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Le liste si allargano, in ritardo. La bolla non piace, ma è l'unica soluzione

Le liste si allargano, in ritardo. La bolla non piace, ma è l'unica soluzioneTUTTO mercato WEB
© foto di Alessandro Garofalo/Image Sport
venerdì 9 ottobre 2020, 08:00Il corsivo
di Ivan Cardia

Rinvio dopo rinvio, Juventus-Napoli resta un caso aperto. Il verdetto sul risultato non arriva, mentre si aprono fascicoli e proseguono le indagini. Nel frattempo, il Genoa si avvicina alla partita di Verona con la prospettiva di mandare in campo la squadra Primavera e il derby di Milano conta già sei calciatori positivi tra Inter e Milan. Le contromisure, fino a questo punto, si limitano all’invettiva. Degli uni contro gli altri, degli altri contro gli uni. Infatti, il presidente Gravina è intervenuto ieri contro confusioni e inutili tensioni. Normali, quando si ha paura.

Intanto, si studia l’allargamento delle rose. Una soluzione utile, forse necessaria, abbastanza elementare. Ma, ci si perdonerà il senno di poi, tardiva. Perché arriverebbe a fine mercato, cambiandone le regole a giochi fatti e finiti. Sarebbe una soluzione, certo; ma anche un motivo di disparità. Alcune squadre ne beneficerebbero più di altre, che verrebbero fortemente penalizzate. L’esempio più lampante è quello della stessa Juve, che per stringere i propri ranghi ha accettato soluzioni persino poco convenienti (dai -18 milioni di Higuain ai prestiti dei vari De Sciglio, Douglas Costa e Rugani). Ma l’impatto sarebbe trasversale: anche società come Roma, Sampdoria, Napoli, Fiorentina e le milanesi, per citarne alcune, hanno limato all'osso (o quasi) il proprio parco giocatori nell’ottica di avvicinarsi al limite dei 25. Mentre altre, forse prevedendo quel che sarebbe potuto accadere o per mancanza di opportunità sul mercato, hanno un roster decisamente più ampio. Col risultato che, in qualche modo, finirebbero per beneficiare in misura molto maggiore di questa novità. Retroattiva.

Tra protocollo e bolla. La cosa più intelligente l’ha detta Daniele Faggiano, ds del Genoa. “Chiudeteci per 4-5 mesi in una bolla”. Come ha fatto l’NBA. Sarebbe un sacrificio, servirebbe anche riscrivere alcune regole: impensabile giocarvi tutte le 352 gare che rimangono nel campionato di Serie A. C'è di più: andrebbe ripensato il calendario delle competizioni internazionali. Ma a un certo punto il calcio dovrà pur fare pace con i propri pensieri e soprattutto scendere a patti con la realtà. Per dirne una, la federazione difende il protocollo: non sappiamo come andrà a finire la vicenda Juve-Napoli. Quel che sappiamo è che, comunque vada, è un documento già demolito dall’intervento dell’Asl. Per la cronaca, pure le regole della Serie A mostrano tutti i loro limiti, in questo caso di buonsenso, davanti alla palese iniquità di un Grifone che sarebbe costretto a scendere in campo con una banda di (talentosi, per carità) ragazzini o altrimenti accettare la sconfitta a tavolino. L’idea della superbolla, a dirla tutta, non sembra entusiasmare neanche il mondo scientifico, o almeno parte di esso, ma anche lì bisognerebbe scendere a patti. La scienza non lo farà mai, la politica ne ha dovere, così come ha quello di trovare soluzioni concrete per andare avanti, non a qualsiasi costo ma nonostante tutto. A meno che non voglia tornare a considerare il calcio come un giocattolino costoso e non come uno dei settori produttivi più importanti del Paese. Ma pensavamo di aver superato quella fase.

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