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Juve: occhio, Pirlo cambia idea. Inter: ecco cosa manca (e su Eriksen...). Milan: il segreto oltre Ibra. Arbitri: c'è del masochismo. E due cose sui "Maestri di calcio"

Juve: occhio, Pirlo cambia idea. Inter: ecco cosa manca (e su Eriksen...). Milan: il segreto oltre Ibra. Arbitri: c'è del masochismo. E due cose sui "Maestri di calcio"TUTTO mercato WEB
© foto di Alessio Alaimo
martedì 3 novembre 2020, 08:00Editoriale
di Fabrizio Biasin

Ben ritrovati dal quasi isolamento. Il mondo sta andando a puttane, tutti esclamano “lo sappiamo!” ma poi son gli stessi che dicono “perché l’Inter non ha comprato un altro attaccante?”, “perché il Milan non ha comprato un altro difensore?”, “perché la Juve non ha comprato un altro centrocampista?”, “perché non rinnovano i contratti a Dybala, Lautaro, mia sorella?”. La grande novità, per chi non l’avesse capito, è che sono volatili per diabetici (cit. Lino Banfi) e sarà un mezzo miracolo se i club riusciranno a pagare gli stipendi ai loro giocatori da qui alla fine della stagione.

“Colpa dei club!”, direte, e non abbiamo argomenti per controbattere. Colpa dei club sì, il virus ha solo dato il colpo di grazia. In ogni caso mettiamoci il cuore in pace: l’era del calcio milionario è finita o quantomeno “sospesa” a tutti i livelli. Lo devono capire i tifosi, lo capiranno ben presto i calciatori, soprattutto quelli del Barcellona ai quali è stato più o meno imposto un taglio salariale del 30% con la seguente formula: “O lo accettate o vi buchiamo il pallone e tanti saluti”.

Ora possiamo tornare a far finta di niente e parlare di calcio come se fosse un mondo a parte (così è, tra l'altro).

Postilla: prima di incazzarci su arbitri, var, Champions e altre questioni certamente fondamentali, uniamoci in preghiera tipo Paolo Brosio al Grande fratello e speriamo che ce lo lascino, il calcio.

Sotto con le 10 “cose a caso” che tanto piacciono ai grandi e ai piccini.

1)      Marotta ha fatto intendere che la prossima pausa della Nazionale rasenta l’antitesi della logica. Cioè, il virus impone il distanziamento e noi andiamo a mescolare i gruppi di lavoro. Noialtri stiamo con Marotta: con il massimo rispetto per le Nazionali, la Nations League può attendere. Sapete come andrà a finire? Trionferà l’illogicità, perché così siamo fatti.

2)      Ibrahimovic è molto forte. E questa è una primizia. Ma c’è una cosa ancor più originale da aggiungere: Pioli è molto bravo. E sapete perché? Perché è semplice. Sapete dove fa giocare i terzini? Nel ruolo dei terzini. E i centrocampisti? A centrocampo. E gli esterni? Non ci crederete, in fascia. E non dice una parola di troppo. E non si auto-nomina "Maestro". Non gliene fotte. Ce ne fossero come lui.

3)      Un Maestro, però, la serie A ce l’ha. Almeno per chi scrive. Per carità, deve ancora crescere e sbaglierà nuovamente, ma De Zerbi ha un cervello a forma di lavagnetta. La Juve senza Ronaldo soffre. L’Inter senza Lukaku soffre. Il Milan senza Ibra vince lo stesso ma fatica. Il Sassuolo senza Berardi, Caputo e Djuricic (ovvero i migliori)… vince a Napoli e gioca con l’unica filosofia portata avanti dal suo tecnico: vietato buttare via il pallone. Questa cosa probabilmente in futuro gli costerà punti, perché i suoi giocatori non sono perfetti, ma alla lunga quel tecnico lì è destinato a fare cose grandi. Ci giochiamo gli ultimi 5 euro rimasti.

4)      Il Napoli di Gattuso invece è inciampato e gli è capitato molto per sua stessa colpa. Contro gli emiliani ha fatto tanto possesso, ma è stato pochissimo incisivo e per nulla “gattusiano”. Oh, succede. Soprattutto se di fronte ti ritrovi una squadra enormemente organizzata. Ebbene, cosa fa Ringhione a fine partita? Frigna per un presunto rigore non assegnato? Ma quando mai. “La sconfitta ci sta e potevamo fare di più, non dobbiamo parlare del rigore e del var". Ecco, lui sì che si è accorto in che epoca viviamo.

5)      Rizzoli vai in tv e dice: “Per il rigore di Perisic e per i rigori di Milan-Roma non c’è bisogno di cambiare il protocollo, sono episodi da andare a rivedere anche con questo protocollo”. Bravo, onesto. Però, porca miseria, così facendo ci sta dicendo che gli arbitri hanno banalmente un problema di “supponenza”. E se non è supponenza allora è incapacità di dialogare tra signori in campo e signori dentro al gabbiotto. Gli arbitri non si vogliono bene. Ma, porca miseria (e due...), avete quel dannato auricolare, ma cosa ci vuole a mettersi una mano davanti alla bocca e dire “oh, amico nel gabbiotto, ho fischiato bene o ho fatto una cazzata?”. E voi, amici del gabbiotto, cosa ci vuole a dire al collega sul prato “collega sul pratoooo! Guarda che hai fatto la cazzataaaa!”. E voi direte: “Eh, ma c’è il protocollo”. Vi rispondiamo così: se il protocollo va contro la "logica del dialogo", allora è un protocollo della fava.

6)      Settimana scorsa dicevamo “Pirlo non è scemo e rivedrà almeno in parte la sua impostazione tattica”. Contro lo Spezia ha aggiunto un centrocampista e sapete perché lo ha fatto? Perché, appunto, non è scemo. Sì, è vero, ha comunque fatto fatica fino all’ingresso di Ronaldo ma la strada verso l’equilibrio passa da questo genere di “correzioni”. Bravo.

7)      Doveroso mea culpa. Il qui scrivente pensava che Morata fosse non una mezza pippa, ma neanche questa roba qua. Presente, vivissimo, spietato sotto porta: la “terza scelta” bianconera sta facendo cose grosse.

8)      L’opinione pubblica sta rompendo i maroni a Lautaro Martinez e Dybala. Scommettiamo i famosi 5 euro di prima che presto ci pentiremo di avergli rotto i maroni. Cioè, Dybala un mese fa è stato eletto “miglior giocatore del campionato” e ora gli stiamo dando del mezzo bidone. Noi, ovvero gli stessi che lo avevano definito “il nuovo Messi”. Viene il mal di testa solo a pensarci.

9) Eriksen. Con il danese Conte può fare solo due cose, entrambe legittime. 1) Crederci sul serio e metterlo in campo ben oltre il "ti metto ma non ci credo fino in fondo". Deve andare oltre il suo credo calcistico fatto di giocatori che con Eriksen c'entrano zero. 2) Lo deve mettere da parte in attesa del mercato di gennaio.  Stop, la.via di mezzo non serve a nessuno: né a Conte, né a Eriksen, né soprattutto all'Inter.

10) I nerazzurri questa sera giocano a Madrid una partita che è già decisiva, o quasi. Tocca a lui, a Conte. Tocca a loro, ai suoi ragazzi. È vero che in queste prime uscite c’è stato un problema legato alle decisioni arbitrali, ma è altrettanto vero che dal tecnico ci si aspetta di più, magari una maggior capacità di incidere nel corso dei 90 minuti. Vuole la difesa a tre? Giusto, del resto è quella che lo ha portato ad avere quel gran curriculum, ma è anche giusto pensare a variazioni tattiche in corso d’opera, quelle che ti permettono di trovare la chiave per far male al tuo avversario quando la squadra non riesce a sfondare.
In questo momento l’Inter è un gruppo che costruisce molto gioco, ma lo fa con un’intensità decisamente poco “contiana” e, in definitiva, finisce per fare il solletico alle sue avversarie. Questa sera, contro la squadra di Zidane (e Modric. E Benzema. E tutti quei fenomeni lì) i nerazzurri dovranno ritrovare un po’ di quello spirito che li ha portati a giocarsi una finale di Europa League non più tardi di due mesi fa. Si può fare.

E viva Proietti, cuore giallorosso.

 

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