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L'importante è che lo spettacolo continui. Ma la credibilità bisogna meritarsela

L'importante è che lo spettacolo continui. Ma la credibilità bisogna meritarselaTUTTO mercato WEB
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martedì 26 marzo 2024, 19:13Il corsivo
di Andrea Losapio

La credibilità bisogna anche meritarsela, alle volte. La sentenza Acerbi francamente non ce l'ha. Perché è un modo per lavarsene le mani. Il Napoli, nel proprio comunicato, spiega chiaramente il vulnus di questa decisione. "Inoltre, se quanto accaduto in campo, lo dice la sentenza, “è sicuramente compatibile con l’espressione di offese rivolte...dal calciatore interista, e non disconosciute nel loro tenore offensivo e minaccioso dal medesimo”, perché non irrogare a quest’ultimo alcuna sanzione? Perché, poi, lo dice sempre la sentenza, “essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa”, nessuna decisione è stata assunta dalla “giustizia” sportiva al riguardo per punire il responsabile? Restiamo ancor più basiti".

Non è possibile pensarla diversamente. Acerbi ha sbagliato e dovrebbe pagare. Magari non con la forca, perché non c'è l'assoluta certezza che abbia detto cose gravissime di cui è accusato. Ma se nella stessa sentenza c'è un'ammissione della presenza dell'offesa: quindi perché non concedere la prova della buona fede di Acerbi, ma comunque squalificare perché c'è la sicurezza di una condotta non consona a un campo di calcio (e forse una società civile)?

Insomma, la credibilità poteva essere salvata dal buonsenso. Chiedere la forca ed esultare perché non arriva una squalifica sono due facce della stessa medaglia, perdenti entrambe. La parola di Juan Jesus vale meno di quella di Acerbi? Le versioni erano differenti, ma entrambe parlavano di un epiteto che, probabilmente, andava punito. Magari non con dieci giornate. Ma nemmeno assolto perché "non ci sono le prove", quando i comportamenti sono "teoricamente compatibili". Verrebbe da dire, riprendendo due frasi fatte: nel calcio non c'è spazio per il razzismo. Ma è più importante che lo spettacolo continui.

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