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Agresti commenta: "Atalanta, una superiorità tattica, atletica, tecnica. Gasp un Professore"TUTTO mercato WEB
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giovedì 23 maggio 2024, 08:08Rassegna stampa
di Niccolò Righi

Agresti commenta: "Atalanta, una superiorità tattica, atletica, tecnica. Gasp un Professore"

Questo il commento realizzato da Stefano Agresti sulle pagine de La Gazzetta dello Sport riguardo la storica vittoria dell’Europa League da parte dell’Atalanta: “No, non l’ha battuto: l’ha dominato, schiantato, travolto. L’insuperabile Bayer Leverkusen si è squagliato contro un’Atalanta gigantesca, capace di realizzare un’impresa che possiamo definire sensazionale. Non avevo mai perso in tutta la stagione la squadra tedesca: 51 partite senza sconfitte, con 42 vittorie e 9 pareggi. Una corsa perdifiato unica nella storia del calcio europeo, fermata nel modo più brusco da Gasperini in questa finale di Europa League che resterà indimenticabile non solo per il risultato, ma anche per il modo in cui è arrivato. Già perché la superiorità dell’Atalanta è stata totale: tattica, atletica, tecnica, agonistica. Nobilitato dai tre gioielli di Lookman”.

E ancora sulla vittoria: “È la prima coppia europea che la Dea abbia mai conquistato il suo secondo trofeo dopo la Coppa Italia del ‘63. Gasperini all’epoca non aveva nemmeno cominciato le scuole elementari; ora fa il professore all’università del calcio. È un successo storico anche perché regala all’Italia per la prima volta l’Europa League, mai vinte le precedenti 14 edizioni, e perché rende possibile la qualificazione alla prossima Champions di ben sei nostre squadre”.


Su Gasperini: “È il primo trofeo della sua carriera ma risulta un particolare irrilevante per uno che nei suoi otto anni bergamaschi ha valorizzato una serie infinita di calciatori, trasformando tanti giovani in campioni; uno che ha portato l’Atalanta un passo dalla semifinale di Champions e tre volte al terzo posto in serie A; uno che ha applicato è diffuso un modo di fare calcio è divenuto un modello per tantissimi colleghi; uno così non avevo bisogno di stringere una coppa in mano per essere definito un grandissimo allenatore”.