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Formigoni sul Milan: "Venderei Leao per la giusta cifra. Ibrahimovic non ha ancora inciso"
tmwradio
Ospiti: Roberto Formigoni
Piazza Affari con Cristiano Cesarini e Alessandro Sticozzi
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L'ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha parlato a TMW Radio durante Piazza Affari del Milan, squadra di cui è tifoso:
Che idea si è fatto sulla stagione del Milan?
"È stata una stagione strana e altalenante. L’Inter è stata irraggiungibile come il Napoli lo scorso anno. Il secondo posto non è una delusione, lo è l’eliminazione contro la Roma, che avevamo battuto due volte in campionato. È stata una duplice sconfitta con prestazioni molto deludenti. Ho visto la prima a San Siro e la seconda da casa, veniva da piangere. Questo ha deluso molto i tifosi perché è stata seguita da risultati altrettanto deludenti. Quest’anno abbiamo subito una media di due gol a partita. Il Milan non può subire così tanto se vuole puntare a un certo obiettivo. Non è tutta colpa della difesa, in questo momento non abbiamo più una diga in mezzo al campo. Non abbiamo più un giocatore come Tonali, come Kessie che facevano da filtro. La stagione del Milan, in generale, è stata altalenante ma la sequela di risultati deludenti ha irritato la tifoseria".
Dove è mancata la leadership?
"Io salvo l’allenatore. Per me è quello che ha meno colpe di tutti. Non c’è leadership in campo. Manca nella difesa con Tomori. Giroud lavora a tratti in attacco. Leao è un grandissimo giocatore per un’occasione a partita e se sbaglia quella poi gira per il campo. Io su di lui ho un giudizio molto duro, capisco i tifosi che lo hanno fischiato. Se arriva un'offerta da 175 milioni io lo venderei. Mi stupisce anche l’assenza di leadership della società. Io ho molta stima di Ibrahimovic ma per me non è ancora riuscito a mettere mano alle varie situazioni. Bisogna capire gli obiettivi della società. Sono stupito del fatto che non si sia mai parlato dell’arrivo di Conte al Milan. Adesso tra Conceiçao e Fonseca spero arrivi il primo".
Sulla vicenda San Siro?
"Per me è un pasticcio. Il futuro di San Siro lo vedo molto negativo. Se dal 2025 non si può più toccare io non penso che le società restino lì, anche perché ormai non si accontentano più solo dei soldi della biglietteria".
Che idea si è fatto sulla stagione del Milan?
"È stata una stagione strana e altalenante. L’Inter è stata irraggiungibile come il Napoli lo scorso anno. Il secondo posto non è una delusione, lo è l’eliminazione contro la Roma, che avevamo battuto due volte in campionato. È stata una duplice sconfitta con prestazioni molto deludenti. Ho visto la prima a San Siro e la seconda da casa, veniva da piangere. Questo ha deluso molto i tifosi perché è stata seguita da risultati altrettanto deludenti. Quest’anno abbiamo subito una media di due gol a partita. Il Milan non può subire così tanto se vuole puntare a un certo obiettivo. Non è tutta colpa della difesa, in questo momento non abbiamo più una diga in mezzo al campo. Non abbiamo più un giocatore come Tonali, come Kessie che facevano da filtro. La stagione del Milan, in generale, è stata altalenante ma la sequela di risultati deludenti ha irritato la tifoseria".
Dove è mancata la leadership?
"Io salvo l’allenatore. Per me è quello che ha meno colpe di tutti. Non c’è leadership in campo. Manca nella difesa con Tomori. Giroud lavora a tratti in attacco. Leao è un grandissimo giocatore per un’occasione a partita e se sbaglia quella poi gira per il campo. Io su di lui ho un giudizio molto duro, capisco i tifosi che lo hanno fischiato. Se arriva un'offerta da 175 milioni io lo venderei. Mi stupisce anche l’assenza di leadership della società. Io ho molta stima di Ibrahimovic ma per me non è ancora riuscito a mettere mano alle varie situazioni. Bisogna capire gli obiettivi della società. Sono stupito del fatto che non si sia mai parlato dell’arrivo di Conte al Milan. Adesso tra Conceiçao e Fonseca spero arrivi il primo".
Sulla vicenda San Siro?
"Per me è un pasticcio. Il futuro di San Siro lo vedo molto negativo. Se dal 2025 non si può più toccare io non penso che le società restino lì, anche perché ormai non si accontentano più solo dei soldi della biglietteria".
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