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Se con il protocollo la stagione difficilmente potrà finire, allora i playoff sono l'unica alternativa

Se con il protocollo la stagione difficilmente potrà finire, allora i playoff sono l'unica alternativaTUTTO mercato WEB
mercoledì 13 maggio 2020, 00:00Editoriale
di Tancredi Palmeri

Ci mancherebbe che io mi possa permettere di dare un consiglio alla Serie A di questi tempi in cui tutti danno consigli su tutto. Anche perché poi ci sono gli esperti tra chi organizza il calcio: come in Premier, dove a proposito dell'adagio 'Eh ma perché in Serie A non riprendono come per esempio faranno anche in Inghilterra', beh hanno avuto la bella pensata di convincere i giocatori che hanno paura di tornare all'agonismo consigliandogli: “Girate il volto dall'altra parte quando ricevete un tackle”. Geni!, direbbe René Ferretti.
Non ho nulla da consigliare, ma mi permetto di unire i puntini e aggiungere semplicemente il totale alla somma degli addendi. Perché è questo che si dovrebbe fare nel calcio, niente di più niente di meno.
Da circa 50 giorni su queste colonne si è avvisato che il prosieguo della stagione sarebbe passato dall'imbuto strettissimo della quarantena estesa a tutti i compagni di squadra e agli ultimi avversari di un eventuale nuovo caso di coronavirus, un provvedimento che avrebbe automaticamente terminato la stagione visto che (scritto a fine marzo) sarebbe stato impensabile cominciare prima del 7 giugno.
Bene. Siamo al 12 maggio, e siamo ancora allo stesso punto. Magari sono io particolarmente arguto, o magari sarebbe stato semplicemente sufficiente guardare con onestà intellettuale la situazione. La situazione sanitaria è questa, seppure aiutata da numeri di contagio per ora sempre migliori: il calcio non è equiparabile alle altre categorie a rischio perché è di fatto quella più a rischio, dove si creano le condizioni di promiscuità peggiore e in assenza totale di qualsiasi precauzione, per definizione.
Sarebbe bastato guardare la realtà in faccia, non giocare alla giostra dell'appeso creando la figura dell'anticalcio nel ministro Spadafora, rendersi contro che al Comitato Scientifico manco gli passa per la capa di fare le riunioni carbonare per sabotare il calcio, e capire che questa era e continua a rimanere la realtà. E non cambierà, dunque inutile che il calcio continui a rinviare dall'affrontare il problema.
Questo è. Ed essendo questo, vuol dire che è altamente improbabile che la stagione qualora partisse, poi possa terminare dopo il primo contagiato.
Anche se certo, ci sono due situazioni surreali. La prima è quella dei medici dei club, su cui ricade ogni responsabilità legale (come minimo dovrebbero condividerla con il club).
Ma la seconda è un'altra.

Immaginate la situazione. Il calcio che né la Figc, né la Serie A, né il Governo hanno il coraggio di fermare mettendoci la faccia, potrebbe a un certo punto fermarsi perché il medico della Spal o magari della Juventus o magari della Roma o magari di chiunque - rilevi un giocatore, magari a malapena panchinaro, positivo al test.
E a quel punto immaginate come si dovrebbe sentire il medico di quella squadra, o il presidente di quella società, che farebbe saltare i 300 milioni che il calcio italiano attende. Immaginate che responsabilità di essere additato come la causa del crack del calcio. Immaginate la pressione delle televisioni.
Una situazione molto, molto pericolosa. Sembra un episodio da 'Black Mirror'. Così tante pressioni che a qualcuno potrebbe anche venire la tentazione di non dire la verità. E non fate la faccia scandalizzata perché la storia del calcio ci ha insegnato che è sempre meglio prepararsi al peggio.

Per questo, per non cominciare un ambaradan con l'altissimo rischio di chiuderlo poco dopo, per questo la Serie A deve considerare i playoff.
Non può avere tutto come prima, la Serie A, e nemmeno le television possonoi.
A qualcosa bisogna rinunciare, per non rischiare di perdere tutto.

E semplicemente i playoff, spalmati ipoteticamente in sei possibili date, permettono di avere due o tre cuscinetti temporali in mezzo che permetterebbero di assorbire anche due/tre tornate di eventuali nuovi positivi.

La vita è cambiata. E per uscire da questo casino, senza rischiare di fare la cosa sbagliata, bisogna sapersi adattare.

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