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Lo Monaco: "Mi dimetto, ma la storia del Catania sono io"

Lo Monaco: "Mi dimetto, ma la storia del Catania sono io"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
martedì 26 novembre 2019, 13:38Serie C
di Claudia Marrone

Si è svolta questa mattina la tanto attesa conferenza stampa dell’Ad del Catania Pietro Lo Monaco, che, nell'annunciare anche le sue dimissioni, ha analizzato il momento del club: “La chiarezza qua c’è sempre stata, non la si è voluta vedere, si preferivano le polemiche a un’analisi di quello che è il momento del calcio italiano. E l’analisi parte da un antefatto, dal 21 maggio 2012, giorno nel quale mi dimisi, col Catania in Serie A senza debiti e con molta liquidità. Dopo quattro anni, il caos, il Catania retrocesse prima in B e poi in C, con una storia che non sto a elencare, e nessuno può dimenticare i casini successi in quel periodo: ma tutti hanno operato e giudicato, il solo fallito era il Calcio Catania, tutti gli altri protagonisti e no… esenti da colpe. Altrimenti non si riproporrebbero le persone di quel periodo. A giugno 2016 sono tornato, col club azzerato, e ho rimesso in piedi tutto rendendo la società di nuovo appetibile. Ho ricostruito anche il settore giovanile, abbiamo 8 squadre e una scuola calcio: sapete quanti tesserati giovanili abbiamo? 400, con 40-60 tecnici. Più la prima squadra, e il centro di Torre del Grifo: diamo da mangiare a circa 700 persone, e tutto da soli; alle volte leggermente in difficoltà, ma siamo in piedi. Qualcuno ha mai aiutato la società? No. Questo per rispondere ai giudici che parlano di fallimento, quello che non amano il Catania ma sono diventati protagonisti grazie al Catania.

Ci sono squadre che hanno speso 14 milioni per fare la squadra, mentre noi 3 milioni lordi e si parla di dover vincere il campionato. Il nostro è un percorso virtuoso da scrivere nei libri, fatto tutto con le forze del Catania: mi sorge il dubbio ci sia qualche giochetto di prestigio. Il Catania ha una sua dignità e non merita tutto quello che sta succedendo. Passiamoci tutti una mano sulla coscienza: il Catania ha bisogno dell’aiuto di tutti e non di protagonismi. Gli scienziati non servono a nulla. Lo so che non siamo andati in Serie B ma ci abbiamo provato con i soldi che abbiamo potuto investire. Abbiamo mostrato quintali di palle. Questa squadra ha fatto due volte i playoff sfiorando la Serie B e si parla di fallimento con 3,5 milioni di euro lordi spesi all’anno. Si deve vergognare chi parla di fallimento. Non esiste rilancio senza risanamento. Sono stato chiaro. Andate a vedere il Monza che ha speso 14 milioni di euro e lo ha affermato Galliani. Noi abbiamo avuto la speranza di farcela anche con quel poco che avevamo da investire. Abbiamo dimostrato le palle.

E’ cinquant’anni che sono nel calcio. Prima da calciatore e poi da dirigente e penso di avere esperienza. Ogni anno però mi sorprendo e vedo sempre qualcosa di più. E’ cambiato il sistema, i mezzi di comunicazione, i social a favore di chi vuol fare danni. Se non hai gli anticorpi giusti per affrontare queste situazioni è difficile andare avanti. E noi non siamo riusciti a crearceli ancora. Se mettiamo il Catania in secondo piano e diamo spazio agli sciacalli dandogli voce vuol dire che non ci abbiamo capito granché. Anche perché anche il comune ha goduto del Catania, nonostante quanto dica il sindaco: lo stadio a esempio era fatiscente sotto ogni punto di vista, lo abbiamo rimesso in sesto e ora non è sfruttato solo da noi. Ci fanno tutto, ma questo non si scrive mica, si da spazio al sindaco. E io non posso accettare che si faccia della politica su di noi. Semmai voglio un aiuto fattivo, no chiacchiere.

Fino a qualche anno fa la salvezza del Catania veniva prima di ogni cosa, poi sono cambiatele strategie, e qui mi inserisco nel discorso dei tifosi. Chi fa atti fuori dalla norma non ama il Catania. Quelli che dicono di amare i nostri colori devono spiegare come mai vengono al campo solo per gridare “Speziale libero” sapendo che ci fanno pagare la multa 3-4mila euro di multa a partita, che moltiplicato per tutte le gare sfiora una cifra intorno ai 100mila euro… questo è amore, certo. Ma noi abbiamo anche chi ci sostiene, per fortuna. Io li ospito, certo, perché? Forse perché siamo essere umani, forse abbiamo paura. Le contestazioni qua non sono iniziate ore, ma molto tempo prima, e a me hanno sempre fatto gioco, basta lascino in pace la squadra. Ma quelle, le contestazioni, sono iniziate quando io ho toccato la lesa maestà, compreso poi il campo di Gangi. Ma quando ho trovato la testa di porco con una messaggio per il sottoscritto in campo? E alla redazione de Il Catanista la foto è arrivata, quindi sapranno chi l'ha inviata. Qua certi giornali danno spazio a certa gente. Michele Spampinato è diventato il capo di una redazione. Fa scrivere gli articoli a favore della curva. Parla il giornale per queste situazioni. Prima la guerra con Cosentino, poi con Pulvierenti e ora a Lo Monaco. Dare ospitalità alla parte più facinorosa della curva non è deontologicamente corretto. E io? No, io ho toccato la storia del Catania, così dicono. Se non è perdere tempo... parte della storia del Catania sono io.

Ma mi dimetto ufficialmente dal ruolo di Dg del Catania, ma fino a quanto la società non avrà trovato un sostituto, non lascio il club in mezzo a una strada. Rimango a disposizione, non mi sembra giusto fare diversamente: anche se preferisco farmi da parte perché sono un sanguigno e non vorrei andare troppo oltre in cose gravi. Le dimissioni sono ufficiali, ho firmato la risoluzione già da tempo per non gravare sul bilancio del club. Sappiate però che a oggi sarebbe delittuoso far morire il percorso del Catania: noi abbiamo ricevuto solo la proposta del dottor Follieri, per il resto non si è mai avvicinato nessuno, vedremo se il sindaco, col suo voler dare un aiuto, potrà mettere insieme una cordata. Il Catania è un'azienda che da lavoro a tanta gente, e non si scherza con il lavoro della gente, come fa qualcuno”.

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