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Carlo Nesti: “Lettera aperta ai tifosi bianconeri e nerazzurri"

Carlo Nesti: “Lettera aperta ai tifosi bianconeri e nerazzurri"TUTTO mercato WEB
giovedì 25 aprile 2024, 12:22La scheda di Carlo Nesti
di Carlo Nesti

Questo è il diario dei miei "pensieri", a partire dal luglio 2023, fino ad oggi, in ordine inverso. Per consultare l'archivio delle stagioni precedenti, digitate https://www.tuttomercatoweb.com/la-scheda-di-carlo-nesti
abbraccio!

25-4-2024
Carlo Nesti: “Lettera aperta ai tifosi bianconeri e nerazzurri"

Cari amici bianconeri e nerazzurri, sono 18 anni, e cioè dal 2006, che la maggior parte dei discorsi dei tifosi riportano a Calciopoli. Avrebbe senso se i cittadini americani discutessero ancora, prevalentemente, della guerra in Vietnam? O se i cittadini europei agissero, allo stesso modo, con la Seconda Guerra Mondiale? Ogni passato è imperfetto, questo è vero, ma Dio ci ha fatti per vivere il presente, e tanti presenti formano il futuro. Se volete, continuate a riportare indietro il nastro di 18 anni, ma vi perdete la freschezza della conversazione sulla corsa alla zona Champions League, e alle altre Coppe, sulla lotta per non retrocedere, sulla prossima campagna acquisti, e sugli imminenti Europei. Vi assicuro che è più stimolante e divertente, che non rivangare sempre su "rubentini" e "cartonati". Un abbraccio!

23-4-2024
Carlo Nesti: “Il trionfo di un'Inter "adamantina""

"Adamantina", in senso figurato, significa "dura, solida, indomabile, incorruttibile". Cercando di essere originale, fra i tanti aggettivi assegnati all'Inter-Venti, quella delle 2 stelle, consentitemi di adottare questo. Interventi, compiuti da Marotta e Inzaghi, in ogni zona del campo, fino a renderla completa in ogni reparto. E' stata la squadra della rosa profonda, delle alternative valide per ciascun giocatore. Il massimo sugli esterni, con Dumfries e Carlo Augusto dietro a Darmian e Dimarco. Il minimo in attacco, con Arnautovic e Sanchez dietro a Lautaro e Thuram. Come l'anno scorso, con il Napoli, un dominio assoluto, e un distacco consistente. Ben 79 gol fatti, e appena 18 subiti, indicano un equilibrio tattico spostato in avanti sul terreno di gioco, alla conquista della metacampo altrui. Un calcio europeista e propositivo, che ha attinto dalla smania di riscatto, generata dalla sconfitta di un anno fa a Istanbul.

16-4-2024
Carlo Nesti: “Juve: i tormenti di Giuntoli"

E' difficile intuire quale sarà il mercato della Juventus, senza sapere se Giuntoli dovrà ispirarsi al 3-5-2 di Allegri, o al 4-3-3 di un nuovo allenatore. A centrocampo, è già avvenuta una grave perdita: quella di Ferguson. Era lui la pedina ideale per spalleggiare Koopmeiners, con il rientro di Fagioli regista. Ora sono ipotizzabili Amrabat e Samardzic. Azzardato pensare a 50 milioni per Alcaraz, senza averlo visto neppure giocare. In difesa, si teme la perdita di Bremer, non perché lo si voglia, ma per la clausola rescissoria di (appena) 60 milioni. Arriverà Calafiori, con Danilo, Gatti e il rientrante Huijsen. Sulle fasce laterali, perso Felipe Anderson, l'unica certezza è Cambiaso, Kostic e Weah sono partenti, e in pole position appare Greenwood. In attacco, o verrà superata l'ostinazione di Allegri, nel non provare insieme Yildiz, Vlahovic e Chiesa, oppure si aprirà un nuovo scenario, senza Chiesa, Kean e Illing, ma con Soulé.

9-4-2024
Carlo Nesti: “Centravanti azzurro: piange il telefono"

Il campionato dell'era contemporanea ha celebrato, non troppo tempo fa, un attaccante italiano. Quattro titoli di capocannoniere, come non era mai riuscito nessuno: Ciro Immobile. Eppure, il laziale, comunque campione europeo, non ha convinto in Nazionale, e ha creato attorno a sé il deserto. Forse mai, come in questo periodo, per di più a poche settimane dalla difesa di un titolo, l'Italia si era trovata senza un centravanti. Nella classifica cannonieri, il primo elemento nostrano è Orsolini, 10 gol, nono: non è una punta. Spalletti dovrà pescare, disperatamente, fra Raspadori, Retegui e Scamacca, tutti sotto il diciannovesimo posto. Nel 1982, Bearzot poteva districarsi fra Rossi, Graziani, Altobelli, Selvaggi, Bettega e Pruzzo. Nel 2006, Lippi poteva contare su Gilardino, Toni, Inzaghi, Del Piero e Totti. Ora, se il citì cerca di chiamare un centravanti, piange il telefono, al quale rispondevano i Piola e i Riva: fino a quando?

5-4-2024
Carlo Nesti: “Allegri al 90%, ma tifo per un altro allenatore"

La Juventus non può aspettare di sapere se finirà fra le prime 4 o 5 del campionato, e se vincerà la Coppa Italia, senza programmare già il futuro. Al 90 per 100, Allegri sarà l'allenatore anche nella prossima stagione, e difficilmente modificherà la sua filosofia tattica: il 3-5-2. Per questo motivo, non mi torna la strategia di Giuntoli, che è chiaramente orientata verso il tridente offensivo. Chi cambierà idea dei 2? Nei piani di Giuntoli, ci sono Vlahovic al centro, Chiesa a sinistra, e un esterno destro. Cambiaso, che si sta rivelando un elemento utilissimo, potrebbe essere una soluzione interna, per concentrare la spesa a centrocampo: Koopmainers e Ferguson. Ma, volendo rafforzare il parco-esterni, ecco spuntare i nomi di Felipe Anderson, Zaccagni e Greenwood. Resta il dubbio di partenza: come si concilieranno le idee di Allegri e Giuntoli? Sarà veramente Allegri il prossimo pilota della macchina bianconera?

PRECISAZIONE - Cari amici, vorrei precisare che la mia è solo una amara previsione, dettata dalle continue dichiarazioni di fiducia dei dirigenti, e dai 7 + 2 milioni di ingaggio, che la Juventus getterebbe alle ortiche. Personalmente, invece, come ho detto più volte, vorrei una Juventus senza Allegri, ma con un allenatore giochista, adatto a lavorare con i giovani. Il sogno è Conte, ma la realtà potrebbe essere Thiago Motta o Gasperini.

27-3-2024
Carlo Nesti: “Perché Acerbi non è condannabile”

Un mondo nel quale non sapessimo separare i sentimenti e la parzialità, dalla legalità e dall'imparzialità, sarebbe un mondo incivile. Comprendo che il cuore dei napoletani stia con Juan Jesus, perché anche io, se avessi come compagno di squadra il difensore, crederei alla sua buona fede. Ma spiegatemi come diavolo dovrebbe comportarsi la giustizia sportiva senza le prove di un reato. Assecondare un'onda di indignazione, senza basi concrete, sarebbe pura barbarie. Anche perché parliamoci chiaro: se non ci fossero stati di mezzo Inter e Napoli, i giornali sportivi non avrebbero dedicato 4 pagine al giorno alla vicenda. Di razzismo, bisognerebb e ragionare poco e sempre, e non molto, ma una tantum. Pensate un po' se fosse successo il contrario: 10 giornate ad Acerbi, ripeto, senza prove! Ma dai... La somma giustizia mi piace. La giustizia sommaria mi offende.

20-3-2024
Carlo Nesti: “Lautaro re delle pagelle”

Grazie all’analisi e alla sintesi di Massimo Fiandrino, abbiamo preso in considerazione i voti in pagella dei giocatori di Serie A, espressi dai 3 quotidiani sportivi italiani: m“La Gazzetta dello Sport”, “Corriere dello Sport” e “Tuttosport”. Dopo 29 giornate, le medie voto premiano questi giocatori: Lautaro Martinez (Inter) 6,74; Zirkzee (Bologna) 6,62; Buongiorno (Torino) 6,58; Thuram (Inter) 6,56; Bisseck (Inter) e Dybala (Roma) 6,54. Dando un’occhiata panoramica alle 9 potenziali “grandi” del torneo, in ordine alfabetico, i leader in classifica sono: nell’Atalanta-Koopmeiners 6,4, nella Fiorentina-Terracciano 6,37, nell’Inter-L. Martinez 6,74, nella Juventus-Bremer 6,36, nella Lazio-Provedel  6,24, nel Milan-Pulisic 6,35, nel Napoli-Kvaratskhelia 6,18, nella Roma-Dybala 6,54, e nel Torino-Buongiorno 6,58.

15-3-2024
Carlo Nesti: “Juve-Toro: come dividere il cuore a metà”

27 ottobre 1963: il giorno nel quale entrai allo Stadio Comunale di Torino con una bandiera, e uscii con un'altra. Messa giù così, sembrerebbe la rievocazione di un "tradimento", di un voltafaccia ipocrita e vigliacco. Per me, invece, fu il momento in cui, a 8 anni, il calcio mise a nudo 2 anime.

Si giocava il derby della città: Juventus contro Torino. Partii di casa, orgogliosamente, con la bandiera bianconera. E Juve, per me, era papà, colui che, per primo, mi aveva trasmesso la passione per il pallone. Ero innamorato del suo modo di tifare, appassionato, competente, equilibrato e civilissimo.

Lui era italiano, ma era nato a Smirne, aveva vissuto la gioventù sulla meravigliosa isola di Rodi, aveva combattuto in Jugoslavia, e aveva girato la penisola, prima di arrivare a Torino, fermarsi, e conoscere mamma. Si era divertito, ma aveva dovuto lavorare e sudare per vivere una vita più che decorosa.

Il suo legame con la Juve non era quello elitario dell'alta borghesia cittadina, ma, casomai, quello dell'emigrante, residente in una nostra colonia, che vedeva la squadra come simbolo tricolore. E, soprattutto, quello di chi ne apprezzava lo "stile", il rispetto, comunque, dell'avversario.

Tifare Juve, dunque, era per me il primo contatto con la "cultura sportiva". Altri, nell'epoca di Boniperti, Charles e Sivori, avrebbero magari insegnato ai figli il "dovere" di vincere. Lui, invece, mi spiegò, ricordando quanto i giocatori avevano sofferto contro il Grande Torino, la virtù del "saper perdere".

Anche quel giorno, la Juve, seppure in fase calante, non si smentì: 3-0 in meno di mezz'ora, con gol al 3' di Nenè, al 29' Del Sol, e al 32' di Sivori. Per me, debuttare in un derby così, e saltare per 3 volte fra le braccia di papà, fu una gioia indescrivibile. La vittoria, meritata, del più forte.

Poi, però, i miei occhi di bambino di 8 anni, un po' annoiati da una partita ormai decisa, cominciarono a guardarsi intorno. Incrociai lo sguardo triste di altri coetanei, mortificati, con la bandiera granata del Toro arrotolata fra le gambe. E iniziai a isolarmi da tutto il resto, e a pensare...

Qualche anno prima, quando ero ancora più piccolo, i genitori mi lasciavano a casa di nonna, il sabato sera, per andare al cinema. Mamma, nonna, la sorella della nonna, zia Caterina, e, soprattutto, zio Felice erano tifosi del Toro. Come potevo essere insensibile al formidabile accerchiamento?

Non c'era occasione in cui zio, scapolo impenitente, prima di uscire per la sua "notte brava" da play boy, non raccontasse le imprese del Grande Torino, il modo di giocare, entusiasmante e vincente, di Valentino Mazzola e compagni. A me sembravano fiabe bellissime, sempre con un roseo finale.

Poi, arrivò la sera in cui lui smise di sorridere, e narrò di un pomeriggio cupo di maggio, di una collina di nome Superga, e dello schianto di un aereo. Io, all'inizio, pensai che zio non avesse voglia di raccontare, o che fosse cominciata un'altra favola più triste, popolata di orchi e di streghe.

Poco alla volta, compresi che non era così. Dopo centinaia di partite travolgenti, la fiaba si concludeva con il grande "uccello", in volo da Lisbona a Torino, dalle ali spezzate. “Perché? Perché? Perché?” Per un bambino, non ancora in grado di capire cosa significava "destino", fu difficile accettarlo. Molto difficile.

Così, quando scoppiò una rissa selvaggia, e il capitano del Toro Ferrini rincorse per il campo la “stella” Sivori, che lo scherniva, per scalciarlo, riaffiorò nella memoria quella storia. E soprattutto la rabbia di chi, 14 anni prima, aveva perso tutti i suoi "idoli", "eroi" di un fumetto vero.

Senza gettare via la bandiera della Juve, ma semplicemente, appoggiandola sotto la sedia, pretesi da papà, allibito, che acquistasse la bandiera del Toro. E feci una scenata tale, gridando e piangendo, che, alla fine, fu costretto ad accontentarmi. Non poteva sapere cosa era successo dentro di me.

A 3 minuti dallo scadere, Hitchens segnò il gol dell'1-3, e lo festeggiai come se fosse la rete della vittoria, ritrovando la letizia sul viso di quei bambini tristi. Papà, fischiettando per mascherare l’imbarazzo, fu costretto a riaccompagnare a casa un figlio con 2 bandiere, soddisfatto di essersi sdoppiato.

Per tutta l'adolescenza, tifai per la Juve, e fu un amore intenso. Ma poi, cominciando il mestiere di giornalista, conoscendo entrambi gli ambienti, le passioni si mescolarono insieme, abbandonai il tifo, e diventai un "simpatizzante" a "sangue misto", sedotto dalla grande storia di entrambe le squadre.

In quel "modo di essere", certo poco comprensibile per i tifosi-standard, c'era una ricchezza che varcava i confini del pallone. La Juve era, dentro di me, la "ragione", la consapevolezza di valere, lo "stile" (almeno prima di Calciopoli) nell'evitare gli eccessi, nella ricerca del successo.

Il Toro, invece, era l'"istinto", il "revanscismo", e cioè la smania costante del riscatto, per qualcuno di insostituibile che il “fato” ti aveva portato via per sempre. E tutte le volte in cui anch'io mi sentivo privato, ingiustamente, di qualcosa, mi coloravo di granata. Insomma: dottor Jekill e Mister Hyde.

Ho incontrato spesso l’ostilità di chi non ha mai accettato che non fossi "schierato". Ma ho conosciuto pure la stima di chi ha apprezzato l’obbiettività. E sono cresciuto tendenzialmente razionale, ma anche attraversato da raffiche di passionalità. Vampate d'ira? Sì, se no, non sarei stato me stesso.

(DAL LIBRO “IL MIO CIRCUITO SI CHIAMA PARADISO”, EDIZIONI SAN PAOLO)

14-3-2024
Carlo Nesti: “Inter: errori e malocchio”

Non è stata la solita Inter nella partita di andata, perché era necessario segnare più di un gol. Non è stata la solita Inter nella partita di ritorno, perché troppi giocatori si sono espressi al di sotto delle possibilità: Pavard, Dumfries, Mkhitaryan, Thuram e Lautaro. Solo Sommer e Dimarco hanno costituito le eccellenze nerazzurre. Indubbiamente, essere battuti da Depay in extremis, e perdere ai rigori, al di là di qualsiasi errore, significa essere veramente sfortunati. Verificando il possesso palla, nell’arco dei 120 minuti, si scopre un 50% a testa, con la differenza che quello della squadra di Simeone è stato più aggressivo. A livello di tiri, la maggiore intraprendenza degli spagnoli si misura in 22 conclusioni a 11. Scoccia pensare che l’Inter era la formazione più degna di rappresentare il calcio italiano nel proseguimento della Champions.

6-3-2024
Carlo Nesti: “Un Var alla rovescia”

Tenendo conto di quale maggioranza di telecamere riprende le aree dei campi da gioco, rispetto a quelle destinate ad altre zone del terreno, l’avvento del Var ipotizzava una sentenza. Sarebbe stato molto più facile giudicare gli episodi da rigore, che non i fuorigioco. Ma, se è vero che la realtà supera spesso la fantasia, è ormai chiaro il contrario. Continuano i casi-Barella, dove puoi avere tutta una serie di riprese, e neppure il Var aiuta Ayroldi a capirci qualcosa di chiaro. Viceversa, basta una telecamera, con il supporto della tecnologia, per avere la certezza millimetrica del fuorigioco. In attesa di raccapezzarci sui penalties, sarei felice di una modifica riguardante gli off side. Invece di lasciare ad un alluce il compito di stabilire la posizione di un giocatore, vorrei che fosse, come una volta, il concetto di “luce” fra gli ultimi 2 giocatori a determinare il fuorigioco.

28-2-2024
Carlo Nesti: “Juve casa e Chiesa? Non più”

Alex Sandro sferra un calcione involontario, e Chiesa crolla a terra. Brutta contusone, e fine anticipata dell’allenamento per l’attaccante. Ma quanta sfiga si porta addosso l’ex viola? Da 2 stagioni, la sua carriera è legata da un cordone ombelicale all’infermeria. Il vero problema non è mai la gamba infortunata, bensì l’altra, istintivamente caricata di maggior peso. Ed ecco, dunque, la costante paura di farsi male, aggravata dalle abitudini di Chiesa. Lui vive di scatti, guizzi, strappi, che tolgono ancora di più sicurezza. Io, da sempre, tifo per lui, ma soltanto su un fronte gli nego la fiducia. E’ noto che, in vista del futuro, esige più soldi. Ma come fa ad avere queste pretese un professionista, che ha dato così poco alla Juventus? Chi immaginava, come me, un bianconero a vita, si deve ricredere. Di questo passo, con la crescita di Yildiz, Chiesa è più che mai sul mercato.

21-2-2024
Carlo Nesti: “L’Inter rinnega il suo DNA storico”

Questione di DNA. La Milano del calcio ha uno strano destino. In campo internazionale, con le dovute eccezioni, l’Inter è “leone”, e il Milan è “pavone”. Intendo dire che l’Inter, quando ha vinto, è sempre stata emblema di un football pragmatico, attendistico e calcolatore. Lo dicono gli abiti tattici di 3 allenatori: Helenio Herrera, Giovanni Trapattoni e Josè Mourinho. Il Milan, al contrario, nella lunga era Berlusconi, a partire da Sacchi, è stato foriero del “bel giuoco”, come avrebbe detto il grande Silvio. Ecco che oggi, al contrario, esiste la prospettiva di un’Inter bella e vincente, sempre che per eliminare l’Atletico Madrid basti questo ingiusto 1-0. Perché ingiusto? Perché Sommer non è stato costretto a subire un solo tiro nello specchio della porta. E perché un rigore negato, e 3 occasioni fallite fanno venire il mal di stomaco.

14-2-2024
Carlo Nesti: “Quel cartellino blu dipinto di blu”

Nel blu dipinto di blu: il mondo arbitrale trova un altro colore, oltre al giallo e al rosso. Probabilmente, nella prossima stagione, i falli tattici e le proteste eccessive verranno puniti proprio da un cartellino blu, che automaticamente equivarrà all’espulsione di quel giocatore per 10 minuti. Da noi, tante volte, dinanzi ad un fallo ai limiti dell’espulsione, ma non ancora punibile così severamente, si è parlato di cartellino arancione, una via di mezzo fra il giallo e il rosso. Io avrei preferito una soluzione disciplinare di questo genere. Intendo dire un cartellino giallo, uno arancione, in coincidenza con 2 falli rilevanti, prima di alzare il cartellino rosso. Insomma: una maggiore gradualità, prima di lasciare una squadra di 10, perché l’inferiorità numerica falsa troppo l’andamento delle partite. Ma, ormai, questa strada è stata abbandonata, e devo rassegnarmi al blu dipinto di blu.

5-2-2024
Carlo Nesti: “I perché di Inter-Juventus”

Prima della partita, avevo sintetizzato: fra Inter e Juventus, difese alla pari, ma nerazzurri superiori a centrocampo, sulle fasce, e in attacco. Il punto non era vedere se l'Inter sarebbe stata in grado di cambiare pelle, ma se questa operazione chirurgica sarebbe riuscita alla Juventus, qualora si fosse trovata in svantaggio. Ebbene: l'Inter ha fatto l'Inter, esaltando la fase propositiva, e, soprattutto nel primo tempo, schiacciando la Juventus nella sua metacampo. I bianconeri, viceversa, avrebbero dovuto diventare offensivi, una volta subito il gol. Ma non si impara in 45 minuti, contro la squadra più forte, ad essere quello, che non si è mai stati. E infatti, per carità, qualche occasione è arrivata, ma quante in rapporto alla raffica nerazzurra? L'Inter vincerà lo scudetto, fedele a se stessa. La Juventus crescerà solo se aggiungerà alla fase di contenimento intensità e gioco.

31-1-2024
Carlo Nesti: “Juve: si può dare di più"”

Si può giocare meglio della Juventus, rimasta in 10, per un'ora, contro l'Empoli? La risposta è sì, come sostiene anche Arrigo Sacchi. Sì, perché la squadra ha una organizzazione difensiva da 10, e una organizzazione offensiva da 6. In inferiorità numerica, contro una squadra che ha 40 punti meno di te, non è ammissibile lasciare una costante supremazia nel possesso di palla agli avversari, puntando solo sull'azione di rimessa. Inoltre, se si vuole essere una formazione da scudetto, devi avere il coraggio di cambiare l'impostazione tattica, sostituendo, ad esempio, Alex Sandro con Yldiz. Quindi, 4-3-2: Cambiaso, Gatti, Bremer, Kostic; McKennie, Locatelli, Miretti; Yldiz, Vlahovic. D'altro canto, come sostiene Sacchi, l'importante è che ogni uomo, in 10, occupi una zona circoscritta del campo. Il fatto di attuare la difesa a 4 è, di solito, il primo espediente per rubare spazi ai rivali.

23-1-2024
Carlo Nesti: “Quel rombo di tuono che scuote il paradiso”

E' stato scritto tutto. Ed io, come lo immagino? Lo immagino come una statua, al largo di Cagliari. Con un fascino virile pari al fascino erotico di una sirena. Gigi Riva che ammira ciò che ha fatto, durante la carriera, dal mare. Era un bomber, di quelli che non esistono più sui nostri campi di calcio. Aveva il coraggio di chi immola 2 volte le gambe sull’altare della Nazionale. Percepiva l’appartenenza di chi non lascerebbe l'isola neanche a peso d'oro. Usava lo stesso romanticismo di chi raccontava "Tutto il calcio minuto per minuto". Aveva sempre il silenzio giusto, nei panni di giocatore, per incidere più delle parole. Aveva sempre la frase giusta, nei panni di dirigente, per ogni atleta azzurro. E adesso? Cosa resta adesso nell'aria? Quel rombo di tuono, che sentiremo nei filmati, e che sentiranno, da oggi, in paradiso.

16-1-2024
Carlo Nesti: “”Ei fu.” lo Special One: José Mourinho”

“Ei fu.”, lo Special One, “Siccome immobile”. Immagino, con enfasi manzoniana, José Mourinho attonito, dinanzi alla sentenza. Da oggi, non è più l’allenatore che, con la sua sola presenza, riempiva in ogni ordine di posti lo Stadio Olimpico. Dei “sold out”, resta un “out”. Fuori lui, dentro Capitan Presente De Rossi. Riconosciamo al portoghese la capacità di pilotare la Roma verso 2 traguardi europei (uno centrato). E di avere convinto Dybala e Lukaku, con il suo appeal, ad indossare la maglia giallorossa. Ma ammettiamo anche che una overdose di tensione ha terremotato non solo gli arbitri: pure i giocatori. Che è facile essere Special One quando lavori con le rose di Inter, Real Madrid, Chelsea e Manchester United. E che è troppo poco regalare ad un pubblico maestoso un gioco inguardabile. Ecco un nono posto a metà torneo, senza Coppa Italia. “Dato il mortal sospiro, Stette la spoglia immemore”.

10-1-2024
Carlo Nesti: “Superpagella dell'andata: 3 su 5 sono dell'Inter”

Grazie all’analisi e alla sintesi di Massimo Fiandrino, abbiamo preso in considerazione i voti in pagella dei giocatori di Serie A, espressi dai 3 quotidiani sportivi italiani: “La Gazzetta dello Sport”, “Corriere dello Sport” e “Tuttosport”. Dopo 19 giornate, alla fine del girone di andata, le medie voto premiano Lautaro Martinez (Inter) 6,84; Bisseck (Inter) 6,71; Gudmundsson (Genoa) 6,64; Thuram (Inter) 6,6; e Yildiz (Juventus) 6,62. Dando un’occhiata panoramica alle 9 potenziali “grandi” del torneo, in ordine alfabetico, i leader in classifica sono: nell’Atalanta-Koopmeiners 6,34, nella Fiorentina-Terracciano 6,45, nell’Inter-L. Martinez 6,84 , nella Juventus-Yildiz 6,62, nella Lazio-Provedel 6,3, nel Milan-Pulisic 6,39, nel Napoli-Osimhen 6,21, nella Roma-Dybala 6,4, e nel Torino-Buongiorno 6,51. N.B.: presi in considerazione i giocatori con almeno 4 presenze in campo su 19.

3-1-2024
Carlo Nesti: “Gatti: ultimo bianconero della classe operaia”

Il mito della classe operaia, che va in paradiso, è legato ad un passato di feroci lotte sindacali. Noi lo vogliamo tenere di vita per i giocatori della Juventus, la prima società che, con l’approdo dei lavoratori meridionali a Torino, lo hanno incarnato. Negli anni 70, Anastasi, simbolo di una intera classe sociale: quella di chi lasciava a malincuore il Sud per guadagnarsi da vivere nelle fabbriche del nord. Negli anni 80, Scirea, un diamante forgiato nelle condizioni più umili, tornitore con un papà operaio di origini siciliane, impiegato alla Pirelli. Negli anni 90, Torricelli, il falegname della Caratese, benedetto dal cielo proprio grazie ad una amichevole della Juventus contro la sua squadra di Serie D. E oggi, dopo i Ravanelli e i Iaquinta, ecco Gatti, muratore nel tempo libero, fra partite di Promozione ed Eccellenza. Doveva finire al Torino, e forse sarebbe stato ancora più “operaio”: che ne dite?

27-12-2023
Carlo Nesti: “ Chi arriva sul mercato?”

La torre del mercato comincia dall'Inter, e da Buchanan, 6 milioni possibili per sostituire Cuadrado. La Juventus cerca il salto di qualità, a centrocampo, con Phillips e Koopmeiners. Il Milan ha subito una tempesta di infortuni, e l'ultimo k.o. di Tiaw sembra aprire le porte a Badiashile. A proposito di difensori, il Napoli sente tanto la mancanza di Kim, e 3 uomini sono in lizza: Itakura, Dragusin e Demiral. L'Atalanta ha bisogno di non scalare sempre De Roon, per cui ecco spuntare la candidatura di Mosquera. Nel Bologna si medita su come conservare le ambizioni del quarto posto, e il vice-Zirkzee potrebbe essere Castro. La squadra più chiassosa, in questo momento, è la Roma, visto l'altisonante nome di Bonucci: ma serve ancora? L'infortunio di Nico Gonzalez rende urgente, nella Fiorentina, un esterno offensivo, e potrebbe essere Beste.

21-12-2023
Carlo Nesti: “Serie A: cosa ci porta il Natale?”

Cosa porta il Natale sotto l'albero? 1) Una grande Inter, completa in ogni reparto (Bologna permettendo...). 2) La Juve è granitica in difesa, ma non ha abbastanza coraggio. 3) Il Milan ha discrete individualità, ma troppi infortuni. 4) Il Bologna, che tremare il mondo fa, rinnova i fasti degli anni Sessanta? 5) Il Napoli non può che migliorare con Osihmen e Kvara, eppure... 6) La Fiorentina segna gol meno di quanto potrebbe. 7) L'Atalanta sa essere un orologio svizzero. 8) La Roma dovrebbe migliorare in intensità. 9) Nel Torino, con 2 punte, si vola in alto. 10) Nel Monza, la stabilità ricorda la scorsa stagione. 11) In casa Lazio, Sarri ha ragione: ambiente troppo inquieto. Morale della favola. La favorita è l'Inter, a meno che nella Juve non esplodano Chiesa e Vlahovic, e a meno che nel Milan, una volta svuotata l'infermeria, Leao non diventi un autentico uomo-gol.

12-12-2023
Carlo Nesti: “Il nuovo Ibra: carismatico o ingombrante?”

Premetto che chi scrive era, ed è tifoso di Maldini, e si sente ancora orfano della sua presenza. Il Cardinale, tuttavia, è stato di Enciclica contraria, e pace all’anima sua. Si apre, dunque, il capitolo Ibrahimovic dirigente, e non più giocatore. E qui, sulla bilancia, comincia la danza dei pesi e dei contrappesi. Per il Senior Advisor (definizione italiana mai, per carità…), avrà più rilevanza l’essere carismatico, o l’essere ingombrante? Ha ragione Capello, che sostiene come Zlatan debba essere un sostegno per Pioli, senza che Pioli perda credibilità nello spogliatoio. Per la verità, al Milan di oggi serviva ancora un Ibra in campo, visti i 37 anni di Giroud, e la penuria di alternative. Ma i 42 anni dello svedese chiudono in partenza qualsiasi remake. La priorità del nuovo dirigente è recuperare gli infortunati, Leao in testa, perché il nuovo Milan rivoluzionato non può essere anche mutilato.

5-12-2023
Carlo Nesti: "Una Juve come la giacca di Allegri

L'Inter è la più forte, la più in forma, la più bella. Siamo tutti d'accordo. Ma cos'è questa Juve, che si muove, silente, dietro la capolista? E' una squadra, a immagine e somiglianza della giacca gettata via da Allegri. Voglio dire: guai a commettere una distrazione, una mancanza, una anomalia. E dire che la difesa è orfana della sua guida: Danilo. Il centrocampo è una blocco di cemento, e non una porzione di plastica. Non brilla, non inventa, non crea, ma comunque lo rigiri ti mostra sempre la faccia truce: quella di chi è incazzato per avere già perso Pogba, e poi Fagioli, e poi Locatelli. Gli esterni hanno scoperto in McKennie e Cambiaso 2 pedine, strategicamente, sorprendenti. L'attacco è pura potenzialità, nel senso che, a seconda delle lune, una domenica vale 5, e una domenica vale 8. Chiesa e Vlahovic meriterebbero anche di giocarsi le carte per 90 minuti, e non solo per 75.

30-11-2023
Carlo Nesti: "Juve-Inter: quando il poco dice molto"

Una brutta partita come Juventus-Inter, di solito, dice poco. Nel caso dell'Allianz Stadium, invece, credo di poter affermare che è stato cancellato un verdetto. Quello secondo il quale esisteva un grande divario, a favore dei nerazzurri, rispetto ai bianconeri. Potrà emergere quando le squadre affronteranno altri avversari. Ma, quando se la vedranno fra loro, l'applicazione feroce della Juventus, la formazione meno forte, compenserà il centrocampo ferrigno dell'Inter. A parità di difese, le variabili scaturiranno dagli attacchi. Oggi Lautaro-Thuram sono superiori, ma potenzialmente Vlahovic-Chiesa hanno notevoli margini di miglioramento. Se esiste una rabbiosa ostilità fra le tifoserie, al contrario esiste un grande rispetto reciproco fra le squadre, ed anche a Torino si è visto. Soprattutto nel secondo tempo, è come se le lancette dell'orologio si fossero fermate, e i freni a mano sono scattati. The end.

23-11-2023
Carlo Nesti: "Lautaro re delle pagelle"

Grazie all’analisi e alla sintesi di Massimo Fiandrino, abbiamo preso in considerazione i voti in pagella dei giocatori di Serie A, espressi dai 3 quotidiani sportivi italiani: “La Gazzetta dello Sport”, “Corriere dello Sport” e “Tuttosport”. Dopo 12 giornate le medie voto premiano, al vertice della classifica, Lautaro Martinez (Inter) 6,79, autentico uomo-simbolo della capolista Inter; Soulè (Frosinone); Thuram (Inter) 6,68; Fabbian (Bologna) 6,67 e Zirkee (Bologna) 6,6. Seguono Colpani (Monza) 6 57 e Ibrahimovic (Frosinone) 6,56, che si fanno spazio fra le rivelazioni del torneo. I migliori delle squadre più titolate sono Pulisic-Milan, Chiesa-Juventus, Politano-Napoli, Luis Alberto-Lazio, Buongiorno-Torino, Bonaventura e Gonzalez-Fiorentina, Belotti-Roma e Scamacca-Atalanta.

14-11-2023
Carlo Nesti: "L'accanimento arbitrale contro il Torino"

Il carico di torti arbitrali ai danni del Torino è veramente imbarazzante. Lo studio di Massimo Fiandrino aveva già documentato, in queste ultime stagioni, una realtà "fantozziana". Alla fine di ogni campionato, i granata risultavano sempre i primi, in quanto a errori commessi dai direttori di gara. Anche oggi, a questo punto del cammino, sono già 25 le sviste degli arbitri, Var compreso, davanti al Milan con 19, e alla Juventus con 12. Il presidente Cairo avrebbe tutti i diritti di protestare, ma, come sempre, ha scelto uno stile "soft", nel timore di far imbizzarrire ancora di più i direttori di gara. Sta di fatto che la "nuvoletta" di pioggia impiegatizia continua a perseguitare la Bianchina granata, e non esistono motivi logici o politici, per i quali infierire. Cairo è presidente della Rcs e della Sette: dà fastidio? Eppure ci sono personaggi, al timone di club di Serie A, che sfoggiano poteri economici superiori.

9-11-2023
Carlo Nesti: "Juve: i dirigenti di meno, Fagioli di più"

Gianluca Ferrero, presidente, e Maurizio Scanavino, amministratore delegato della Juventus hanno visto i loro stipendi ridotti, rispettivamente, a 400 mila e 800 mila Euro lordi, nel segno della sostenibilità. Andrea Agnelli percepiva 700 mila Euro lordi, ridotti a 450 mila per sua volontà. Contemporaneamente, lo "scommettitore" Nicolò Fagioli ha visto il suo stipendio aumentare a 1,5 milioni di Euro per 2 anni, in quanto occorre "aiutare un bravo ragazzo". In tutta franchezza, mi domando che senso ha diminuire il compenso di 2 dirigenti irreprensibili, e aumentarlo a beneficio di chi ha macchiato se stesso, e la società, rimediando una squalifica di 7 mesi. Io sono il primo dei buonisti, ma sono anche il primo ad amare la meritocrazia. Era legittima per Fagioli questa gratificazione, dopo avere tradito la Juventus? A quei livelli di remunerazione, non mi sembra ci sia bisogno di ulteriori incentivi.

2-11-2023
Carlo Nesti: "L'Inter è la squadra più forte"

Al di là dei distacchi minimi della classifica, mi voglio sbilanciare, dicendo che l'Inter è nettamente la squadra più forte del campionato. Se Inzaghi può effettuare, in ogni partita, tutte e 5 le sostituzioni possibili, è perché ha 22 titolari. Nessuno dispone di queste coppie di pari valore, con l'unica eccezione di un attacco meno assortito. La difesa è la meno battuta, con Sommer nuovo Onana, e Acerbi quercia dai mille rami. Il centrocampo, contro la Roma, si è espresso con una intensità europea, sfoggiando un uomo che per astuzia posizionale vale un centravanti: Frattesi. Sulle fasce laterali, come si fa a considerare una riserva il saettante Carlos Augusto? In attacco, la più bella scoperta del mercato è fregarsene dei capricci di Lukaku, e abbinare Lautaro e Thuram, quest'ultimo in grado di mettere a segno 4 gol e 5 assist in 10 gare. Una punta egoista se deve esserlo, ed altruista quando è necessario.

26-10-2023
Carlo Nesti: "Juve: squadra discreta, allenatore sufficiente"

Neppure dopo la vittoria contro il Milan, conseguenza anche di episodi fortunati, cambio la mia opinione sulla Juventus: squadra discreta, con margine di miglioramento, e allenatore sufficiente. Traducendo, intendo dire squadra al massimo da terzo posto, che significa, comunque, Champions League, e allenatore non ancora in grado di conferire al complesso un gioco propositivo. In ogni caso, è sbagliato pensare ad una Juventus povera, dopo avere perso Pogba e Fagioli. La nuova società in formato Elkann ha chiuso con il passato, archiviando Calciopoli, e sfoderando, dopo 2 ricapitalizzazioni da 400 e 300 milioni, una da 200 milioni. Risparmiando sui 10 milioni annui per Pogba, il mercato invernale si annuncia più suggestivo di quello estivo. Hojbjerg, Samardzic, De Paul e Berardi possono cambiare faccia al centrocampo. Attenzione, dunque, a immaginare una Juventus dal profilo basso.

18-10-2023
Carlo Nesti: "Il più e il meno degli azzuurri""

Il pareggio con la Macedonia del Nord, le vittorie contro l'Ucraina e Malta, e la sconfitta contro l'Inghilterra. Tenendo conto del brusco divorzio di Mancini in estate, i risultati azzurri non sono esaltanti, ma vista la tempesta del calcioscommesse, c'è almeno un aspetto che lascia ben sperare. Si tratta del gioco espresso nel primo tempo contro l'Inghilterra, anche se nella ripresa Spalletti ha ammesso leggerezze eccessive e cali atletici. Su livelli diversi, si sono imposti 2 giocatori. Da una parte, strepitoso Bellingham, praticamente imprendibile. Dall'altra, universale Udogie, interprete di diversi ruoli. Vale la pena citare anche la maturazione di Scamacca, che da centravanti ingombrante, sta diventando punta tecnica, al di là del gol. Peccato per la difesa, che in Acerbi, Bastoni, DI Lorenzo e Scalvini ha regalato troppo agli avversari.

11-10-2023
Carlo Nesti: "Lautaro re delle pagelle"

Grazie all’analisi e alla sintesi di Massimo Fiandrino, abbiamo preso in considerazione i voti in pagella dei giocatori di Serie A, espressi dai 3 quotidiani sportivi italiani: “La Gazzetta dello Sport”, “Corriere dello Sport” e “Tuttosport”. Dopo 8  giornate, le medie voto premiano queste posizioni in assoluto: Lautaro Martinez (Inter) 6,98; Berardi (Sassuolo) 6,94; Chiesa F. (Juventus) 6,72. Dando un’occhiata panoramica alle 9  potenziali “grandi” del torneo, in ordine alfabetico, i leader in classifica sono: nell’Atalanta Koopmeiners  6,26, nella Fiorentina Kayde 6,7, nell’Inter L. Martinez 6,98, nella Juventus Chiesa F.  6,72, nella Lazio L. Alberto 6,37, nel Milan Leao e Pulisic 6,54, nel Napoli Politano 6,4 , nella Roma Lukaku  6,71 e nel Torino Buongiorno  6,3. N.B.: presi in considerazione i giocatori con almeno 4 presenze in campo su 8.

06-10-2023
Carlo Nesti: "Derby di Torino, derby dei fischi"

Fischi, che fanno male, e lasciano l'amaro in bocca. Sono toccati alla Juventus e al Torino nella prima parte della stagione. E sono toccati, mi permetto di dire, con ragione, ovviamente non sempre, ma in casi mirati. Pensiamo a Sassuolo-Juventus? Pensiamo a Torino-Verona? La Juventus transita, con Vlahovic, dalla pubalgia alla lombalgia. Allegri, rispetto alla scorsa stagione, si regala 4 esterni degni di questo nome: McKennie, Weah, Cambiaso e Kostic. Szczesny e Gatti sono gli emblemi in un esordio di campionato disastroso. Il Torino non sembra più percorrere le strade dell'intensità, ma le vie di mezzo fra l'aggressività e la tecnica. Vlasic stenta nel trovare la condizione, mentre per Zapata resta da capire se sia meglio il ruolo di punta isolata, o di uomo in coppia con Sanabria. A centrocampo, infine, Ricci e Ilic devono ancora trovare l'assetto ideale.

28-9-2023
Carlo Nesti: "Inter-Milan: differenza di stimoli"

Differenza di stimoli e di uomini. L'Inter scivola sul Sassuolo, ignorando la lezione impartita dalla Berardi'band alla Juventus. Nonostante il gol di Dumfries, e con la complicità di Sommer, è la presunzione a beffare i nerazzurri. Nei turni infrasettimanali, chi abbassa la guardia è perduto. E' una delle variabili imposte dalle tante partite, nel giro di pochi giorni. Basta un calo di ritmo, e i verdetti del primo tempo si capovolgono. Il Milan vuole dimostrare, a Cagliari, che le seconde linee sanno brillare. Sull'isola, Okafor e Loftus-Ceek restano a galla nonostante le perplessità della vigilia. Reijnders, Pulisic e Chukweze non sono semplici comprimari. Possono sbagliare, ma hanno nel loro DNA la fantasia. E il Milan B appare una fotocopia da non buttare via, ma da custodire gelosamente. Gli stimoli, in campo, sono superiori rispetto all'Inter.

21-9-2023
Carlo Nesti: "Quanto c'è, in Leao, di Balotelli e Mbappé?"

Il principale quotidiano sportivo italiano si chiede oggi quanto ci sia, di Balotelli e Mbappé, in Leao. Al 90%, escluderei una somiglianza con Balotelli salvo quell'indolenza che, ogni tanto, contagia il milanista. Ma, sul piano professionale, il portoghese è più serio del collega, collezionista di azioni sciagurate. Al 25%, invece, considererei una somiglianza con Mbappé, per la capacità travolgente di saltare l'uomo. Aggiungo anche un difetto del Milan, che non serve abbastanza Leao. Hernandez dovrebbe giocare più largo, per dare luogo ad una staffetta con il portoghese, spesso tagliato fuori dalle incursioni dentro il campo del francese. A sua volta, Leao non ha abbastanza polvere da sparo quando tira, invece di innamorarsi di colpi di tacco spesso senza senso. A 24 anni, comunque, il portoghese deve esplodere, se non vuol rimanere un eterno incompiuto.

13-9-2023
Carlo Nesti: "Juve: perdere Pogba è un affare"

Chi trova, in un dibattito, molte ragioni di disappunto, per la probabile squalifica di Pogba, dovrebbe ricredersi. Il giocatore è positivo per avere usato un prodotto, potenzialmente nocivo, senza leggere l'etichetta, e senza avvertire i medici bianconeri. Questa leggerezza può costargli dai 2 ai 4 anni squalifica. Tecnicamente, che danno rappresenta perdere un giocatore dal rendimento vergognoso (213 minuti in 2 anni)? Inoltre, economicamente non è forse un affare rescindere un contratto da 10 milioni l'anno, arrivando a 30 milioni per i restanti 3 anni di rapporto? E' chiaro che spiace non vedere un campione (meglio: un ex campione) alla guida della Juventus, ma occorre essere pratici. La farsa del rientro di Paul è stata eccessiva, superando ogni limite. In questi giorni, ha anche alimentato seri dubbi sull'intelligenza e la serietà del ragazzo.

5-9-2023
Carlo Nesti: "Juve: riserve migliori dei titolari?"

Eppur si muove: sembrava che esistessero già una Juve A, e una Juve B, ma la prova confortante di Empoli ha messo in evidenza fondati dubbi. In difesa, Alex Sandro-Gatti: meglio Gatti, il Chiellini del futuro, in grado di marcare con fisicità, e ringhiare in area avversaria. A sinistra, Cambiaso-Kostic: dipenderà dalle esigenze, perché l'ex bolognese ha una superiore fase difensiva, mentre il serbo sfodera cross a ripetizione. A destra, Weah-McKennie: per il momento, è più inserito il secondo, anche per l'esperienza già accumulata in maglia bianconera, mentre il primo è ancora un po' intimidito, e legato a giocate verticali scontate. Ferma restando l'intoccabilità di Rabiot, la mia classifica degli altri 3 mediani è: 1. Fagioli, 2. Miretti, 3. Pogba, consapevole che il francese può compiere il salto triplo. La classe è garantita, ma chi può giurare su infortuni e ritmo? Vale la pena solo augurargli tanti auguri, dopo tanto malocchio.

30-8-2023
Carlo Nesti: "Buongiorno lascia il Toro? Sconcerto..."

D'accordo che questa è l'estate, in cui l'oro saudita rende tutti s(a)udditi. D'accordo che bandiere tricolori, come Tonali, vendono per 80 milioni 10 anni in rossonero. D'accordo che chi osa azzardare il romanticismo rischia solo di essere preso per il sedere. Ma, da torinese, rimango sconcertato dall'estrema idea di Cairo e Vagnati, incuranti della piazza granata. Buongiorno, 24 anni, ultima voce a leggere, il 4 maggio a Superga, i nomi del caduti del Grande Torino, sta facendo le valigie per Bergamo. In cambio, il trentaduenne, e pluriacciaccato Zapata, oltre a Soppy, che è un giocatore, e non un eroe dei cartoni animati. Vergogna? Scandalo? Orrore? No. Ho parlato, al passo con i tempi, di sconcerto, senza ricordare i tempi in cui il popolo torinista brandiva i bastoni per Meroni o Lentini. Del fatto che restino i sentimenti, e non i soldi, la prima scintilla della passione, che poi produce proprio il denaro, frega niente a nessuno.

24-8-2023
Carlo Nesti: "Juve: l'elogio di Chiesa a Magnanelli"

Come avrà reagito Allegri alla frase di Chiesa, che ha attribuito a Magnanelli, ex Sassuolo, i miglioramenti del gioco della Juventus? In effetti, nel primo tempo di Udine, si è vista una manovra diversa, più verticale e più aggressiva. Max è una persona intelligente, e non può che essere contento dell'affiancamento di chi può arricchire il suo bagaglio di conoscenze. I meno teneri, ovviamente, hanno visto il lavoro di Magnanelli come una "diminutio" del ruolo di Allegri, ma non è così. L'essenziale, con la collaborazione reciproca, è fotografare una Juventus più offensiva, soprattutto grazie all'intesa fra Chiesa e Vlahovic, più esterna, con il moto perpetuo di Cambiaso e Weah, e più pressante, attraverso l'appoggio dei difensori a Locatelli e Rabiot. Personalmente, comunque, ritengo che il 3-0 sia stato troppo enfatizzato, alla luce di un secondo tempo inguardabile, rispetto al primo.

17-8-2023
Carlo Nesti: "Fra Napoli e Nazionale non può esistere concorrenza"

Francamente, non ho capito il criterio di "concorrenzialità", come uno degli ostacoli, che hanno bloccato il trasferimento di Spalletti in Nazionale. De Laurentiis lo ha imposto per evitare di trovarsi contro, dopo poche settimane di campionato, l'allenatore dello scudetto. Ma che rivalità può esistere fra il Napoli e l'Italia azzurra, nel momento in cui il club partenopeo è uno dei fornitori della Nazionale? Fare di ogni erba un fascio, in questo caso, legalmente, mi sembra illogico. In attesa di chiarimenti sui motivi, che hanno scatenato il rifiuto di Mancini, sottolineo un "peccato" su tutti: la tempistica. Il citì non aveva il diritto di autoescludersi a metà agosto, quando sicuramente conosceva già da tempo le ragioni del malcontento. Agire adesso, a pochi giorni dalle qualificazioni europee, ha il sapore di una vendetta, tradendo la Federcalcio. Ho sempre difeso il Mancho, ma questa volta la sua scorrettezza mi ha deluso.

9-8-2023
Carlo Nesti: "La nuova regola del "vendi e vinci"

E' stato l'ultimo mercato del Napoli, che ha prodotto lo scudetto, ad indicare agli altri la strada maestra del successo. In passato, vigeva la regola dello "spendi e vinci". Un anno fa, al contrario, è stata la sostenibilità, con la cessione di Koulibaly e Fabian Ruiz, e l'addio di Insigne e Mertens, la base di partenza del rafforzamento. Su questa linea, le uscite di Hojlund (75 milioni più bonus), Tonali (70), Onana e Brozovic (80 complessivi), Milinkovic Savic (40), e forse Ibanez (28,5 più 3 di bonus) hanno costituito il trampolino di lancio di Atalanta, Milan, Inter, Lazio e Roma. Analogamente, la Juventus non venderebbe mai Vlahovic, per Lukaku, se non con un conguaglio di minimo 40 milioni. La chiave dei pronostici sarà capire, dunque, chi sfrutterà meglio le uscite. In questo senso, i Frattesi e i Loftus-Cheek sono i profili più simili, per valore, ai Kim e Kvaratskelia, che l'anno scorso infiammarono il Napoli.

1-8-2023
Carlo Nesti: "Napoli: amarezza Kim, dolcezza Osi"

Alla fine del campionato, "non rompere il giocattolo" era l'imperativo categorico dei tifosi del Napoli. "Decapitarlo" non è sembrato il modo migliore per cominciare: il diesse Giuntoli e il coach Spalletti. Quelli che vanno in campo, tuttavia, sono i giocatori, per cui le preoccupazioni si sono spostate subito sull'erba. Chi, un anno fa, avrebbe ritenuto troppo bassa la clausola rescissoria dello sconosciuto Kim? 55 milioni. Eppure, sono bastati per perderlo: Bayern a quota 58. Ora, non è facile trovare l'erede: Danso? Kilman? Kiwior? Mavropanos? Per rifarsi la bocca, occorre spostarsi sul fronte Osimhen. Non credo proprio, che sarà la distanza sulla nuova clausola rescissoria (110 Victor, 160 DeLa), a rendere nullo il matrimonio. A destra dell'attacco, Bakayoko (PSV) dovrebbe sostituire Lozano, in partenza per Los Angeles, diventando il nuovo concorrente di Politano.

27-7-2023
Carlo Nesti: "E se la Juve cambiasse pochissimo?"

E se la Juventus cambiasse pochissimo, rispetto alla scorsa stagione? Giuntoli, tempo fa, aveva definito chiuso il mercato in entrata, accordando piena fiducia a Chiesa e Vlahovic. In effetti, esistono solo 3 cessioni, che dinanzi ad offerte molto alte, potrebbero fruttare denaro per grosse operazioni: si tratta di Bremer, e proprio di Chiesa e Vlahovic. Difficile che il primo si muova, senza sostituti all'altezza. Per gli altri 2, unicamente se cominciasse a girare una maxi-ruota, si aprirebbero spiragli: quella riguardante Mbappè e Lukaku. A quel punto, PSG e Chelsea dovrebbero cercare punte di notevole rilevanza. E' più probabile che la Juventus si muova sugli esterni, e ipotizzi l'irrobustimento della mediana con Kessie. Per ora, l'unica novità certa è rappresentata da Weah, esterno destro a tutta fascia nel 3-5-2.

19-7-2023
Carlo Nesti: "Ma quanto vale questo Milan?

Nulla mi toglie dalla testa che sia stato decisivo, nel convincere il Milan a stravolgere la squadra, il gap dimostrato, più volte, nei riguardi dell'Inter. Cardinale aveva sentenziato: "Spese contenute, e niente debiti". Il sacrificio-svolta è stato quello costituito da Tonali: 80 milioni dal Newcastle. Grazie a questo introito, sono arrivati, o stanno arrivando, infatti, 4 giocatori proprio da 20 milioni ciascuno, per un totale di 80. 4-3-3: Loftus-Cheek, Reijnders e Musah a centrocampo, e Pulisic esterno destro in attacco. Ferma restando una difesa, che sembra offrire garanzie (Maignan, Calabria, Thiaw, Tomori ed Hernandez), nessuno, e nemmeno chi ha compiuto i nuovi acquisti, può sapere come si compatterà un centrocampo più muscolare, che non in passato. Inoltre, resta ancora in piedi la necessità di un vice-Giroud, a meno che non si tratti del jolly offensivo Danjuma.

14-7-2023
Carlo Nesti: "10 milioni per Pogba sono pochi, o sono sufficienti?"

Fa discutere l'indennizzo, che spetterebbe alla Juventus, in caso di cessione di Pogba. Dieci milioni. Pochi? Abbastanza? Chi opta per la prima soluzione tiene conto dei 100 milioni, in 3 anni, che il giocatore percepirebbe dall'Al-Ahli. Se la società araba è disposta a tanto, significa che ritiene ancora il "Polipo" un grande giocatore, in grado di fare la differenza. E con le valutazioni attuali, una pedina così importante può valere appena 10 milioni? No. Chi, al contrario, ritiene congrua la cifra, tiene in considerazione il risparmio di circa 22 milioni di stipendio lordo, per un giocatore che è stato in campo appena 161 minuti. Francamente, dinanzi ad un rendimento così scadente, è difficile accampare pretese. Ecco che la cifra complessiva, dunque, da 10, salirebbe a 32 milioni, una plusvalenza preziosa, visto che Pogba era arrivato a parametro zero.

7-7-2023
Carlo Nesti: "Cara Juve, conosci ancora la lingua italiana?"

Juventus Football Club S.p.A. (“Juventus” o la “Società”) rende noto di aver raggiunto un accordo con Cristiano Giuntoli per il conferimento allo stesso dell’incarico di Football Director fino alla conclusione della stagione sportiva 2027/2028, a riporto di Maurizio Scanavino, Chief Executive Officer. Giovanni Manna assume il ruolo di Head of 1st Team a riporto del nuovo Football Director.

Juventus comunica, inoltre, che – nel contesto del processo di riorganizzazione già avviato nei mesi scorsi – Francesco Calvo, già Chief Football Officer della Società, assume il ruolo di Managing Director Revenue & Football Development, a riporto del Chief Executive Officer. Federico Cherubini assume il ruolo di Football – Chief of Staff, a riporto del Chief Executive Officer".

COMMENTO - Tutto bene! Viva Giuntoli! Ma mi domando: esiste ancora la lingua italiana? Esistono ancora termini come "direttore generale-sportivo-tecnico"? Firmato da

CARLO NESTI
Directory Chief Executive del NESTI Channel...

5-6-2023
Carlo Nesti: "Frattesi sarebbe servito a 4 squadre"

Mina cantava "E' l'uomo per me... fatto apposta per me". E almeno in 4 (squadre, e non donne), pare abbiano fatto loro il motivo anni Sessanta. L'uomo si chiama Davide Frattesi, ed ora che è neo-interista, vediamo come poteva essere utile anche alle altre formazioni. Inter: nel centrocampo a 3, sarà l'alternativa giovane di Mkhitarian, secondo polmone con Barella, lasciando a Calhanoglu il composto di regista. Juventus: fermo restando Rabiot, consentiva ad Allegri di scegliere 2 fra Locatelli, Fagioli e Frattesi stesso (non ho fiducia in Pogba). Milan: in attesa del recupero di Bennacer, formava il tandem dei mediani (4-2-3-1) con Loftus-Ceek, senza dimenticare la candudatura di Reijnders. Roma: con Matic davanti al trio difensivo, fungeva da trequartista al fianco di Pellegrini, con la concorrenza di Aouar.

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