Mastour: "A Foggia non c'erano le basi per iniziare un percorso. E sono stato poco tutelato"

Lunga intervista a Pianetaserieb.com di Hachim Mastour, centrocampista classe ‘98 attualmente svicolato dopo l’esperienza alla Reggina nella scorsa stagione in cui si torna su cosa non è andato in Calabria e sul futuro che attende il calciatore: “Sto bene sia mentalmente sia fisicamente, mi alleno sempre perché l’allenamento fa parte del mio stile di vita. A Reggio ho sempre avuto un bellissimo rapporto con la piazza, mi hanno fatto sentire a casa ed ero onorato di poter giocare con quella maglia accanto a giocatori come Crisetig, Menez o Denis. Mi sono sempre messo a disposizione della squadra e dato il massimo ogni giorno, però i risultati tardavano ad arrivare e la scelta tecnica cadeva sempre su altri giocatori. Ho capito che non fosse la strada giusta per me dopo essere stato vittima di episodi molto spiacevoli da parte di alcuni compagni di squadra. Foggia? Tutto è iniziato con un contatto da parte di Canonico, ho avuto una piacevole chiacchierata con lui nella quale ha manifestato apertamente interesse nei miei confronti. A una sua ulteriore chiamata, gli ho riferito che avrei desiderato provare questa avventura nel caso in cui il mister fosse stato d’accordo e mi avesse visto all’interno del suo gioco. Dopo aver ottenuto le dovute rassicurazioni da parte di tutta la società, ho deciso di andare a Foggia per parlare di persona e conoscere l’ambiente. Sono andato a vedere l’allenamento sugli spalti e sono iniziate a circolare articoli che mi ritraevano come un giocatore del Foggia, nello specifico che era stato spedito in tribuna e tra i responsabili del risultato negativo che sarebbe maturato in quella giornata.

Ero arrivato in città da meno di 5 ore e purtroppo non credo sia stato tutelato nella maniera corretta. Mi sono allenato 4 giorni con loro ma non ci sono state le basi per iniziare questo percorso insieme per cui abbiamo deciso di chiudere il tutto. - continua Mastour guardando al futuro - Ho avuto richieste da squadre italiane ed estere. Semplicemente non ho ancora trovato il percorso che rappresenti il giusto step di crescita per la mia carriera. Non so cosa mi riserverà il futuro. Oggi siamo qui, domani non lo sa nessuno. Sono orgoglioso della persona che sono e lascio le cose nelle mani di Dio”.