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ESCLUSIVA SN - RADIO 103 - Bernini: "Samp? I giocatori devono rimanere lucidi e uscire da questa situazione con l'aiuto dei tifosi" (AUDIO)TUTTO mercato WEB
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
martedì 6 dicembre 2011, 12:55Siamo in tanti, voci e canti...
di Mattia Mangraviti
per Sampdorianews.net

ESCLUSIVA SN - RADIO 103 - Bernini: "Samp? I giocatori devono rimanere lucidi e uscire da questa situazione con l'aiuto dei tifosi" (AUDIO)

Nell'ultima puntata di Sampdoria sempre con te, il programma radiofonico di Sampdorianews.net in onda su Radio 103 il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 19.30 alle 20.30 (scriveteci via sms al 338-1010360 o via email a samp@radio103.it  o contattateci su facebook), è intervenuto Andrea Bernini, ex centrocampista della Sampdoria, in maglia blucerchiata dal 2001 al 2003. 

Partiamo da una curiosità sulla tua carriera calcistica. Nonostante tu sia un classe '72, continui a giocare (Castelnuovese, Eccellenza Toscana): "Sto giocando perché mi diverto, questa passione non mi abbandona. Fino a quando uno si diverte, si cerca di rimanere a giocare, anche in categorie inferiori".

I tifosi della Samp ti ricordano con grande affetto per una gol segnato a Vicenza che regalò la salvezza alla Samp in serie B:  "Segnai a Vicenza di testa, cosa rara per me, e vincemmo 1-0.  Purtroppo ricordo quel periodo con un pizzico di rammarico, perché ero passato dalla Reggina alla Samp per vincere il campionato e invece fummo costretti a lottare per non retrocedere. Non fu un anno facile, però l'anno dopo mi sono tolto una grande soddisfazione vincendo il campionato di B con la Sampdoria di Novellino".

Hai vissuto quindi una stagione di serie B difficile, nonostante le grandi aspettative, e una trionfale con la promozione in A. Perché la Samp di oggi stenta così tanto? Che difficoltà avevi trovato tu al primo anno di B con la maglia blucerchiata?: "Anche quest'anno, anche se la Samp non sta andando malissimo, si paga lo scotto della retrocessione. La Samp è una squadra abituata a giocare in serie A, con giocatori importanti, e dunque è obbligata a vincere il campionato, ma come sappiamo vincere un campionato non è mai facile, in nessuna categoria. Purtroppo nella testa dei giocatori, quando ti trovi in una posizione di classifica difficile succede qualcosa che non riesci a spiegarti e devi essere bravo a rimanere lucido e con l'aiuto dei tifosi provare a venirne fuori. Ricordo che quell'anno non fu per niente facile, mi ricordo che ci furono momenti molto complicati, ma in qualche modo riuscimmo ad uscirne fuori. Per fortuna l'anno seguente fu un cammino trionfale. La Samp in B non ci può stare, è la squadra da battere. Tutti gli avversari fanno la partita dell'anno e se non ti fai trovare pronto rischi grosso".

Hai fatto riferimento alla voglia di vincere degli avversari della Samp. Anche il ritmo di gioco cambia notevolmente dalla serie A alla serie B: "Si. I ritmi di gioco sono diversi. E' una categoria difficile, dove le squadre sono sempre più organizzate e ti mettono in grande difficoltà".

In serie B hai avuto allenatori molto esperti come Cagni, Bellotto e Novellino. Secondo te la Samp ha sbagliato ad affidarsi ad un allenatore come Atzori che in serie B non ha grande esperienza?: "Secondo me, dico la verità, ci vuole anche un po' di fortuna. Ritengo Atzori uno dei più bravi allenatori. Ho parlato con ex compagni che lo hanno avuto e me ne hanno parlato molto bene. E' un allenatore molto scrupoloso. Noi avevamo Cagni, con lui mi trovavo molto bene, aveva le idee chiare, però il gruppo non rese come doveva e anche con l'avvento di Bellotto la situazione non migliorò, con troppi alti e bassi. E' difficile per un giocatore trovare una spiegazione quando le cose vanno male come quest'anno alla Samp. I blucerchiati sono competitivi e sono comunque vicini ai playoff. Non tutto è perduto. Auguro alla Samp di tornare al più presto in serie A, perché è il palcoscenico che merita".

Un'ultima battuta sull'affetto di molte tifoserie nei tuoi confronti. A Perugia sei addirittura un idolo per un essere rimasto dopo il fallimento e per aver segnato un gol nel derby con la Ternana: "Devo dire la verità. Sono rimasto in buoni rapporti con tutte le tifoserie, forse per il mio modo di giocare e di comportarmi. Ho sempre dato tutto in campo. In ogni posto che vado ricevo sempre tanti attestati di affetto, anche se il più bello è arrivato dai tifosi della Samp qualche anno fa. Giocavo a Lecco e quando potevo il mercoledì andavo a Milano a vedere le partite di Champions League. Andai anche a vedere la semifinale di Coppa Italia tra Inter e Sampdoria e ricordo che nel piazzale di San Siro molti tifosi blucerchiati mi riconoscevano e mi salutavano. Addirittura un tifoso della Samp venne da me in tribuna e mi disse: "Se siamo qui è anche merito tuo". Mi fece davvero molto piacere".