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Inter, per Zhang nodo presidenza. Rischio di incompatibilità con la carica

Inter, per Zhang nodo presidenza. Rischio di incompatibilità con la caricaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
domenica 24 marzo 2024, 07:38Rassegna stampa
di Daniel Uccellieri

La permanenza di Steven Zhang nella carica di presidente dell’Inter è compatibile con le norme federali? Come scrive Il Corriere dello Sport in edicola questa mattina all'indomani della sentenza con cui la Corte d'Appello di Milano ha riconosciuto il diritto della seconda banca cinese, China Construction Bank, di escutergli un credito da 320 milioni anche in Italia, è una domanda che va legittimamente posta. Come si legge sulle pagine del quotidiano, "le Norme Organizzative Interne della FIGC (NOIF) impongono requisiti di onorabilità (art. 22-bis) ai dirigenti di club, tra cui non trovarsi nella condizione di fallito. Tecnicamente non è stata ancora pronunciata una dichiarazione di fallimento personale, ma è evidente che Zhang si trovi in una situazione prodromica all’insolvenza. Cioè un debito, dichiarato esigibile, verso un soggetto la cui posizione creditoria è stata riconosciuta dalle autorità giurisdizionali. A fronte di tale debito non pare esistere nessun reddito (o asset) in Italia con cui soddisfare le pretese della banca cinese. Tanto che questa ha intrapreso un’azione legale per ottenere dall’Inter il pagamento di compensi a Zhang che l’Assemblea non aveva neppure deliberato. Poiché la perdita dei requisiti è causa di decadenza dalla carica, gli organi federali di controllo hanno dunque esperito verifiche atte a stabilire se un club storico come l’Inter, patrimonio del calcio italiano, la cui squadra si appresta a vincere meritatamente la seconda stella, sia oggi presieduto da chi potrebbe averne perso i presupposti?

Nella vicenda della banca cinese - si legge sul Corriere dello Sport - va poi distinto l’aspetto personale da quello societario: il default di Steven scattò in subordine al default principale di una società (Great Matrix) controllata da Suning Holdings, circostanza che chiama in causa i requisiti di solidità finanziaria previsti dall’art. 20-bis per chi detenga almeno il 10% di una società professionistica.

Analogamente, i requisiti di solidità finanziaria vanno attestati con referenze bancarie. Di quali referenze dispone chi – come Suning Holdings – ha già dato default su un debito attraverso una controllata? Non manca chi obietti che Steven non è formalmente il proprietario dell’Inter ma allora occorre farsi due domande, soprattutto nel periodo in cui la procura milanese pare assai sensibile a questi temi: chi è il vero proprietario dell’Inter? Chi ne è il beneficiario effettivo, secondo la definizione delle NOIF? È possibile che un club prestigioso, con la storia dell’Inter e milioni di tifosi, versi in una condizione di tale incertezza?", conclude il Corriere dello Sport

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