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Le grandi trattative del Napoli - 1984, Operazione San Gennaro: il sogno Maradona è realtà

Le grandi trattative del Napoli - 1984, Operazione San Gennaro: il sogno Maradona è realtàTUTTO mercato WEB
martedì 17 marzo 2020, 19:40Serie A
di Pierpaolo Matrone

La storia inizia e finisce con delle parole urlate a gran voce. Una volta per il disappunto, quella seguente per la felicità. Comincia con un "Yo quiero irme" di rabbia e disperazione e termina con un "Sono napolitano", mezzo spagnolo e mezzo italiano, di gioia e speranza. Gli strilli sono di un giovanissimo Diego Armando Maradona, 23 anni, un infortunio alla caviglia e già la nomea di "calciatore più forte del mondo" alle spalle. E' il 5 maggio 1984, il Barcellona perde 1-0 la finale di Copa del Rey contro l'Athletic e a fine partita Diego dà il via a quella che divenne la più famosa pelea della storia del futbol. L'alba di Napoli è tutta lì, nella cupidigia di quell'esuberante ragazzino baciato da Dio e che Dios, qualche anno dopo, lo divenne per davvero.

Operazione San Gennaro. E' con questo titolo che è passata alla storia una delle più romanzesche trattative che si siano mai concluse nel calcio. L'affare nasce a Madrid, si sviluppa in giro per il mondo (New York, Avellino, Barcellona, Milano, ovviamente Napoli) e termina nel ventre del San Paolo con quel "Sono napolitano" esattamente due mesi dopo, il 5 luglio 1984, davanti a 60 mila anime in festa. Il rapporto tra Maradona e il Barcellona - e tra Maradona e la Spagna - termina con quella squalifica che sa di espatrio. Tre mesi, ma la condanna più grave è la riprovazione generale per la suddetta rissa. L'Italia è un Eden calcistico, quel Paese in cui anche una medio-piccola riesce a prendere Zico o Socrates. "Me gusta", ripete Diego da New York. La sfida che piace a lui. E intanto si finge (con l'ok del Barça) infortunato, disertando un'amichevole che poi non si sarebbe giocata con l'Avellino. Appresa quella notizia, Pierpaolo Marino, all'epoca dirigente degli irpini, s'arrabbia e annulla tutto, ma poi decide di aiutare Ricardo Fujca, dirigente blaugrana alla ricerca disperata di un club per quell'argentino sregolato. Una telefonata a Boniperti, "Ma alla Juve abbiamo già Platini". Un'altra a Mantovani, "Ma la Samp fa già fatica a permettersi Vialli e Mancini". E una, decisiva, a Corrado Ferlaino. Eccolo, è lui il San Gennaro di quest'operazione.

I 52 giorni di Napoli. La "pazzia ragionata", come la rinominerà in seguito l'Ingegnere, prende il via con quella chiamata e dura ben 52 giorni. Fatti di contatti, fake news, giochi di prestigio, bugie a fin di bene, telex, voli e finti tali. Diventa possibile realtà quando, con l'aiuto delle banche e del sindaco Scotti, il Napoli cancella il deficit economico che aveva sul groppone. 11 miliardi di lire la richiesta del Barcellona, che fino al 30 giugno, ultimo giorno di mercato, non crede per un attimo che quella società che faceva fatica a pagare l'affitto del San Paolo potesse permettersi il calciatore più forte del mondo. Invece con Diego si risolve tutto in quattro e quattr'otto: un miliardo e 300 milioni di ingaggio per sei anni (e un 15% che Maradona avrebbe guadagnato dal costo del cartellino). "Noi vogliamo altri due miliardi", rispondono il 29 giugno (il giorno prima della fine del mercato) da Barcellona quando Antonio Juliano, ex capitano e ora direttore sportivo, fa sapere che l'accordo con Diego c'è. Ferlaino s'arrabbia e fa il solito giro delle banche prima di correre in Spagna. Il viaggio verso Barcellona è addolcito dalla notizia che anche Maradona sta volando lì ed è pronto a tagliare parte di quella percentuale sul cartellino. La trattativa è a una svolta, ma il 30 giugno i catalani ancora non si decidono. Ecco la furbata: il Napoli finge di lasciare Barcellona per volare a Madrid a prendere Hugo Sanchez dall'Atletico e il Barça casca nel tranello e si convince: per circa 13 miliardi può andare. Chiuso, tutto fatto. Quasi. Ferlaino, nel frattempo, deve volare a Milano, fuori tempo massimo, per depositare il contratto. Al mattino aveva consegnato una busta vuota per prender tempo. Arrivato in Lega, accampa una scusa e una guardia giurata (la leggenda racconta che sia un napoletano) lo lascia passare per sostituire il plico. E' fatta. All'alba Napoli è in festa. Il 4 luglio Maradona sbarca in Italia, il 5 diventa il Re del San Paolo: "Sono napolitano". Tutto il resto è storia.

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