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Avv. D’Onofrio: “Juve-Napoli? La decisione era chiara. Cosa può succedere ora”

ESCLUSIVA TMW - Avv. D’Onofrio: “Juve-Napoli? La decisione era chiara. Cosa può succedere ora”TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
mercoledì 14 ottobre 2020, 21:00Serie A
di Ivan Cardia

La decisione è finalmente arrivata: Juve-Napoli, la gara che non si è mai giocata, finisce con un 3-0 a tavolino in favore dei bianconeri e -1 in classifica per gli azzurri. Ne abbiamo parlato con l’avvocato Paco D'Onofrio, avvocato esperto di diritto sportivo e professore di diritto dello sport presso l'Università di Bologna: “Il principio è chiaro. C’è un protocollo e il Napoli si è trovato in una delle ipotesi previste. Per evitare una sentenza del genere, avrebbe dovuto dimostrare che la situazione era talmente grave rispetto a quella prevista dal protocollo da giustificare la non presentazione. Ma se hai solo due positivi sei esattamente nella situazione prevista dal protocollo anti-Covid. E, dato che non c’è la forza maggiore, cioè quella circostanza che avrebbe consentito una deroga al protocollo, evidentemente c’è una responsabilità da parte del Napoli”.

Il Napoli potrebbe sostenere però di essere stato indotto in errore dalle comunicazioni Asl.
“Le motivazioni del giudice di primo grado sono puramente tecniche: come dicevo, c’è un protocollo che non è stato rispettato. E attenzione: non è un protocollo stilato solo dalla FIGC, ma dalla FIGC in accordo col Ministero della Salute. L’Asl sarebbe potuta interviene solo in casi straordinari, cioè appunto in casi di forza maggiore che consente di derogare a delle regole per delle situazioni impreviste. Sinceramente, il ragionamento del dottor Mastrandrea lo trovo più che condivisibile”.

Nella motivazione si fa riferimento anche all’ulteriore attività d’inchiesta della Procura Federale.
“Sì, in quel caso ovviamente il riferimento non è alla mancata presentazione, ma alla formazione della cosiddetta bolla. E quello può essere un altro rischio disciplinare”.

Come giudica nel complesso la decisione del Giudice Sportivo?
“Come dicevo, è arrivata su una situazione chiara e con motivazioni tecniche ben spiegate. Per certi versi l’avrebbe potuta dare in due giorni, non dodici: con queste tempistiche, però, ha sicuramente dimostrato una certa ponderazione”.

Il prossimo passaggio è la Corte Sportiva d’Appello.
"Sì, e c'è da valutare che comportamento processuale intenderà seguire la Juventus, anche a rafforzamento della sua presenza, doverosa, allo Stadium quella sera".

Ricapitoliamo i passaggi successivi: Consiglio di Garanzia CONI. Poi TAR Lazio e Consiglio di Stato, giusto?
“Giusti i primi due, per il resto non è così automatico come si sostiene. Io sinceramente non vedo i presupposti per arrivare al TAR: la Corte Costituzionale nel 2011 e nel 2018 ha detto chiaramente che le sentenze sportive possono essere impugnate al TAR non per l’annullamento ma per il risarcimento. Il tribunale amministrativo non è un quarto grado di giudizio: una questione del genere può anche arrivare al TAR, ma solo per il risarcimento”.

Se invece il Napoli lamentasse il conflitto tra il protocollo FIGC e le indicazioni dell’Asl?
“Allora dovrebbe farlo adesso, perché a quel punto non sarebbe un appello contro la decisione di un organo di giustizia sportiva. Bisogna vedere quale strategia processuale sceglierà: se chiedi l’annullamento della sentenza sportiva il TAR non funziona come quarto grado. Se si solleva un conflitto di attribuzioni, ovviamente, è un altro discorso”.

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