Decreto Crescita, i club provano ad aggirare lo stop. Ecco come può accadere

Il Decreto Crescita continua ad essere un tema. Nel mese di gennaio il Governo l'aveva sostanzialmente abolito per il calcio e per lo sport ma, come scrive Repubblica, i club della Serie A non si sono mai arresi. Da settimane, avvocati e consulenti della società lavorano per trovare interpretazioni e/o falle nella norma che ha escluso il mondo del pallone dalle agevolazioni fiscali. Inizialmente non sembravano esserci appigli, ma ora filtra un malcelato ottimismo.

Il quotidiano si espone così: "Sembra che i tesserati arrivati in Italia prima del 31 dicembre 2023 possano conservare il diritto ai 5 anni di imposte agevolate più ulteriori 3 anni in caso di ulteriore permanenza sul territorio italiano. Insomma, così fosse il rinnovo eventuale non verrebbe intaccato (almeno per i primi 3 anni)". Per i nuovi arrivi dall'estero, sono tre i nodi interpretativi. Il primo è culturale: la detassazione sarebbe applicabile a chi ha almeno una laurea triennale in tasca.

C'è poi una questione fiscale: nella norma si legge di una soglia di 600mila euro, ma sarebbe previsto "un abbattimento dell'imponibile fiscale fino al 60% qualora il lavoratore si trasferisca in Italia con un figlio minore o in caso di nascita di un figlio". Questo, secondo i giuristi interpellati dalla Lega Serie A, aggirerebbe il vincolo sul reddito. Infine, una questione immobiliare: si prevedono agevolazioni per ulteriori tre periodi d'imposta per chi abbia acquistato "un immobile in Italia adibito ad abitazione principale entro il 31 dicembre 2023". Tre scenari che fanno ben sperare e sembrano garantire un futuro per il Decreto Crescita nel calcio.