Napoli, la singolare autocritica, le frecciate ed i progetti futuri: altro show di ADL

"Tutto quello che è successo è colpa mia. Chiedo scusa, ma la verità la conosce solo chi vive le situazioni dall'interno e dopo la Supercoppa vi dirò la mia verità". E ieri Aurelio De Laurentiis, in una conferenza stampa di quasi due ore, ha raccontato la (sua) verità come preannunciato a fine 2023 in quel post-partita di Napoli-Monza. Si parte naturalmente dall'addio di Luciano Spalletti, ancora tutt'altro che metabolizzato, dove l'errore è in pratica non essere andato allo scontro per trattenerlo tramite l'opzione nel contratto, passando per Garcia mandato a quel paese prima, durante e dopo Napoli-Empoli, fino a Mazzarri - che in realtà ha numeri ben peggiori del francese - a cui naturalmente bisogna dare tempo. Spazio anche alle (solite) critiche alla stampa nel racconto del suo club ed a quello che sarà, dal riscatto di Traoré (in merito all'esclusione di Zielinski) alla necessità di costruire il centro sportivo dovendo lasciare Castel Volturno e prendere in concessione il Maradona nei prossimi 12 mesi.

La pec di Spalletti ed il rammarico del pugno duro
"Il 21 aprile, anche per tirare su il morale di Spalletti dopo le 3 partite col Milan, per dimostrargli che nonostante il calo io fossi con lui, gli mandai giuridicamente l'opzione via pec - ricostruisce ADL - Molti dicono 'ma come? manda la pec', l'amicizia è una cosa, un'altra i contratti, altrimenti che li facciamo a fare. Mai avrei creduto che nella cena del 12 maggio Spalletti ci comunicasse un anno sabbatico per tornare a fare il contadino e coltivare la terra". L'errore? Semplicemente non aver proseguito il braccio di ferro: "Accuso me stesso perché il mio errore era far valere l'opzione, Spalletti doveva restare, poi si andava allo scontro frontale, ci sarebbe stata una causa, ma intanto dovevo tenere il punto fermo, ma se dici di amare così tanto non penso non avresti allenato. Lo liberai solo per riconoscenza"

Perché Zielinski fuori?
Non si placano le polemiche per l'esclusione del polacco nella lista Champions per le gare col Barcellona, ma in realtà in generale dal progetto. Ieri ADL ha provato ad essere ancora più chiaro sui dubbi della società ed (anche) della parte tecnica: "Ma tu le vedi le partite? Il rendimento di Piotr l'avete visto? Non si può premiare chi dice in estate presidente 'voglio restare', io però non rimprovero lui, ma il suo agente Bolek perché è lui che lo 'vende' per guadagnarci". Ed ancora: "Mazzarri non lo dirà mai, ma se non ti alleni e non ci metti la foga, se ha paura di infortunarsi perché non ha ancora firmato tutte le carte, io non posso tenere il dubbio. Poi Traoré ha un riscatto della madonna, come faccio a capire se devo riscattarlo o meno?".

Finalmente le strutture?
"Tra un anno e mezzo lasceremo Castel Volturno", la conferma del presidente del Napoli alle indiscrezioni delle ultime settimane al mancato accordo con l'attuale proprietà del centro sportivo. De Laurentiis racconta della necessità di fare in fretta per la nuova casa del club e riapre anche il tema stadio: "Devo iniziare i lavori, ma entro 3-4 mesi dovrò finire la progettazione del centro sportivo a cui seguirà la scelta delle ditte e l'acquisto dei 30 ettari per fare un centro da 12 campi in stile Manchester City. Per lo stadio invece l'ho detto al Sindaco: mettiamoci d'accordo nei prossimi 120 giorni o lo faccio altrove e non è la solita provocazione. Senza novità lo costruirò ad Afragola".