
Pirlo al Corsera: "La Juve? Se avessi già firmato non parlerei con Galliani. Restare? Bisogna volerlo in due"
In una lunga intervista concessa al "Corriere della Sera", il centrocampista del Milan, Andrea Pirlo, parla del proprio futuro, della difficile trattativa per il rinnovo di contratto col club rossonero e delle voci che lo danno ormai ad un passo dalla Juventus. "Com’è la mia situazione contrattuale? Non lo so. In questi giorni parlerò con Galliani e poi decideremo. Per fare le cose bisogna essere in due. Se ci sono i presupposti, se loro sono contenti, io sono contento di rimanere. Al Milan farei altri dieci anni - spiega il regista bresciano -. Seedorf invoca rispetto da parte della società? Ora che hanno fatto tutte le loro cose, è giusto che ci facciano sapere quali intenzioni hanno. Ognuno poi è libero di fare le proprie scelte. Se non ci sarà più spazio per noi della vecchia guardia, nessun problema. Non ha senso rimanere qui a tutti i costi. Situazione un po’ ambigua? È vero. Vengo considerato uno della vecchia guardia ma ho 2 o 3 anni in meno degli altri che hanno il contratto in scadenza. Mi sento ancora giovane, mi sento di fare altri 3-4 anni ad alto livello. Sono sicuro di quello che dico. Per questo un solo anno in più di contratto non avrebbe senso".
Galliani dice che, visto che i «vecchi» hanno giocato di meno, è giusto che guadagnino di meno: "Il ragionamento ci può anche stare -prosegue Pirlo -. Però bisogna parlarne. Quello di uno stipendio ridotto non è mai stato un problema per me. Si dice che io non voglia rinunciare a un euro? In effetti è stato scritto così, ma la verità è che a me nessuno ha mai chiesto né proposto niente. Quante possibilità ci sono che resti al Milan e quante che invece che me ne vada? Cinquanta e cinquanta. Ma semplicemente perché non ne abbiamo mai parlato. Se non dovessi rimanere al Milan, finirò alla Juve? Non è vero.
Se avessi già firmato con la Juve secondo lei andrei a parlare con il Milan?. Offerte arabe? Si, ci sono stati degli incontri ma non è il momento di andare da quelle parti. Io voglio ancora vincere trofei importanti. È giusto rimanere qui in Europa. Se temo che andando alla Juve i tifosi possano darmi del traditore? E perché? A volte i matrimoni finiscono e in questo caso non sarebbe colpa di nessuno. Io mi sono sempre comportato bene, perché dovrei essere un traditore?. Se il Milan è ancora casa mia? Si. È un ambiente bellissimo in cui sto benone. Mi dispiacerebbe andarmene dopo tanti anni. Dovrei lasciare luoghi e persone: il cuoco, il giardiniere di Milanello. Dieci anni sono tanti. Però non posso rimanere senza giocare, quindi se il Milan non mi rinnova il contratto dovrò andare da qualche altra parte. Come farò senza il mio amicone Nesta? Speriamo di non dovere andare via. Se tornerei all'Inter? Non credo. Anche per una forma di rispetto nei confronti dei milanisti. E poi che accoglienza riceverei? Meglio evitare... Però non ci sarebbe niente di male. È comunque una squadra forte. Cosa mi sento di dire ai tifosi del Milan? Che sono stati dieci anni fantastici e che spero ce ne possano essere altri. Però se le cose non dovessero andare in questo modo, sappiano che sarò sempre felicissimo per quello che è stato e per tutti i trofei che abbiamo vinto. E magari mi piacerebbe che un giorno ci potessimo incontrare di nuovo tutti assieme".







