fila per la riapertura degli stadi. Le parole di Conte sono la conferma di una persona che non ha mai vissuto una partita allo stadio e sono piene di contraddizioni con le misure adottate negli ultimi mesi. Per entrare agli stadi ci sono tornelli, steward che garantirebbero un accesso tranquillo se si considera il 25% della capienza massima. Tutto a carico dei club, senza chiedere soldi al Governo, cosa che fanno gli altri. Gli stadi all'aperto chiusi, ma spiagge, ristoranti e bar aperti. Una spiegazione, a tutto questo, non c'è. Il calcio senza tifosi perde valore in diritti e al botteghino. Anche lo spettacolo cambia radicalmente. Nessuno dice di riaprire e creare la bolgia che tutti vorremmo. Portare, però, a San Siro 21 mila persone non implicherebbe alcun rischio di assembramento. Anzi. Una persona ogni quattro sediolini non sarebbe più grave di un tavolo distanziato, a ristorante, di mezzo metro. L'ennesima contraddizione delle decisioni di questo Governo è arrivata qualche sera fa con l'evento musicale all'Arena di Verona. Arena all'aperto come gli stadi e accesso consentito a 4 mila persone in base alla capienza complessiva dell'Arena. Perché per la musica su Rai 1 vale questa eccezione e gli stadi devono restare chiusi? Interessi e controsensi e a pagare, da qualche anno a questa parte, è sempre il mondo del calcio. Visto come minaccia e non come grande opportunità economica e sociale.

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