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TMW RADIO - Pancaro: "Juventus e Inter più attrezzate del Milan, ma occhio alle sorprese..."

TMW RADIO - Pancaro: "Juventus e Inter più attrezzate del Milan, ma occhio alle sorprese..."
© foto di Giuseppe Scialla
mercoledì 11 novembre 2020, 18:35Serie A
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Giuseppe Pancaro intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex difensore ed oggi allenatore Giuseppe Pancaro si è collegato in diretta coi microfoni di TMW Radio, intervenendo nel corso di Stadio Aperto, trasmissione condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. L'intervista comincia dal momento della Lazio: "Sembra come se inconsciamente avessero tenuto qualche energia da parte per l'esordio in Champions. Dalla vittoria contro il Borussia si è sciolta, è ripartita e si sta vedendo la Lazio degli ultimi anni, al netto di tutte le difficoltà".

Simone Inzaghi potrà avere una rosa più lunga? Convinto dal mercato?
"Da questo punto di vista penso che quest'anno abbiano lavorato bene sul mercato, rendendo l'organico più numeroso. Si è visto in queste partite dove c'erano diversi infortuni e assenze causa Covid, non ultima la partita in casa con la Juve. Si è visto che chi ha giocato è stato all'altezza della situazione".

Oggi Inzaghi è tra i migliori tre allenatori in Italia?
"Sta facendo veramente delle cose straordinarie. Ha bruciato tutte le tappe, è partito benissimo da subito. Alla prima esperienza in Serie A ha saputo ottenere risultati straordinari attraverso anche una qualità di gioco importante: non vorrei sbagliarmi, ma mi pare che la sua sia la panchina più longeva del campionato, e sappiamo quanto questo sia difficile in Italia. I fatti dicono che la sta conservando grazie a risultati e prestazioni: mi complimento, e sono contento perché è un amico".

Rimasto sorpreso dalla scelta della Juventus di affidare la panchina a Pirlo?
"A dir la verità sì. Faccio una premessa: conosco benissimo Andrea, abbiamo trascorso due anni al Milan ricchi di soddisfazione e successi, ed è un ragazzo al quale è impossibile non voler bene per quanto è intelligente. Gli auguro di ripetere quanto ha fatto da giocatore se non di più, ma è normale che essendo alla prima esperienza ha bisogno di essere supportato. Questo è un mestiere dove l'esperienza conta: la società lo deve sostenere qualora arrivassero momenti non positivi, ancora di più di quanto farebbe con un altro allenatore a quel livello. Da quanto si è visto fin qui ha idee chiare, che a me piacciono: cerca di dominare la partita con un calcio propositivo, e non avevo dubbi su questo perché ci avevo già parlato e sapevo quale fosse la sua visione di calcio. C'è bisogno di pazienza e di concedergli qualche errore".

Il Milan può tornare in Champions?
"I fatti dicono di sì. Questo Milan post-lockdown è partito fortissimo, ha inanellato una serie di risultati utili da grande squadra, e se li ottieni vuol dire che hai dei valori. C'è un'idea ben precisa, e grandi meriti vanno dati a Pioli e alla società, in modo particolare a Maldini che sta lavorando bene nel prendere giocatori giovani, di talento e funzionali all'idea di Pioli. Poi c'è Ibrahimovic, che nonostante tutti pensassero potesse avere un calo continua a dimostrare di essere straordinario e decisivo, trascinando da un punto di vista tecnico e caratteriale. Questo Milan può giocarsela fino alla fine per un posto Champions, poi va detto che ci sono squadre più attrezzate, che hanno speso di più e che hanno organici superiori come Juventus o Inter, ma vediamo che in questo campionato sta regnando grande equilibrio. E chissà che non ci possa essere una sorpresa...".

Quanto è forte Theo Hernandez?
"Straordinario. Tra i primi tre al mondo nel suo ruolo, e penso abbia ancora dei margini di miglioramento incredibili. Complimenti al Milan, e a Maldini, che sono arrivati prima degli altri attraverso un'intuizione".

Quanto è rischioso il ritorno di Prandelli a Firenze oggi?
"Non penso che per lui sia rischioso: purtroppo il calcio a volte ti accantona, e lui negli ultimi anni ha avuto poche occasioni. Più che un rischio, per lui è la grande occasione per far vedere di cosa è capace in un posto dove ha fatto benissimo e che gli vuole bene. In più la Fiorentina secondo me ha valori importanti, è una squadra molto forte che può davvero dare fastidio a tutti in questo campionato".

Come valorizzare Amrabat nel centrocampo viola?
"A prescindere dai numeri del modulo, perché in Italia è da un po' che si parla di principi e funzioni, c'è da dire che anche con Iachini la squadra ha fatto prestazioni di livello e mostrato il valore di questi giocatori. Sono purtroppo mancati in alcuni momenti decisivi, quando tutto sembrava fatto. Il centrocampo della Fiorentina è completo: c'è qualità, fisicità, atletismo... Possono fare bene in qualsiasi modo".

Manca una punta?
"Cutrone e Vlahovic sono due giovani interessanti, ma effettivamente per poter completare realmente quest'organico una punta di peso, di quelle che ti garantiscono tot gol a stagione, avrebbe potuto essere la ciliegina sulla torta. Non è stato così, ma magari sarà l'occasione per far giocare questi ragazzi nella speranza che riescano ad esplodere".

Si sta muovendo qualcosa sul suo futuro?
"Qualcosa sì, proprio nelle ultime settimane ho ricevuto un paio di chiamate ma non era quello che stavo aspettando".

Quanto rischia la Serie C?
"Purtroppo ci sono dei problemi evidenti, e li riscontriamo in ogni altro settore della vita quotidiana. In questo momento dobbiamo essere obbligatoriamente ottimisti, sperando che il calcio non si fermi, sopratutto quello di Serie A che poi serve da traino al resto, o le conseguenze sarebbero davvero troppo pesanti. Ci sono effettivamente problemi e situazioni che uno spera di non rivedere più, tipo squadre che falliscono, ma non è questo il momento per non essere uniti. Superata la fase, sarà giusto fare riforme serie in modo tale che non si verifichino più certe cose".

Tra tutti i top player con cui ha giocato, chi l'ha impressionata di più?
"Devo fare più di un nome... Sicuramente Bobo Vieri, e con lui si è creato un rapporto di amicizia al di là del calcio: in allenamento gli vedevo fare cose fisicamente incredibili. Stesso discorso per Nesta e Veron, che faceva cantare il pallone, alla Lazio. Poi il primo allenamento di Kaka al Milan: mi folgorò. Fece una progressione palla al piede e arrivò in porta: da lì ci accorgemmo tutti che davanti avevamo un fuoriclasse. E poi Maldini, ma sono talmente tanti...".

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