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Inter, Marotta dopo il jolly servono gli assi. Napoli, Manolas non basta. Da Giovinco a El Shaarawy: soldi senza fare carriera. La Federazione prenda posizione su Lucchesi. Il giorno di Mediapro: come cambierà il calcio in due anni

Inter, Marotta dopo il jolly servono gli assi. Napoli, Manolas non basta. Da Giovinco a El Shaarawy: soldi senza fare carriera. La Federazione prenda posizione su Lucchesi. Il giorno di Mediapro: come cambierà il calcio in due anniTUTTO mercato WEB
lunedì 8 luglio 2019, 00:00Editoriale
di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb

C'è un solo dato di fatto, finora. Il vero colpo di mercato, estate 2019, l'ha fatto l'Inter con Antonio Conte. Ieri il giorno della presentazione. Tanti buoni propositivi e voglia di avvicinarsi alla Juventus. Vedere Marotta e Conte, insieme, dietro alla scrivania nerazzurra e davanti agli sponsor dell'Inter ha creato un secondo di stupore. Sembrava un errore di scenografia. La Juventus del riscatto, formata da Andrea Agnelli, in un solo colpo ha cambiato sponda. Nel calcio ci sta tutto ma, a Milano, hanno fatto due grandi colpi. Marotta è bravo ed è una vecchia volpe del calcio italiano. L'unico che può contrastare il dominio Juventus; innanzitutto perché ne conosce misteri e segreti. E si fa affiancare da Antonio Conte che è il braccio perfetto di una mente finissima. A Torino, però, non sono sprovveduti e il trio Agnelli-Paratici-Nedved sa come difendersi anche se per gli amanti delle statistiche, prima o poi, dovrà arrivare l'anno in cui qualcuno tolga lo scettro ai bianconeri. Conte è il miglior allenatore per un impatto immediato. Gli interisti, giustamente, non possono amare in un colpo solo il "nemico" di una vita ma tutti riconoscono che è l'uomo giusto per questa Inter. I dati di fatto dicono che in Cina hanno capito, finalmente, a chi affidarsi e dispiace che Piero Ausilio venga considerato il perfetto ma eterno numero 2. Le proprietà che si sono susseguite all'Inter hanno sempre creduto in Ausilio, persona perbene e ottimo collaboratore, ma nessuna di queste ha creduto fermamente in lui da affidargli anche le chiavi dello sgabuzzino di Appiano. Forse, a Piero, è sempre mancata qualcosa in leadership gestionale durante l'anno. Perché, nelle trattative e come competenza calcistica, nessuno gli potrebbe rimproverare nulla. Nell'estate di Gabigol e Joao Mario si notò questa sua debolezza caratteriale con l'imperatore Kia, e non è una automobile, che comandava a Milano. Marotta ha calato il jolly (Conte) ora servono gli assi. Sensi e Barella non bastano. Bisogna vendere, bene, Icardi, Nainggolan e anche Perisic. Il nome del croato non è stato fatto ma anche lui non rientra nella lista di Conte. Si deve chiudere Lukaku, ma anche Dzeko, prima della partenza per la International Champions Cup dove i nerazzurri affronteranno Manchester United, Juventus e Tottenham e inizieremo a vedere come cresce la creatura di Conte.
Nel frattempo il Napoli ha iniziato i lavori e, se il primo anno è stato un approccio per Ancelotti, al secondo la gente si aspetta i fatti. Una squadra che lotti con la Juventus per lo scudetto e che faccia più bella figura in Europa. Volendo dovrebbe fare anche qualche turno in più in Coppa Italia. Molto dipenderà dal mercato; vero alibi della scorsa stagione di Ancelotti. Manolas grande acquisto. Blindi la difesa e, almeno sulla carta, la rendi una delle più forti del campionato se non addirittura la più forte. Serve James in attacco, servirebbe vendere Insigne che per Ancelotti e De Laurentiis è diventato un peso anche se non si può dire e bisogna ridisegnare quasi tutto il pacchetto degli attaccanti.
Nel frattempo continua la fuga degli italiani all'Estero. Dovevano rappresentare il futuro del nostro calcio, invece, in età ancora utile per sfondare hanno preferito i soldi alla carriera.

Giovani che preferiscono essere grandi tra i piccoli per non essere eternamente insoddisfatti in Patria. Il caso Giovinco fu lampante. Grandi doti tecniche ma fisicamente non reggeva il confronto nel nostro campionato. Ha preso la via di fuga diversi anni fa facendo il "fenomeno" in campionati paragonabili alla nostra serie C dove ti marcano a 3 metri, se tutto va bene, e il buon Seba si divertiva a segnare a raffica e a vedere il conto corrente che si incrementava di anno in anno. Tutto bello tranne che per una carriera fatta solo di parentesi per poi passare nel calcio che non conta. Stessa strada per Graziano Pellè e adesso si aggiunge anche Stephan El Shaarawy. Una settimana fa diachiarò una cosa, sette giorni dopo fa completamente l'opposto. Se ne va in Cina a migliorare i suoi conti ma dice addio, a 27 anni, alla sua carriera. Voleva sfondare ma non l'ha mai fatto. Avrebbe voluto vincere di più e fare tanti gol in campionati veri. Solitamente in Cina si va per la pensione ma per Giovinco, Pellè e El Shaarawy il Governo ha previsto una pensione baby e una ambizione zero.
Il calcio italiano perde, anche quest'anno, due grandi piazze. Addio a Foggia e Palermo, sperando in una pronta risalita con proprietà sane e competenti. La Federazione, però, dovrebbe finalmente intervenire nei confronti di Fabrizio Lucchesi. Un passato tra Firenze e Roma ma, sono anni, ormai che il suo nome viene accostato ai fallimenti dei club. Sarà sfortuna o sarà imprudenza ma è un dato di fatto che meriterebbe da parte della FIGC una supervisione. Il Palermo è stato fatto scivolare nel dimenticatoio con troppa facilità, con una regia dietro ben strutturata e con il silenzio di Zamparini che andrebbe certificato come il vero male del Palermo.
In chiusura uno sguardo al futuro, anche se mancano ancora due anni. Si avvicinano i giorni caldi di Mediapro, società spagnola bocciata un anno fa con troppa frenesia e imprudenza ma questa volta pronta ad entrare nel calcio italiano per fare finalmente il canale della Lega Calcio. Se ti garantiscono 1 miliardo e 300 milioni non puoi dire "grazie e arrivederci" al massimo "grazie, si sieda". Questa volta il fronte è compatto. Si va verso il canale di Lega con le società che hanno finalmente capito che il business deve essere autogestito e autoprodotto. Il problema sarà poi di chi da editore passa a semplice distributore. Mediapro e la Lega devono solo temere la pirateria che oggi comanda il nostro sistema. Prendere un piccolo decoderino e vedere tutto, e ripeto tutto, senza spendere soldi è diventato semplicissimo. La gente disdice ogni tipo di abbonamento e vede tutto comodo sul divano di casa senza particolari intoppi. Il vero intoppo dovrebbe giungere dalla Guardia di Finanza ma facciamo fatica ad immaginare ad un porta a porta delle fiamme gialle che devono controllare, giustamente, situazioni più critiche. E' un problema che dovrebbe risolvere lo Stato. La lotta alla pirateria sembrava vinta, invece, si è ripresentata più prepotente di prima. Craccare schede e televisori è diventato più facile che prendere la linea con un call center. Di questo passo moriremo tutti sotto i colpi del Pirata... e purtroppo non è la spiaggia di Formentera!

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