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La nuova vita di Marchisio tra ricordi in bianconero e un possibile futuro da dirigente

La nuova vita di Marchisio tra ricordi in bianconero e un possibile futuro da dirigenteTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 7 aprile 2020, 15:48Serie A
di Giovanni Albanese
fonte inviato a Torino

Decisamente un Claudio Marchisio nuovo, rigenerato. Che non soffre più la pesantezza degli acciacchi fisici che lo hanno costretto a chiudere un po’ in anticipo la carriera da calciatore, piuttosto rilancia verso nuove storie da scrivere. “Ho il pallino di fare il corso da dirigente, vediamo se il prossimo anno percorrerò questa strada – ha detto in una diretta su Instagram -. Ora mi sto guardando attorno ma credo che farò il corso”.

La sua è un’intuizione lucida. L’idea di allenare non l’ha mai stuzzicato abbastanza, di capacità manageriali ne ha già affinate a livello aziendale nel mondo della ristorazione. La testa dell’ex numero otto bianconero, insomma, è andata oltre anche se lo Sport non è mai finito in secondo piano. A Torino, per esempio, ha sposato il progetto di calcio a cinque L84 perché, ha spiegato: “tanti campioni come Neymar e Douglas Costa sono partiti da questa disciplina che bada principalmente alla tecnica a differenza del calcio a undici”.

In diretta su Juventus TV, Claudio ha poi risvegliato qualche vecchio ricordo in maglia bianconera, partendo da un doppio gol contro l’Inter (uno nel settore giovanile e uno simile in Serie A) che racconta un po’ lo straordinario percorso di crescita dell’ex centrocampista. “Quello da bambino posso rivederlo grazie ai filmati di mio papà. Quando poi è capitato in Serie A, ti fa capire che la passione nel lavoro fa la differenza – ha detto -. Questo gol per me è stata un'emozione forte, avrei voluto essere negli spalti per vedere me stesso fare quel gol, è stata una cosa stupenda. Sul primo gol in Serie A, a Firenze, ricordo che mentre entravamo in campo, mi son reso conto che avevo sbagliati i tacchetti. Quando ho fatto gol, su assisti di Del Piero, non ho capito più nulla”. Il futuro non è ancora definito, ma uno cresciuto nel vivaio della stessa società che lo ha fatto esplodere in prima squadra potrebbe avere una buona predisposizione per diventare un bravo dirigente.

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