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Dal fire di Milan-Atalanta al silenzio di Milan-Genoa: come è stato possibile?
La tribuna stampa di San Siro è molto vicina alle postazioni dei tifosi sul secondo anello rosso centrale ed è, dunque, abbastanza usuale scambiare due chiacchiere con gli spettatori presenti o, anche, ascoltare i loro commenti prima, durante e dopo le partite. Ieri a San Siro il pubblico del secondo rosso centrale (ma direi, in generale, tutto lo stadio, dato che anche lasciando l'impianto del "Meazza" ho sentito le stesse cose, confermate poi da due tifosi milanisti miei coetanei con i quali ho compiuto il tragitto di ritorno verso casa) ha fatto una unica grande osservazione a ciò che è successo durante Milan-Genoa: "Ma vi ricordate Milan-Atalanta?!".
Il paragone
Il riferimento è al match del 15 maggio 2022, quando, in uno stadio fiammante di passione e di colori, i rossoneri si sono messi in tasca lo Scudetto battendo per 2-0 la squadra di Gasperini grazie alle reti di Leao e al coast to coast di Theo Hernandez. Quel giorno lì, quella partita lì, quelle emozioni lì non saranno mai dimenticate certamente, ma è paradossale ripensarci oggi, guardando uno stadio con tante chiazze vuote, silenzioso, arrabbiato, nervoso, preoccupato, in protesta verso la società per la gestione degli ultimi due anni con il chiaro invito a cambiare il corso degli eventi nei prossimi mesi.
Come è stato possibile
Il paragone è in primis dal punto di vista ambientale, poi magari anche tecnico-tattica data la differenza di spirito e di gioco tra le squadre rossonere di Pioli: si è passati da quel fuoco (fire, termine non casuale) lì a questi mugugni qui, dall'apoteosi del maggio 2022 alla tristezza del maggio 2024, gonfiata dalle cocenti delusioni di queste due stagioni e resa ancor meno battagliabile dalla paura e dalla preoccupazione per il prossimo futuro. Come si arrivati a questo punto? Che cosa è successo? Le risposte sono tante e sono abbastanza note: la Curva Sud ha fornito le sue e le ha urlate in silenzio, il Milan dovrà far parlare presto il campo e la scrivania.
Il paragone
Il riferimento è al match del 15 maggio 2022, quando, in uno stadio fiammante di passione e di colori, i rossoneri si sono messi in tasca lo Scudetto battendo per 2-0 la squadra di Gasperini grazie alle reti di Leao e al coast to coast di Theo Hernandez. Quel giorno lì, quella partita lì, quelle emozioni lì non saranno mai dimenticate certamente, ma è paradossale ripensarci oggi, guardando uno stadio con tante chiazze vuote, silenzioso, arrabbiato, nervoso, preoccupato, in protesta verso la società per la gestione degli ultimi due anni con il chiaro invito a cambiare il corso degli eventi nei prossimi mesi.
Come è stato possibile
Il paragone è in primis dal punto di vista ambientale, poi magari anche tecnico-tattica data la differenza di spirito e di gioco tra le squadre rossonere di Pioli: si è passati da quel fuoco (fire, termine non casuale) lì a questi mugugni qui, dall'apoteosi del maggio 2022 alla tristezza del maggio 2024, gonfiata dalle cocenti delusioni di queste due stagioni e resa ancor meno battagliabile dalla paura e dalla preoccupazione per il prossimo futuro. Come si arrivati a questo punto? Che cosa è successo? Le risposte sono tante e sono abbastanza note: la Curva Sud ha fornito le sue e le ha urlate in silenzio, il Milan dovrà far parlare presto il campo e la scrivania.
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