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Le grandi trattative della Sampdoria - 1982, Mancini: il Bimbo d'oro che divenne Bobby-gol

Le grandi trattative della Sampdoria - 1982, Mancini: il Bimbo d'oro che divenne Bobby-gol
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 19 marzo 2020, 19:00Serie A
di Andrea Piras

I numeri 10, nell'immaginario collettivo, rappresentano l'estro, la fantasia, il genio. Il numero 10 sulle spalle di una maglia della Sampdoria riporta le lancette del nostro orologio del tempo indietro di 38 anni. Niente numeri strani sulla maglie ma solo dall'1 all'11, nessun cognome affisso dietro la casacca e rose di giocatori per nulla extra-large come ora. Il calcio si stava apprestando a conoscere un ragazzino riccioluto di Jesi dal talento innato e capace di lasciare un'impronta nella storia del calcio italiano e in particolar modo della Sampdoria: Roberto Mancini. Bobby-gol, per il pubblico blucerchiato, è arrivato bambino a Genova in un estate di inizio anni '80, è diventato uomo all'ombra della Lanterna fino ad un pomeriggio piovoso di fine maggio 1997 quando, dopo l'1-1 contro la Fiorentina, salutò tutti prima di trasferirsi alla Lazio. Quindici anni alla corte di Paolo Mantovani prima e del figlio Enrico poi, ma soprattutto ha formato per otto anni una coppia-gol favolosa con il suo "gemello del gol" Gianluca Vialli con cui ha vinto tutto nel panorama nazionale e quasi tutto in campo internazionale.

Bruciata la concorrenza della Juventus - Il suo approdo a Genova fu nell'estate del 1982. Il presidente Paolo Mantovani lo notò con la maglia del Bologna, dove realizzò nove reti in 31 gare fra campionato e Coppa Italia. Il numero uno blucerchiato lo volle a tutti i costi fino a mandare Paolo Borea, neo direttore sportivo che successe a Claudio Nassi ed ex Bologna, a Senigallia - dove il giocatore era al mare con i genitori - a trattare. Il dirigente concluse l'affare anticipando di meno di 24 ore la Juventus, anch'essa molto interessata, con la celebre frase che lo stesso ct della nazionale italiana ricorda spesso: "Tu puoi diventare quello che Rivera è stato nel Milan, Mazzola nell'Inter, quello che Antognoni è nella Fiorentina: una bandiera, il giocatore simbolo". Le cifre furono un record per l'epoca: alla società rossoblu andò una cifra di due miliardi e mezzo di lire - per questo Mancini fu ribattezzato a Genova "Bimbo d'oro" oltre naturalmente per il talento cristallino - più quattro giocatori. Lasciarono la Samp Giancarlo Galdiolo, Stefano Brondi, Antonio Logozzo e Giorgio Roselli.

I successi della Samp d'oro - Il primo gol con la nuova casacca non tarda ad arrivare. Il 1° settembre del 1982, il Mancio subentrò a Gori nella seconda frazione di gara di Coppa Italia e al 63' gonfiò la rete delle Rondinelle. Da lì non si fermò più: 171 reti complessive con la maglia della Sampdoria nelle 566 presenze fra campionato e Coppe. Gemme come quel destro al volo al San Paolo contro il Napoli di Maradona nel 90-91. Il palmares resta scolpito indelebilmente nella storia della Sampdoria: uno scudetto, quattro Coppe Italia, una Supercoppa Italiana e una Coppa delle Coppe. Momenti che resteranno sempre. Anche dopo quel pomeriggio piovoso di fine maggio. Quando il filo che legava Mancini alla Samp si spezzò.

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