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Sampdoria, Ferrero: "In Lega non parliamo solo di stipendi, c'è grande unità d'intenti"

Sampdoria, Ferrero: "In Lega non parliamo solo di stipendi, c'è grande unità d'intenti"
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 8 aprile 2020, 21:45Serie A
di Andrea Piras

Lungo intervento ai microfoni di Telenord del presidente della Sampdoria Massimo Ferrero. Il numero uno di Corte Lambruschini, intervistato nel corso del programma "Forever Samp" ha commentato "Voglio salutare Genova, la città che 6 anni fa mi ha accolto con grande amore e calore. Io mi sono unito alla loro forza. Quando arrivai qui, ci fu il Bisagno, poi il Ponte Morandi e oggi ci troviamo davanti a una cosa molto più complessa che secondo me è una guerra contro qualcuno che non si vede ma che è inesorabile. Genova ha la fortuna di avere dei genovesi di grande spessore. E' fortunata di avere delle famiglie importanti che nel momento del bisogno danno una mano. Mi riferisco alla famiglia Garrone-Mondini che ringrazio, mi riferisco ad altre famiglie di Genova che io vorrei ringraziare. Questo virus si combatte solo stando a casa. Potremo vincere solo aiutandoci uno con l'altro e potremo uscirne a testa alta soltanto con l'unità e la forza di aiutarsi. Questo virus ci ha detto che dobbiamo essere più buoni e generosi. Volevamo cambiare il mondo ma il virus ha cambiato noi e ci sta cambiando".

Può ripartire il campionato?
"Perchè noi vogliamo ripartire col campionato? Il calcio è la vita come faccio io ad andare a chiedere ad un ragazzo di ripartire? Cosa dobbiamo dirgli? Un ragazzo che corre in un campo sportivo e che ora non si è allenato. Potrebbe rompersi. Come faccio a vedere se questo ragazzo ha la testa giusta? Il calcio è anche un fatto mentale. Dobbiamo stare attenti agli infortuni. Organizziamoci per dire che questo campionato ormai deve finire qui. Lo dico col dolore perché io voglio ricominciare ma solo vedendo il mio stadio che è il più bello del mondo, con i miei tifosi che battono sui loro tamburi. Vuol dire che abbiamo sconfitto il coronavirus".

Si può ripartire a porte chiuse?
"Pensate a un calcio a porte chiuse: io ho visto così Sampdoria-Verona e ho avuto un male al cuore a vedere questo silenzio, a non poter esultare perché ditemi come si fa ad andare allo stadio e vedere quella desolazione. La partita senza tifo, ma che partita è? Ma quando vediamo questo derby, con tutti quei colori da una parte e dall'altra, con tutti che suonano, incitano i loro ragazzi, questo è il calcio, questo è lo spettacolo, questo è il mondo, questa è un'ora e mezzo di adrenalina pura. Ma una partita senza i tifosi, che cos'é? Ma perché? Io mi auguro che ci sia un vaccino e che ripartiamo. Come andremo allo stadio? Con le mascherine e vestiti da marziani? Attenzione signori. Pensiamo seriamente al dopo perchè è il futuro".

Le riunioni in Lega.
"Io penso che stiamo facendo delle belle riunioni. Ci confrontiamo quasi tutti i giorni e siamo tutti uniti per risolvere questo problema. Siamo 20 imprenditori ma siamo 20 presidenti e abbiamo una grande responsabilità perchè siamo delle persone che hanno la fortuna di avere delle squadre di calcio. Mi sono accorto che c'è grande unità di intenti, siamo vogliosi di ripartire ma siamo coscienti che questo momento è complicato. E' bello confrontarci, è bello sentirsi dire uno con l'altro che ce la faremo e non è vero che parliamo solo di riduzione degli stipendi. Infine vorrei dire tre cose: primo, mi è mancato molto non andare al Gaslini a portare le uova a questi meravigliosi bambini ma soprattutto dar loro un abbraccio e dire una parola di conforto. Secondo, vorrei dire che domani avrei voluto avere qua Paolo Mantovani, che domani avrebbe compiuto 90 anni, e stringergli la mano. Lo avrei voluto conoscere. Terzo, vorrei fare gli auguri di buona Pasqua ad una persona che Edoardo Garrone mi aveva promesso di farmi conoscere: Anna Garrone. La storia dice che è una grande donna".

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