Roma, quando il gioco si fa duro Dzeko inizia a giocare. A Manchester c’è bisogno di lui
Poco importa se davanti ci sia il Barcellona in Champions o l’Ajax in Europa League: dal 2017 Dzeko con la Roma ha giocato 19 partite nella fase a eliminazione diretta trovando undici reti, quasi sempre decisive. Dalla tripletta al Villarreal nei sedicesimi di finale d’Europa League ai gol con Shakhtar, Barcellona e Liverpool nella cavalcata Champions conclusasi solo in semifinale. Poi ci sono quelli di questa edizione: le reti al Braga hanno indirizzato la qualificazione, il gol all’Ajax ha regalato la semifinale con lo United. Insomma, quando segna Dzeko le chance di passare il turno aumentano sempre. Quando invece si eclissa, il rischio è quello che la Roma finisca per essere eliminata. E’ stato così con il Siviglia lo scorso anno (gara che poi ha incrinato il rapporto con Fonseca) ed è stato lo stesso con il Porto in Champions League o con il Lione in Europa League. La Roma ha bisogno del suo centravanti, del terzo miglior marcatore della storia del club giallorosso con 117 reti, molte delle quali pesanti. La speranza in casa giallorossa è che ne arrivino altre, senza pensare alle precedenti frizioni avute con l’allenatore. Per un altro paio di notte l’ascia di guerra sarà ancora sotterrata perché il bene comune è sopra ogni cosa e la voglia di chiudere la sua avventura a Roma con un titolo è tanta. A Dzeko in questi anni è mancato solo questo: portare un trofeo alla gente che ha fatto saltare in piedi sul divano 117 volte. Sarebbe la perfetta chiusura del cerchio di una storia d’amore lunga 5 anni.