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Mihajlovic: "Dopo il 4-0 di Firenze non ho parlato coi ragazzi. Se mi hanno fraintesi ca**i loro"

Mihajlovic: "Dopo il 4-0 di Firenze non ho parlato coi ragazzi. Se mi hanno fraintesi ca**i loro"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca 2020
sabato 1 agosto 2020, 17:53Serie A
di Raimondo De Magistris

Vigilia di Bologna-Torino per Sinisa Mihajlovic. Il tecnico serbo nell'ultima conferenza stampa pre-partita ha mandato un messaggio ai tifosi del Bologna: "Noi vogliamo vincere l'ultima partita. Manca l'ultimo match e penso che tutto il calcio italiano non vede l'ora che finisca. Questo non è il calcio. Abbiamo scelto il male minore, era l'unico modo per finire, ma fortunatamente siamo alla fine della stagione. E' stata un'agonia. Proviamo a vincere, che non conta a niente ma meglio finire con 49 punti piuttosto che con 46. Nonostante tutto, in questo girone di ritorno abbiamo fatto meglio rispetto a quello d'andata.

Tra 15 giorni riparte la preparazione. Questo può avere contraccolpi anche sulla prossima stagione?
"Ci saranno due settimane di riposo, poi si riparte subito. Anche la prossima stagione sarà un po' anomala ma bisogna adattarsi".

Che parole ha usato con la squadra dopo Firenze?
"Non ho proprio parlato con loro, non ho detto nulla. A volte il silenzio è più forte delle parole. I ragazzi sono grandi e vaccinati, se vogliono fare un'altra brutta figura la fanno. E se non capiranno, non capiranno mai... Spero domani possano fare una bella gara".

Può esserci un'ultima opportunità per Cangiano?
"Può avere un'ultima opportunità, come tutti gli altri calciatori convocati".

Domani farà qualche cambio rispetto a Firenze?
"Si, per forza".

Un bilancio della sua esperienza a Torino?
"Buona, anche se ci sono state delle incomprensioni che hanno un po' incrinato il rapporto. Poi con Cairo abbiamo fatto pace perché nel corso della mia malattia lui si è dimostrato una persone che ci tiene a me, mi vuole bene. Abbiamo rifatto la pace, sto facendo anche un libro con la sua casa editrice. Siamo rimasti in ottimi rapporti, nonostante quello che è successo e i modi in cui sono stato mandato via... Ma sono cose che succedono tra un allenatore e un presidente, abbiamo chiarito tutto".

Come ricorderà in futuro questa stagione?
"Per me tutte le stagioni sono importanti e in tutte le stagioni impari qualcosa. Bisogna avere la forza di tirare fuori il positivo anche nei periodi negativi. Quando si vince si riflette poco, la stagione è stata un po' atipica per quello che è successo a me e in tutto il mondo. Spero che non succederà più".

Se lei fosse Lyanco...
"Io non sono Lyanco (Mihajlovic non fa concludere la domanda, ndr). Io non sono Lyanco, De Silvestri o pinco pallino. Non parlo di loro, se ci sono domande di calciatori di altre squadre non parlo. E oggi, in verità, non voglio parlare nemmeno di quelli che alleno".

Domani taglierà il traguardo delle 300 panchine in Serie A.
"E' un bel traguardo, perché 300 panchine non solo poche. Io vorrei allenare un'altra decina d'anni e poi fare il dirigente. Vorrei arrivare a 600 panchine come allenatore, a cui si aggiungono le 600 da calciatore e poi con tutto quello che ho passato: la guerra, il cancro... La mia esperienza potrà servire sicuramente a qualcuno".

Lei ama calciatori simili a lei. Una serata come quella di Firenze può farle cambiare i giudizi in vista della prossima stagione?
"E' soltanto una partita, una partita in cui nel primo tempo abbiamo fatto bene e potevamo passare in vantaggio. Poi loro sono andati avanti e noi ci siamo sciolti, ma non cambia nulla per le mie scelte finali".

Dopo Milano lei disse che questo calcio le fa schifo. Non c'è il rischio che la squadra abbia capito male o sono arrivati stanchi alla fine?
"Può darsi, ma sono ca**i loro. Allora si vede che non mi conoscono... Poi forse un giorno capiranno meglio, non ci ho parlato e non ti so dire".

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