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La Lazio prende solo gol da ‘polli’

 La Lazio prende solo gol da ‘polli’TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
venerdì 8 novembre 2019, 09:30Serie A
di Riccardo Caponetti
fonte Dall'inviato allo Stadio Olimpico, Roma

Lo aveva usato dopo la sconfitta di Ferrara questo termine Simone Inzaghi. “Non possiamo passare da fenomeni a polli”, aveva detto, per spiegare la mancanza di equilibrio che c’è nella Capitale: sponda biancoceleste e giallorossa. Parola, polli, che si può prendere in prestito per etichettare i gol subiti dalla Lazio soprattutto nell’ultimo periodo. Se li fa da sola, mandando gli avversari nella propria porta con dei regali. La doppia sfida contro il Celtic è emblematica. A Glasgow, sullo 0-1 e dopo il palo di Correa, gli scozzesi pareggiano perché la Lazio perde palla in fase di impostazione dal basso, Vavro si schiaccia verso la linea di porta e permette a Christie di calciare. Situazione esponenzialmente più evidente ieri sera all’Olimpico. 1-0 sul tabellone, dominio biancoceleste e Celtic mai pericoloso. Poi al 38' l'episodio che cambia gara e sorti del girone E d'Europa League. Strakosha e compagni iniziano a giochicchiare col pallone nella propria area: una, due, tre volte fino a perderla e a regalarla (complici Milinkovic e Acerbi a vuoto) a Elyanoussi per il diagonale vincente dell’1-1. E l'1-2? Follia di Berisha che perde palla da ultimo uomo. Ma torniamo a 15 giorni fa, al Celtic Park, perché il gol del 2-1 di Jullien nasce dal solito errore reiterato in fase di uscita e dalla perdita delle marcature in area (Bastos).

Sul suolo italiano le cose non cambiano, anche se a livello di risultati va decisamente meglio. Dopo l'ultima sosta all'Olimpico arriva l’Atalanta, che domina nel primo tempo. Lo 0-2 momentaneo di Muriel si può definire come 'gollonzo' perché arriva su una punizione tagliata, dall’altezza della panchina di Inzaghi, che attraversa tutta l’area e senza essere toccata da nessuno finisce dentro. A Firenze, sempre nel proprio momento migliore, i biancocelesti subiscono il pareggio. Ribéry va in contropiede a sinistra, viene marcato da 4, ben 4, avversari che gli permettono di crossare. In area Radu perde il contatto visivo con Chiesa che si stacca e col sinistro fa 1-1. Bravi i due top player viola, ma 5 vs 2 non può mai mai andare in rete la palla. Questione di mentalità, di poca aggressività e cattiveria sul portatore di palla. Col Torino (4-0) rete inviolata mentre a San Siro rossonero, tornato a essere terra di conquista della Lazio dopo 30 anni, il Milan pareggia 3’ dopo il gol del vantaggio di Immobile grazie a una strana carambola su un cross di Hernandez: rimpallo sul fianco di Bastos, Strakosha preso contro tempo e parziale di nuovo in equilibrio. "Dobbiamo fare mea culpa", ha sentenziato Inzaghi ieri notte. Perché parlare di fortuna/sfortuna è limitante, ma interrogarsi in modo costruttivo sui proprio errori può invece aiutare a migliorare per evitare altri episodi da "polli".

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