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Milan, così non va. Da Gonzalo a Piatek, segnale di debolezza. Visto Muriel? Balata e una Lega B allo sfascio. Lecce, esempio di mercato. Si scrive Juve, si legge Stabia

Milan, così non va. Da Gonzalo a Piatek, segnale di debolezza. Visto Muriel? Balata e una Lega B allo sfascio. Lecce, esempio di mercato. Si scrive Juve, si legge StabiaTUTTO mercato WEB
lunedì 21 gennaio 2019, 00:00Editoriale
di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb

Se la scorsa estate Leonardo e Maldini avessero portato al Milan Piatek al posto di Higuain avrebbero preso 3 su tutte le pagelle del mondo. Arrivò Gonzalo e si sprecarono i 7 per il grande affare fatto con la Juventus, ridando indietro quel pacco vecchio di Bonucci prendendo il futuro della Nazionale, Caldara, e Higuain. Cinque mesi dopo, lo stesso film dobbiamo leggerlo con i sottotitoli in inglese per dargli un significato diverso. Higuain se ne va, dopo aver deluso. Caldara non lo abbiamo mai visto e Bonucci ha ridato ulteriore solidità alla difesa della Juventus. Con il senno del poi siamo tutti bravi, con quello del prima tutti deficienti. Il Milan oggi vuole chiudere per Piatek. Ad agosto non sapevamo neanche chi fosse. 500.000 euro di ingaggio e costato 4 milioni di euro. Gli unici vincitori sono nello scouting del Genoa. E allora ci chiediamo: perché al Genoa hanno questi colpi di classe e al Milan non ci arrivano cinque mesi prima? Oggi paghi 40 milioni (più o meno, tra una cosa e l'altra) un ragazzo che in estate valeva 4 milioni di euro. Passi per i 2 milioni di ingaggio che possono starci. Attenzione: l'età gioca dalla parte di Piatek e, se dovesse confermarsi in rossonero, diremmo che Leonardo ha fatto l'affare del secolo; ma lasciateci qualche perplessità, in ottica presente, per una squadra che deve raggiungere il quarto posto e perde la sua stella. Anche se fosse rimasto Higuain sarebbe servita una punta; oggi che se ne va, ne servirebbero due. Sinceramente servono anche un regista e una mezzala; se ne sono perse le tracce, ma anche numericamente bisogna fare almeno un acquisto. Se Montolivo non viene più considerato da Gattuso idoneo neanche per entrare nello spogliatoio, se Bonaventura ha finito la stagione e non è stato sostituito e se Bertolacci se ne va, o si compra qualcuno oppure si va ad attingere dal centrocampo della Primavera rossonera. La verità è che il duo Leonardo-Maldini, colpa anche del fair play finanziario, sta facendo una fatica pazzesca. In estate sono stati bocciati tutti gli acquisti fatti, oggi addirittura Higuain che era l'unica salvezza delle trattative estive, e a gennaio la coppia dei dirigenti rischia di non centrare neanche un obiettivo: Ibra, Pato, Muriel, Sensi, Duncan... Stiamo, pur sempre, parlando del Milan. Quella società che andava in giro con la pecetta "Il club più titolato al mondo". In tutto ciò, almeno, abbiate la decenza di non dire a Gattuso che il Milan gioca male e soprattutto non chiedetegli il quarto posto. Bonaventura e Biglia infortunati da mesi, Conti, Musacchio e Caldara idem, con il resto della truppa che forse non arriva a fine anno.
Ho goduto, questa domenica, per Muriel e con Muriel. Vederlo, all'esordio a Firenze, e fare subito doppietta è la conferma assoluta che se questo ragazzo decide di dedicarsi solo al calcio è ancora in tempo per spaccare tutto. Luis è così: un fenomeno che non ha mai capito di esserlo. Lo prenderei a calci sette giorni alla settimana perché quando il Signore ti regala un dono devi sfruttarlo al 101%. Muriel non ha mai capito e saputo di essere un fenomeno ed è paradossale che, a fare carriera, sia stato il suo amico Cuadrado e non lui. Alt! Cuadrado è un grande calciatore ma se ha fatto più soldi e più carriera di Muriel è perché uno ha sfruttato la testa, l'altro l'ha lasciata troppo spesso sul comodino. Muriel è uno degli attaccanti più forti al mondo per come attacca gli spazi e la profondità. Corvino ha fatto un gran colpo e, sono certo, che in questi mesi viola, Pioli lo metterà nelle condizioni di superare la doppia cifra.
Tre considerazioni settimanali: la prima di carattere politico. Piange il cuore a vedere lo sfascio nella Lega di serie B. Nei mesi in cui De Siervo inizia a progettare il futuro per la Lega A, Ghirelli fa mille sacrifici per risolvere i problemi della Lega Pro e Gravina sta iniziando a cambiare la Federazione con Brunelli Direttore Generale, non possiamo avere una Lega di B gestita da Mauro Balata. Con il calcio non ha mai avuto contatti direttissimi e ruoli così delicati vanno affidati a professionisti del settore. Il campionato di serie B è diventato, in Italia, il meno considerato. Per fortuna che Dazn fa mille sacrifici e i dirigenti di Dazn sono bravi a sviluppare il prodotto, altrimenti la visibilità di questo campionato sarebbe pari a zero. Balata era stato chiamato in causa, da Lotito, per rinnovare con Sky. Ha trovato porte chiuse a Santa Giulia. A Cosenza, dopo cinque mesi, aspettano ancora la presentazione del calendario. Sarebbe dovuto essere uno show, alla fine, è stato fatto nello stanzino della Lega. E ditemi voi se il secondo campionato italiano di calcio, ogni settimana, può avere "riposa" nel calendario. Quando organizzo le partite a calcetto, se siamo in 9, decido di non giocare. Figuriamoci la B a 19 che cosa può essere.

Poi ci lamentiamo che all'estero nessuno vede le partite della serie B italiana. Gli amici di Dazn hanno sia la B italiana sia la B inglese, la Championship, gli chiederei di mandarle in contemporanea per mostrare a Balata la differenza. Un Presidente che subisce e non crea valore non può essere considerato un manager vincente. Finora, dal suo insediamento, ha sbagliato ogni singola mossa e, anche se non è un suo problema, Gravina prima o poi dovrà mettere mano alla Lega B. Così non si può andare avanti. Presidente assente fisicamente e non solo. Perdere Bedin è stato un grave errore e, addirittura, Balata ci sta facendo rimpiangere Andrea Abodi. L'ex numero 1 della serie B sbagliava, ma almeno faceva. Qui siamo di fronte a disastri continui e, non è un caso, che i dipendenti della Lega si lamentino del proprio Presidente.
Tornando al calcio, due considerazioni su due società del Sud. In serie B vanno fatti i complimenti al Lecce che dimostra con i fatti di puntare alla promozione in serie A. Le chiacchiere le porta via "lu ientu". Aver trattenuto Lucioni e aver sottratto Tuminello al Pescara, diretta concorrente, ha fatto conquistare punti alla società e ha dato credibilità al "grande sogno giallorosso". Liverani è l'uomo giusto per una piazza che merita la serie A; perché aver visto il Lecce tanti anni in C, e anche adesso in B, è come andare nel miglior lido di Gallipoli e trovare sdraio e ombrelloni rotti. Lecce e Benevento sono le società che meritano la promozione. Palermo e Verona hanno grandi tifoserie alle spalle ma nel tempo entrambe hanno dimostrato che hanno ancora numerose lacune societarie. Ed è giusto che salga chi merita.
In serie A si scrive Juve e si legge Juventus, in serie C si scrive Juve e si legge Stabia. Altro che Juve B, in Lega Pro. Lo spettacolo juventino è di sede a Castellammare. 0-4 a Viterbo, grande calcio, cinismo e concretezza. Senza spendere l'ira di Dio, anzi, dando grande continuità al progetto dello scorso anno. Bravo il Presidente ad aver indovinato gli uomini giusti. Caserta in panchina e Polito alla scrivania. Fare calcio, al Sud, non è semplice. Questi ragazzi, in poco tempo, sono passati da fare i calciatori ad essere mister e direttore, rispettivamente. Chi fa la gavetta e vince giocando anche bene merita la promozione. La Juve Stabia è uno spettacolo prestato alla serie C. Parlare senza sapere è per tutti, parlare conoscendo è per pochi. La Viterbese è stata annullata dalle vespe. Punta e ammazzata. Camilli, per settimane, ha minacciato di ritirare la squadra se non avesse fatto il girone che diceva lui. Piuttosto che minacciare, pensi alle figure che rimedia contro gli avversari che lui stesso si è scelto. Una società basata e impiantata solo sulla bravura del suo DG, Diego Foresti, e non sulla follia di Camilli.
Dicevamo della Juve della Campania. Prendi Torromino a gennaio, ridai valore a Troest in difesa dopo la retrocessione di Novara, punti su Canotto e Melara e scommetti su El Ouazni. Regia affidata a Calò e squadra che con il 4-3-3 ormai si trova a meraviglia. Lo scorso anno Caserta andò, parzialmente, in confusione quando non riusciva a far coesistere Simeri e Paponi. Di fatto o giocava l'uno o l'altro perché entrambi sono prima punta e metterli esterni sarebbe stata, e lo fu, una forzatura. Caserta ha dimostrato intelligenza e crescita professionale. Oggi la Juve Stabia deve continuare di questo passo e riconquistare una serie B che il campo sta dicendo di essere più che meritata.

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