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Agnelli conferma Paratici, ma il contratto è in scadenza. Il ministro contro Ronaldo. Sarri, accordo più difficile. Il Napoli si prepara per la giustizia ordinaria. Covid sempre più invasivo: il rischio di fermare il campionato c’è

Agnelli conferma Paratici, ma il contratto è in scadenza. Il ministro contro Ronaldo. Sarri, accordo più difficile. Il Napoli si prepara per la giustizia ordinaria. Covid sempre più invasivo: il rischio di fermare il campionato c’èTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 16 ottobre 2020, 07:53Editoriale
di Enzo Bucchioni

Fabio Paratici resta alla Juventus e diventa direttore dell’area Football, responsabile di tutto il comparto tecnico. Dimenticate le frizioni degli ultimi mesi? L’infelice affare Sarri va in archivio? Di sicuro c’è stato un chiarimento sostanziale con il presidente Andrea Agnelli che ha deciso di rilanciare e continuare con il direttore sportivo da molti descritto in difficoltà, addirittura in bilico e sul punto di lasciare Torino dopo una stagione non esaltante. La Roma può attendere o dimenticare, fate voi. Evidentemente non è il momento di fare rivoluzioni, le incertezze sono già tante, frutto di una situazione delicatissima per colpa della Pandemia e della crisi economica e Agnelli, tipo concreto, ha preferito non complicarsi la vita appoggiandosi a persone che stima e conosce. E la fiducia in Paratici sembra addirittura aumentata, il nuovo incarico va oltre quello di direttore sportivo e parallelamente cresce anche la figura di Federico Cherubini nuovo Football Director, responsabile della prima squadra. Un settore tecnico ridisegnato per mettere a punto le competenze e le responsabilità e rilanciare dopo una stagione che ha portato lo scudetto, ma deluso soprattutto nell’idea del cambiamento affidata a Sarri. Siccome proprio Paratici era stato quello che più di tutti aveva spinto per sostituire Allegri, si pensava che gli potesse essere addebitata la scelta non felice, evidentemente Agnelli ha trovato altre cause (scarso feeling gruppo-Sarri) e dato attenuanti e giustificazioni a Paratici. A proposito di Sarri, la rescissione consensuale del contratto si sta complicando, la Juve ha offerto una cifra a stralcio giudicata inaccettabile per liberare l’allenatore dai due anni di contratto, ma altri incontri fra la Juve e Ramadani, manager dell’allenatore, sono già in agenda.

Tornando alla nuova organizzazione è sotto esame come ovvio che sia e alla domanda “è contento del mercato?”, non a caso Agnelli ha risposto più o meno così: lo saprò a fine stagione. Come sempre succede in casa Juve saranno i risultati a decidere del futuro e anche se in Paratici c’è fiducia, come detto, il contratto scade alla fine della prossima stagione e la riconferma dovrà conquistarsela. E’ evidente che anche la corazzata Juve stia attraversando un momento di cambiamento, di rinnovamento e di passaggio, dall’allenatore a diversi nuovi acquisti tutti giovani, le incognite sono molte e le avversarie sono cresciute. A naso sarà più complicato del solito conquistare il decimo scudetto e anche questo Agnelli lo sa. Questo è un campionato che non possiamo definire falsato dal Covid, ma anomalo di sicuro. La vicenda Napoli, anche se la Juve è coinvolta marginalmente, rende comunque bene l’idea di che stagione stiamo vivendo. I numerosi contagiati nel giro di pochi giorni, a cominciare da Ronaldo, fanno pensare a possibili scossoni e difficoltà che potrebbero andare oltre il campo.

Con l’incombente timore di uno stop al campionato e di un ricorso ai play off che comincia ad aleggiare.

La sensazione che in molti, anche fra le istituzioni, stiano navigando a vista è forte. L’uscita di ieri del ministro Spadafora “Ronaldo ha violato il protocollo” è infelice e inopportuna. Chi lo ha detto al ministro? Ne è sicuro? Un rappresentante delle istituzioni dovrebbe sempre volare più alto, non entrare nel cortile delle contese, lasciando a chi sta accertando i fatti l’ultima parola. Soprattutto in vicende complesse come questa, per tutti non solo per Ronaldo, difficili da interpretare anche seguendo un protocollo che sicuramente perfetto non è, la prudenza verbale sarebbe consigliabile. Sa come avrebbe risposto alla stessa domanda un ministro dei tempi belli della Repubblica? Con grande diplomazia, magari adducendo scuse “ero in riunione”, “mi occuperò fra poco della questione” perché la politica era un’arte e le istituzioni sacre. Visto che si è permesso di parlare di Ronaldo forse perché il nome è garanzia di ritorno mediatico e di visibilità, vorrei sapere dal ministro se conosce i nomi di altri tesserati del calcio che hanno violato il protocollo. Ce li dica per favore, se possibile in ordine alfabetico. Prendo questa posizione non per la Juve (chi mi segue lo sa), ma per amore di una gestione corretta della cosa pubblica e delle regole che devono essere uguali per tutti e reversibili. Per capirci, Ronaldo non può avere strade privilegiate perché si chiama Ronaldo, ma non può essere neppure messo alla berlina per lo stesso motivo.

A proposito di protocollo e di governo, il Napoli ha pagato anche per norme imperfette e interpretabili. Il ministro della salute si è dimenticato che in materia sanitaria le regioni hanno l’ultima parola. Sarebbe bastato blindare il protocollo e farlo firmare dalle regioni stesse, ma l’improvvisazione dilaga. Comunque, leggendo la sentenza, la giustizia sportiva vuole fortemente ribadire la sua autonomia e rimarcare il valore del protocollo anti-covid “pietra miliare”. Ho la sensazione che per il Napoli sarà impossibile ribaltare questa decisione in sede di appello e nel terzo grado della giustizia sportiva. Al contrario, invece, spazi di manovra potrebbe crearsi portando la pratica ai tribunali amministrativi. Non sarà breve e neppure facile.

Intanto in Campania chiudono le scuole, i contagi aumentano, il virus non conosce, contagiati dell’ultima ora perfino Valentino Rossi e Federica Pellegrini, sportivi che spesso pensiamo perfetti e imbattibili: il calcio trema. Si temeva che l’inverno avrebbe fatto risvegliare il virus, forse la Federcalcio e la Lega, ma soprattutto l’Uefa, avrebbero dovuto pensare a una gestione diversa, magari ripetendo l’esperienza positiva del post lockdown con i campionati e le coppe concentrati e dentro bolle. E dopo le Nazionali proprio la ripartenza delle coppe nella prossima settimana potrebbe creare ulteriori difficoltà e rischi di contagi. C’è di mezzo il calcio, ma soprattutto la salute e questo si tende sempre a dimenticarlo.

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