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Da Pellegrini ad Ancelotti, da Zidane a Solari. Isco, tra stelle e stalle

Da Pellegrini ad Ancelotti, da Zidane a Solari. Isco, tra stelle e stalleTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 12 gennaio 2019, 12:15Serie A
di Marco Conterio

Francisco Román Alarcón Suárez, al secolo Isco, è uno di quei talenti difficili da raccontare. Da inquadrare. E' bellezza ma non capisci quanta. E' classe, ma non sai se sia tutta o se sia già abbastanza. E' genio e integrazione, sregolatezza e disintegrazione. E' dieci, non follia. E' partito libero per le spiagge di Malaga, con Manuel Pellegrini alle briglie sciolte, è stato costretto dalle idee di Unai Emery. Tocchi di classe ma mai quello scalino. Che poi arriva, inevitabile, trenta milioni agli Andalusi e via andare, direzione Madrid. E' il primo acquisto di Carlo Ancelotti e per Carlo Ancelotti della sua avventura alla Casa Blanca. Cresce e matura, senza mai spiccare, brilla di luce propria ma anche di quella riflessa. Così sceglie di scendere di numero e di salire di grado, dal 23 al 22, ed è lì che cambia la storia. In una serata di Cardiff, con Zinedine Zidane in panchina, Isco diventa il trequartista che il Real Madrid aveva ma che non sapeva di avere.

Tanto che Zizou, peraltro, disse che lo ricordava, per tocchi e tacchi. L'equivoco tattico pareva chiarito, col francese farà 22 gol e 23 assist in 114 partite, diventando quella stella spagnola che a Madrid non c'era da tempo. Poi, quest'estate. Quella di Lopetegui e di Ronaldo che se ne va, dell'arrivo di Solari e della rottura. L'argentino non gradisce l'atteggiamento di Isco e viceversa. Non gli piace tecnicamente, caratterialmente, i due non si sopportano e l'addio sembra scritto già adesso. Perché Perez sta depauperando un capitale, ma le cifre richieste non sono certo pari a quelli che sono i minuti giocati dall'ex Malaga. L'ultima gara da 90' è stata a ottobre in Liga, il ko per 5-1 in casa col Barcellona. A dicembre è stato capitano nel 6-1 contro il Melilla. Sembrava l'inizio di una nuova storia. E' stato il canto del cigno.

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