Hellas tra la partita per i rinnovi e lo scoglio Udinese. La sosta sgombra il campo dalle attenuanti

Ora si comincia a fare sul serio. Non che prima fosse diverso, ma certo il Verona qualche attenuante l'aveva: in principio fu il mercato e le distrazioni che ne derivavano, e in seguito la forma fisica precaria di qualche elemento potenzialmente decisivo per le sorti della produzione offensiva della squadra. Se la sosta ha avuto un effetto è stato quello di sgombrare il campo da tutti questi asterischi: la rivoluzione in attacco dell'ultima estate è argomento archiviato, la condizione atletica generale della squadra è migliorata, pertanto puntare con decisione all'obiettivo salvezza senza scusanti diviene d'ora in poi un obbligo non più derogabile.

Il break per le Nazionali non sembra aver lasciato grossi strascichi - con l'eccezione di Coppola, che ha rimediato una lesione muscolare del flessore della gamba sinistra in Under 20. Il duo serbo Lazovic-Ilic è rientrato con il sorriso e da protagonista (a referto per entrambi un assist), Doig ha assaporato per la prima volta in carriera la convocazione nella 'Selezione A' della Scozia dopo un breve passaggio in Under 21, Dawidowicz è rimasto a guardare sia contro l'Olanda che con il Galles, a differenza di Hien, impiegato dal c.t. svedese contro Serbia e Slovenia.

Il focus è dunque sulla strettissima attualità: dopo due k.o. consecutivi, tornare a macinare punti è un dovere che la squadra proverà ad assolvere contro il cliente più scomodo che potesse capitare in questa fase, l'Udinese di Sottil, reduce da cinque successi consecutivi in campionato. Parallelamente, però, è iniziata anche la partita per i rinnovi: il dossier è aperto, e i primi nomi sulla lista sono quelli di Gunter, Berardi e Faraoni. I primi due sono in scadenza nel 2023, il terzo nel 2024: l'obiettivo è estendere i rispettivi vincoli contrattuali, operazione già in atto e che il club spera di poter definire nelle prossime settimane.