
Boateng: "Milan sei la migliore al Mondo, voglio restare per la vita. Il mio esordio..."
Kevin-Prince Boateng, divenuto in pochi mesi un paladino del popolo rossonero, ha rilasciato un'interessante intervista a "I Signori del Calcio", trasmissione curata e realizzata da Sky Sport. Il centrocampista ghanese, in questo estratto, ha parlato della sua esperienza in Inghilterra, concentrandosi poi sullo specifico nella sua avventura attuale al Milan. Prince si è detto entusiasta e felice della sua nuova maglia, definendo il Milan come squadra migliore al Mondo: tutti i desideri e le aspettative future del ventitreenne berlinese, un personaggio affascinante ed un ottimo calciatore dalle enormi potenzialità.
L'Inghilterra
"Quando ho lasciato Berlino ho firmato per il Tottenham ero molto felice perchè andavo a giocare in uno dei migliori campionati al mondo e in un grande club come il Tottenham. Poi però nei due anni in cui sono stato a Londra ho avuto molti problemi con l'allenatore, ho vissuto momenti personalmente molto difficili sia con la mia famiglia che con mia moglie. E' stato un periodo duro. Poi sono andato al Portsmouth e le cose sono migliorate perchè giocavo sempre e avevo la possibilità di dimostrare il mio valore sul campo. E' stato come una specie di risveglio, ho capito quanto il calcio fosse importante per me, quanto avessi bisogno della mia famiglia, mentre quando ero al Tottenham non mi prendevo cura della mia famiglia e non pensavo al calcio, passavo il tempo a godermi i soldi e la fama, uscivo spesso a divertirmi, insomma tutte quelle cose negative per un calciatore. Era più facile trovarmi in un locale che in campo e allora mi sono accorto che, se volevo essere un professionista, non potevo andare avanti così. Ma soprattutto ho capito di voler davvero diventare un grande giocatore, uno dei migliori al mondo, così sono tornato in Germania in prestito al Borussia Dortmund. E' stata una bella esperienza ma non avevano i soldi necessari per riscattarmi, sono dovuto tornare al Tottenham ma poi abbiamo optato per il trasferimento al Portsmouth. Ci ho dovuto pensare un po' perchè significava scendere di livello. Ora però gioco per il miglior club del mondo e sono molto soddisfatto della mia scelta. Sono sceso di due gradini ma ora con il Milan mi ritrovo cinque gradini sopra il Tottenham, quindi sono molto contento, anche perchè ho un ottimo rapporto con mio figlio e con mia moglie. La mia vita adesso è perfetta".
Il Milan
"Arrivare al Milan è stato fantastico, sono rimasto impressionato da Milanello, da San Siro, da tutti i campioni con i quali hai l'onore di allenarti come Ronaldinho, Seedorf, Ibrahimovic, Robinho, tutti giocatori che ho sempre ammirato in TV. Non avevo mai pensato che un giorno avrei potuto giocare con loro. Sono arrivato tramite il Genoa, ma a me non è mai importato molto il modo in cui sono approdato al Milan, la cosa importante è che ora sono qui, che faccio parte di questa squadra e soprattutto che voglio restare. E' questo il mio obiettivo per i prossimi due anni: rimanere al Milan il più a lungo possibile perchè mi piace tutto: la città, lo staff, il centro sportivo, è tutto perfetto. E' esattamente quello che mi sono detto e che ho fatto capire alla mia famiglia, io voglio rimanere qui ed è per questo che ogni giorno mi impegno al massimo".
Premier League e Serie A
"In Premier League si gioca un calcio fatto di potenza, velocità, energia, mentre in Italia c'è molta più tattica, l'organizzazione conta tantissimo e si da più importanza alla fase difensiva che a quella offensiva. Credo però che il calcio italiano sia un poì cambiato, ora è più aperto e noi ne siamo un esempio: Allegri è un allenatore giovane che ama il calcio offensivo. In Inghilterra c'è più velocità, ma meno organizzazione rispetto all'Italia".
L'esordio
"Contro l'Auxerre ero in panchina, poi Ambrosini si è infortunato durante il primo quarto d'ora. Prima della partita speravo che ci sarebbe stato spazio per me, magari nei minuti finali, perchè ho sempre considerato la Champions League molto più eccitante rispetto al Mondiale, da piccolo sognavo di vincere la Champions, non la Coppa del Mondo. Dopo soli quindici minuti ho avuto l'opportunità di esordinre, non mi sono potuto preparare al meglio, non mi ero riscaldato perchè tutto è successo in fretta, ma credo di aver avuto un buon impatto sulla partita. Ho fatto l'assist per il primo gol di Ibra ed è stato un giorno perfetto: sono entrato, ho giocato bene, ho confezionato un assist e abbiamo vinto 2-0. Non potevo chiedere di meglio. Voglio rimanere qui il più a lungo possibile, spero sinceramente che il Milan sia la squadra della mia vita".
I tatuaggi
"Ho molti tatuaggi, non so esattamente quanti, non li conto ma credo che siano proprio tanti. Per ora ho deciso di prendere una pausa dai tatuaggi, ho parlato con il mio procuratore e gli ho promesso che per un paio d'anni non ne farò più. Ovviamente, però, se dovessimo vincere la Champions o il campionato farò sicuramente qualcosa, quindi dovrò parlare ancora con lui alla fine della stagione".
Il desiderio
"Sono felicissimo, sto vivendo un periodo perfetto, mio figlio frequenterà la scuola qui e spero che impari l'italiano. Sono ancora in prestito dal Genoa e l'unica cosa che potrei ancora desiderare sarebbe svegliarmi domattina e avere un contratto con il Milan. Ci penso spesso ma so anche quello che posso dare, conosco le mie capacità e dimostrerò a tutti che merito di rimanere qui".







