
Bucchioni: "Per Jovetic nuova offerta, 22 milioni più Marrone e la metà di Gabbiadini. Un errore la 10 a Tevez"
Il direttore del Qs Quotidiano sportivo della Nazione, Resto del Carlino e Giorno, Enzo Bucchioni, all'interno del suo editoriale per Tuttomercatoweb.com, ha svelato gli sviluppi della trattativa che potrebbe portare Stevan Jovetic alla corte di madama e ha detto la sua sull'assegnazione della maglia numero 10 bianconera a Carlitos Tevez. Prima, però un doveroso ricordo di Stefano Borgonovo:
"Fermarsi a riflettere fa bene. Dovremmo farlo tutti i giorni per capire cosa gira davvero intorno alle nostre frenesie. Ricordare Borgonovo è più di un dovere. I suoi grandi occhi neri sbarrati saranno per sempre dentro di noi. Un esempio. Non ci dilunghiamo in parole, in certi casi sono vuote. Vogliamo soltanto sottolineare quello che Stefano ha fatto in nome e per conto di tante famiglie che lottano contro lo stesso male senza essere famosi. La Sla era una cosa prima di Borgonovo, è diventata un'altra dopo Borgonovo.
Grazie al coraggio di questo campione che si è messo in gioco e in mostra, ha vinto tutte le barriere psicologiche, ha scosso le coscienze scegliendo di trasformare un fatto privato in un dramma pubblico. Così, per Borgonovo, si sono accesi i riflettori su una malattia tremenda, ma sconosciuta. Stefano e la sua straordinaria famiglia, hanno messo in moto un movimento incredibile, un formidabile acceleratore di attenzione che ha dato grande impulso alla ricerca e sensibilizzato la politica e l'opinione pubblica. Il ricordo sarà per sempre.
Cambiando argomento, ma restando nel campo dei valori che devono sempre ispirare il mondo dello sport, ci ha delusi la scelta della Juventus di dare a Tevez la maglia di Del Piero. Siamo Delpieristi, lo confessiamo. Ma chi non lo è? Non c'entra la Juve, c'entra un modo diverso dagli altri di vivere il calcio e lo sport. Del Piero in vent'anni di carriera ha fatto della sportività e della signorilità una bandiera. Per la Juve ha fatto tutto e di più. Ma forse siamo fuori dal tempo, le bandiere devono essere ammainate in fretta. Così ha fatto, purtroppo, la Juve. Un personaggio così meritava più rispetto, forse la sua maglia andava ritirata.
Forse. E comunque darla a chi non ha ancora una storia bianconera sicuramente è una sorta di affronto. Oppure qualcosa di voluto per cancellare un mito ingombrante. E questo sarebbe ancora peggio.
Parlando di calcio, comunque, complimenti alla Juve: il colpo è grosso. Uno di quei giocatori rapidi, in grado di saltare l'uomo e di svariare che piaccino molto a Conte.
La risposta di Galliani non si è fatta attendere. L'attacco a Jovetic, altro obiettivo bianconero, è una chiara manovra di disturbo. La Fiorentina, però, non è interessata a uno scambio con El Shaarawy per molte ragioni. Primo perchè ha già Pepito Rossi, un attaccante piccolo e agile, ha altri esterni d'attacco come Joaquin e poi ha già chiuso con Mario Gomez del Monaco, 15 milioni al Bayern, 4,5 al giocatore per 5 anni. Piuttosto, nella cena tra Galliani e Pradè si è discusso di Ljaijc. Il giovane serbo piace molto ad Allegri e la Fiorentina non lo considera incedibile. Il Milan però non ha il contante che vogliono i viola e la contropartita tecnica non convince.
A proposito di contropartite, la Juventus non si ferma a Tevez e sta cercando di mettere assieme anche l'offerta decisiva per Jovetic. La Fiorentina insiste per 30 milioni cash fissati nell'accordo con il montenegrino, ma Ramadani (il manager del giocatore) sta cercando di convincere le parti che un'offerta di 22 milioni, Marrone e la metà di Gabbiadini può essere un piatto decisivo. Vedremo.
Intanto non c'è solo Jovetic nel gran ballo delle punte, ma l'uomo decisivo sembra Cavani. Chi lo prednerà? Sta diventando un problema non da poco. La clausola da 63 milioni, più 7 di valorizzazione, portano a 70 milioni per il cartellino più l'ingaggio. Una mega operazione finanziaria che spaventa anche società come Real (è andato su Isco del Malaga, 21 anni) e City. Soprattutto se il Napoli non accetterà contropartite tecniche. E allora? Tenere a Napoli un giocatore scontento può essere un autogol, col rischio della svalutazione. Un bel dilemma per De Laurentiis e un bel giallo per tutto il mercato".







