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OLIVIERO BEHA, L'articolo che ha scatenato DDV
venerdì 29 ottobre 2010, 22:00Notizie di FV
di Tommaso Loreto
per Firenzeviola.it
fonte di Oliviero Beha per Il fatto quotidiano

OLIVIERO BEHA, L'articolo che ha scatenato DDV

L'articolo di Oliviero Beha pubblicato da "Il fatto quotidiano"

Cominciamo dalla fine, che dovrebbe poi essere l'inizio: il ritorno in campo di Adrian Mutu , a Catania, domenica prossima, dopo la lunga squalifica per "pillole dopanti" che dovevano farlo dimagrire.... Salvator mundi, secondo la vulgata. Fuoriclasse assoluto e bizzarro, scazzottatore di camerieri con un tasso di sregolatezza e cattive compagnie davvero eccessivo. Il buco di Jovetic riempito da uno di dieci anni più anziano ma di classe probabilmente superiore. Ebbene, se vi dicessi che il romeno ha sei mesi di arretrati nello stipendio? Che il club gli ha fatto causa per danni per non pagarglielo mentre Mutu ha in corso un conflitto con il Chelsea che lo vuole spolpare per la vecchia vicenda della cocaina? Che la Fiorentina non ha mai, dico mai, neppure chiesto la deroga per fargli disputare almeno le amichevoli negli ultimi tre mesi se non altro perché Jovetic era rotto o rottissimo?

Che un anno fa un medico della Juve si accollò la responsabilità di un Cannavaro trovato positivo all'antidoping e così passo tuttò in cavalleria, mentre per Mutu in società questo problema non si pose mai e qualcuno già si fregava le mani "con il nuovo Jo-Jo" che avrebbe polverizzato la memoria del "divino giostraio" caduto in disgrazia? E poi dici che non se le vanno a cercare. Sì, è vero, chi scrive è di Firenze ed è grande tifoso della Fiorentina, ma non al punto di non voler vedere e raccontare. Sì, è vero, non ho risparmiato nulla né ai Pontello né ai Cecchi Gori né ai Della Valle, convinto come sono che prima venga il club, la sua serietà, la sua trasparenza gestionale (uuuh!), la sua efficienza e dopo la squadra ,il tecnico ecc. Quindi di personale non ho nulla, e le critiche a raso non ho aspettato di farle oggi, a babbo semi-morto e quando farle è facilissimo, ma le muovevo qui già un anno fa quando Firenze gongolava perché la squadra tirava, in Champions avanzava, il "progetto" dellavallesco dirompeva e Prandelli "era il primo Ferguson italiano". Possibile che in un anno sia andato in pezzi tutto il cristallo ? Che cosa c'è sotto, e perché? Era vero cristallo?

Vent'anni fa, Mondiali in Italia e Franchi rifatto per l'occasione, i Pontello lasciavano a Cecchi Gori sparendo muro muro perché avevano ceduto l'unico fuoriclasse in grado di mantenere in vita nella città di Dante l'asse tecnico ereditario di Antognoni, ossia Baggio. E alla Juventus, perfino. All'epoca Franco Zeffirelli commissionò a me e a un prestigioso collega albionico, Brian Glanville, una "Storia del calcio dalle origini ai nostri giorni" per un film per la tv che avrebbe dovuto produrre Fininvest. Poi non si fece, e si fece nel '94 il primo governo Berlusconi...per dire. Fu allora che mettemmo mano per il copione a meravigliose scene di massa del calcio fiorentino dei secoli passati, infilandoci nel dna di una città e di una cittadinanza che è un tutt'uno, un unicum con la squadra. Per capirci, il calcio è spesso e ovunque o quasi metafora di tutto, Firenze invece rischia -Walter Pater e le sue cronache alla mano- di essere storicamente metafora del calcio dagli albori.

Per questo è delicato parlare di Firenze e Fiorentina, un'endiadi scabrosa piena di soddisfazioni ma anche di dolori formidabili. Su questo canovaccio si innestano i Cecchi Gori, il praticone eccellente cinematografaro e il suo erede allo zafferano.Il primo muore presto, ahimé, il secondo ha in mano la società per non far troppi danni altrove (è la teoria della Moratti family con Massimo). Invece fa un macello. Prima la B nel '93, poi la risalita, la bancarotta tra calcio e cinema, la garrota dei debiti e infine il fallimento della Fiorentina nel 2002. Se si fosse voluto, si sarebbe salvata. Altre società hanno avuto trattamenti più favorevoli. Nel calcio come altrove le Istituzioni istituiscono solo ciò che conviene ai padroni del vapore: Cecchi Gori era segnato, e nemmeno voleva vendere le sue sale cinematografiche perché da sotto il lenzuolo Valeria Marini lo sconsigliava di farlo.

Così crolla, la Fiorentina sparisce e il duo Ds Domenici sindaco e D'Alema dux e non pater (quello era Walter...) in quell'estate combinano con Della Valle. Sarà lui il nuovo padrone, senza spendere una lira per la neonata Florentia Viola successivamente rientrata prima in B (dalla C2 saltando un anno come a scuola perché ingiustizia era stata fatta-ma a Cecchi Gori- e perché Della Valle era imprenditore "fresco" e "credibile": l'alternativa all'epoca si chiamava Preziosi...) e poi in A.

Da allora sapete tutto: l'anno in cui,2004-2005, poco mancò che rifinisse in B nella temperie di Calciopoli, con Della Valle che si prese per la Fiorentina 17 punti di penalizzazione ma ne uscì mondato per la giustizia sportiva ( e allora scusate ma quei 17 punti erano per punire me?), e poi gli anni in cui Prandelli era il Signore di Firenze.Cinque, o quattro e mezzo, con molte virtù ed alcuni errori marchiani. Ma è stato cacciato con ignominia mesi fa e nessuno si chiede come mai ? O si pensa da autentici grulli che abbia lasciato la Fiorentina per la Nazionale? E' stato "sistemato" ad una Nazionale in cerca di autore più di Pirandello solo perché i Della Valle (naturalmente il Della Valle, l'altro essendo solo un fratello) volevano sbolognarlo senza pagare dazio alla città "del calcio fiorentino".

E' stato in questi anni che lo strepitoso spirito del capitalismo soffiava in Diego e gonfiava i gonfaloni gigliati. Qualche numero sugli affari di famiglia mentre la Fiorentina offriva un palcoscenico fenomenale sia dal punto di vista pubblicitario che da quello "antropologico", di fidelizzazione. Chiedete a un pubblicitario di monetizzare tutto ciò. E comunque: nel 2002 quando i Della Valle rilevano gratis la Fiorentina in serie C2 il gruppo Tod's chiude con un utile netto in incremento del 12,5%. Nel 2003 il gruppo Tod's chiude con un utile netto in incremento del 8,1%. Ma ricordo che fino a questo momento la Fiorentina anfanava nelle serie inferiori e i Della Valle ancora non avevano acquisito quella visibilità che ottengono l'anno successivo quando i viola arrivano in serie A. Della Valle è regolarmente in tv più per la Fiorentina che per i suoi marchi, e così che ti combina? Si compra un testimonial ogni tanto a passeggio per il campo come l'ex campione nipponico Nakata, ormai stantio, con relativo viaggio estivo in Giappone, consequenziali esibizioni e un rendiconto "magico": nel 2004 infatti l'utile netto sale al 15% ma il dato più significativo è che grazie al suo testimonial speciale che inaugura show room a Tokyo il gruppo aumenta l'utile netto in Asia del 60%.

Con i viola in serie A, Diego Della Valle spopola e mentre la squadra è a un passo dalla B con mille allenatori e poi approda all'era Prandelli il 2005 chiude con incremento del 39%. Il 2006 è l'anno di Calciopoli, delle intercettazioni, una botta negativa di immagine clamorosa e la parabola ascendente dei ricavi comincia a invertire la tendenza. Nel 2006 l'incremento scende a un 14%, stesso dato nel 2007. Il 2008 continua con il trend al ribasso e l'utile netto riportato nei bilanci scende ancora a 7,9%. Il primo trimestre 2009 solo a 5,4%.........Che voglio dire, cifre alla mano ? Che si sta incrinando il famoso "progetto" di cui tante volte ho chiesto ragione per iscritto ai Della Valle anche da queste colonne sotto forma di una specie di "10 domande" cui né lui né Berlusconi hanno mai risposto.Il progetto consisteva in questo: riuscire in qualche modo a non perdere un euro con la Fiorentina guadagnando con l'indotto, fosse l'aspetto pubblicitario preponderante oppure un futuro edilizio con Cittadella, stadio, negozi ecc. Un autentico colpaccio. Naturalmente da mettere in atto a Firenze, ossia quel tipo di città e di cittadinanza con quel legame storico che dicevo.

Così nel settembre 2009, giacché quest'ultimo progetto non si realizzava per i motivi che tra poco vi riassumerò, Andrea Della Valle lasciava la presidenza a un anonimo "perché la città non lo capiva", e successivamente il patron Diego quella onoraria "per dare un segnale". Ma un segnale di che ? Il segnale di chi pretendeva una Cittadella come e dove la voleva lui, nell'area di Castello nelle vicinanze dell'aeroporto casualmente di Ligresti e casualmente sotto sequestro della magistratura, in un turbine giudiziario che parte dalla banca di Verdini e sconfina nella "cricca" e in un pasticcione nazionale ben poco calcistico.

Ma mentre litigano il nuovo sindaco Renzi e il nuovo governatore Rossi (l'unico rimasto fedele al "progetto" essendo Dieguito), i Della Valle mandano continui segnali di disimpegno. Forse non si divertono più. Ma non ci spiegano perché hanno comprato sottocosto i terreni di Incisa sei anni fa per costruirvi un Centro Sportivo mai costruito ma rimasto di loro proprietà evidentemente con altre destinazioni d'uso, non ci spiegano perché è finita con Prandelli, non ci spiegano perché abbiano condizionato da un anno e mezzo un club e una squadra ben costruiti e con qualche speranza di vivaio ai loro interessi edilizi "sotto gli occhi di tutti",ecc.ecc.

E non entro qui nelle campagne acquisti, l'attuale allenatore, le vicende di giornata. Mi basta aver fornito dati chiari per un imprenditore "raffinato" oggi impegnato in una rissa con l'Ad di Trenitalia, Moretti, per "fare più grande il binario" come cantava Rascel per la Scozia, con i suoi Nuovi Treni Veloci "manna per il mercato", un Dieguito al foulard con lo charme del Fondo Lussemburghese omonimo in società con Montezemolo, Abete e sodali. La crisi dunque è cominciata da molto tempo, chi doveva sapere stampa compresa sapeva ma taceva. Strano, nevvero?