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Fratoianni: "Turchia, l'UEFA non viva in una bolla di sapone"

ESCLUSIVA TMW - Fratoianni: "Turchia, l'UEFA non viva in una bolla di sapone"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 15 ottobre 2019, 14:53Serie A
di Ivan Cardia

"Io credo che la politica debba sempre interessarsi del calcio, è un fenomeno che riguarda decine di milioni di persone". Nicola Fratoianni, deputato di Sinistra Italiana, non ha dubbi sulla posizione da prendere dopo il saluto del soldato reiterato dai calciatori della Turchia anche ieri sera, nella partita contro la Francia: "Quando c'è un fenomeno del genere, con un impatto così grande come quello che ha il calcio, mi pare doveroso interessarsi. Naturalmente ci sono delle differenze: io considero la scelta dei giocatori turchi di omaggiare l'infame aggressione curda una scelta terribile, ma resta pur sempre individuale e penso che ognuno debba poter esprimere le proprie opinioni".

Discorso diverso a livello di federazioni e di UEFA.
"Sì, perché tutt'altro nodo è quello che riguarda il rapporto tra le istituzioni politiche, la UEFA e quello che accade nel mondo. Io ritengo assolutamente giusto che venga messa radicalmente in discussione la sede scelta per la finale di Champions League in Turchia. Peraltro non sarebbe la prima volta: ci sono stati casi nel passato in cui si è scelto di manifestare in questo modo per scelte analoghe, non la vedrei come una scelta fuori luogo".

Facciamo gli avvocati del diavolo: se l'Unione Europea non interviene, perché dovrebbe farlo l'UEFA?
"Questo è vero fino a un certo punto. L'Europa come al solito ha tempi pachidermici per prendere le sue decisioni: è un problema che riguarda l'Europa e la sua capacità di avere una voce. L'UEFA, però, non è un'istituzione che può pensare di vivere dentro una bolla di sapone: sta dentro questo mondo, può esprimere un certo orientamento, è giusto chiederle di prendere posizione. Soprattutto quando siamo di fronte a una vicenda incredibile, a un attacco che rischia di colpire un popolo fiero che ha combattuto per conto nostro il terrorismo di Daesh e dell'ISIS. Io credo che prendere una posizione, anche per l'UEFA, sia doveroso".

Ieri ha colpito la nazionale francese fischiata in casa. In giro per l'Europa ci sono tanti turchi, o cittadini di origine turca. C'è il timore di muoversi anche per questo?
"Forse sì, però penso che sia un timore sbagliato. Chiariamoci: io non ce l'ho con i turchi come popolo, non è questo il punto. Penso che si debba esprimere un giudizio molto netto e forte, senza ambiguità, rispetto a quello che sta facendo il regime di Erdogan: un regime in difficoltà nel suo paese, che ha da poco perso le elezioni a Istanbul e cerca di rilanciarsi sulla pelle del popolo curdo. Bisogna intervenire quanto prima".

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