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Skriniar, oggi si decide. L'Inter aspetta il rilancio e punta i sostituti, ma ne esce comunque male

Skriniar, oggi si decide. L'Inter aspetta il rilancio e punta i sostituti, ma ne esce comunque maleTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 30 gennaio 2023, 09:00Serie A
di Ivan Cardia

L'Inter ha smentito, Milan Skriniar pure. In entrambi i casi, come chiudere la stalla quando i buoi non soltanto sono fuggiti, ma ormai pure macellati. Dalle parti di Parigi, per la precisione. La presunta intervista del difensore slovacco non era autorizzata, questo è un dato di fatto. Forse non è neanche definibile intervista, ma questo è un giudizio soggettivo. Skriniar, inoltre, nega di aver detto quelle parole: credibile (fino a un certo punto) che non le volesse comunque far diventare di pubblico dominio, il sospetto è quello di una confessione destinata nelle sue idee a rimanere un segreto. Di Pulcinella, visti gli ultimi sviluppi, ma tant'è.

La rabbia dei tifosi. È esplosa, come sempre sui social. Molti di coloro che a inizio 2023 avevano dedicato a Skriniar cori e striscioni, per la verità apparsi eccessivi sin da subito, si sono riversati sulle pagine ufficiali del difensore slovacco. Vomitando la comprensibile, non sempre giustificabile, bile di un popolo che si è sentito tradito da chi in passato aveva pronunciato parole di amore incondizionato e poi ha deciso di partire per il vil denaro. Più che legittimo, intendiamoci: il guaio, nel calcio moderno, è lasciarsi andare a promesse che nessun professionista - a meno che non si chiami Zanetti, Del Piero, Totti, Maldini - può rispettare se non facendo un torto alla propria carriera. Skriniar, a livello economico e pure sportivo, ha sempre avuto tutto il diritto di accettare il Paris Saint-Germain. Sia detto sottovoce, fa pure benissimo. Il finale, però, è dei peggiori: la combo espulsione+dichiarazioni dell'agente a metà primo tempo di Inter-Empoli aveva già scatenato la tempesta, il virgolettato di ieri gli renderebbe impossibile la vita a Milano da qui a giugno.

Oggi si decide il futuro. Adesso, la palla sarebbe tutta nel campo del PSG. Non è proprio così, più giusto dire che in Francia possono decidere le regole e a Milano ci provano. L'Inter ha dettato condizioni chiare: a 20 milioni di euro si può chiudere. Da Parigi è improbabile che si possano spingere fino a quel punto, al massimo Campos arriverà a quota 15, comunque complicata. Vista la situazione, ha tutto il potere contrattuale di questo mondo e non può non farne uso. Sulla fragilità interista in questo giochino, ci torneremo. Nel frattempo, cosa fa la dirigenza nerazzurra? La richiesta economica è quella di cui sopra, c'è anche una deadline: non si può arrivare all'ultimo giorno di mercato per chiudere un'operazione del genere. Soprattutto perché a Simone Inzaghi serve un sostituto. Sotto questo profilo, quel che filtra è che Marotta e Ausilio stiano lavorando da tempo su diversi nomi. Il Lille chiede troppo per Djalò, mentre per Lindelof il Manchester United non farebbe le barricate, così come l'Eintracht Francoforte per Evan N'Dicka, centrale francese classe '99 che può forse considerarsi il primo della lista. In Italia, i nomi più realistici a questo punto del mercato (la Fiorentina difficilmente aprirebbe su Milenkovic) sono quelli di Becao e Djidji. Oltre oggi, non si può andare. A meno che… Ci arriviamo.

L'Inter ne esce comunque male. Da tanti punti di vista. Dei troppi errori commessi nella trattativa per il rinnovo di Skriniar e poi nella convulsa estate 2022 abbiamo già scritto di recente. Adesso che si arriva al redde rationem, la dirigenza si trova fra l'incudine e il martello. Da un lato ha un giocatore che non vivrebbe e di conseguenza non giocherebbe serenamente i prossimi mesi, dall'altro un club che può prenderlo a zero in estate e quindi a gennaio non avrebbe motivo di fare sforzi economici straordinari. La stessa richiesta da 20 milioni e l'ultimatum temporale poggiano sulla risposta a una domanda delicatissima: cosa direbbe Zhang se martedì il PSG ne offrisse 15? È un interrogativo che è il nocciolo della questione, di qualsiasi difficoltà incontrata dall'Inter sul mercato negli ultimi due anni. Quanto al finale: se l'Inter terrà Skriniar fino all'estate, Inzaghi dovrà gestire una situazione esplosiva in tutto il girone di ritorno. Se lo cederà oggi, dovrà ricostruire rapidamente i meccanismi di una difesa già spesso traballante, con un erede non all'altezza del predecessore: Skriniar non sarà Beckenbauer e per 50 milioni di euro si poteva cedere, ma non è neanche l'ultimo arrivato.

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