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Leao e Vlahovic a un bivio: crescere o perdersiTUTTO mercato WEB
mercoledì 8 maggio 2024, 09:03L'Angolo di Calcio2000
di Fabrizio Ponciroli

Leao e Vlahovic a un bivio: crescere o perdersi

L’Inter si sta godendo la sua seconda stella. Le celebrazioni proseguono senza sosta, come è giusto che sia. Chi è stato spazzato via da Lautaro Martinez e compagni si sta leccando le ferite. C’è chi, come la Juventus, ha ancora una coppa da conquistare e chi, invece, non vede l’ora che la stagione volga al termine, come il Milan. È tempo di riflessioni. Lo sanno bene Leao e Vlahovic, due “campioni” sotto la lente d’ingrandimento. Il primo è reduce da uno dei momenti più delicati della sua esperienza al Diavolo. Il momento della sostituzione nella sfida, a San Siro, con il Genoa, è stato difficile per il 10 rossonero. La Curva Sud era in silenzio ma i fischi nei suoi confronti, da parte soprattutto del resto dello stadio, si sono sentiti forte e chiaro. Nulla da eccepire: prestazione irritante e, purtroppo, non la prima… Il portoghese si è rifugiato negli spogliatoi, forse per non dover convivere con l’imbarazzo di aver deluso il “suo popolo”. Non deve essere facile essere Leao in questi giorni. Ci si attendeva una stagione brillante, ha offerto poche luci e tante ombre. Che accadrà ora? C’è chi ritiene, per il bene del Diavolo, che sia meglio venderlo al miglior offerente e puntare su altri profili. Un’opzione comprensibile ma, forse, non quella da percorrere. Leao è il giocatore con più talento puro in casa Milan e, Dybala permettendo, nel calcio italiano. Lasciarlo andare potrebbe rivelarsi un boomerang. Se poi esplode altrove? Indubbiamente un Leao così non serve al Milan. Deve crescere, soprattutto nella gestione dei momenti difficili. Scappare davanti ai fischi non è segno di maturità… Comunque sia, sono le avversità che fanno crescere un calciatore. Magari ha bisogno proprio di queste “mazzate” per spiccare il volo…
Anche in casa Juventus ci si interroga su un giocatore in particolare: Vlahovic. Nell’ultima uscita con la Roma non ha convinto. Le sue prestazioni sono altalenanti e, incredibile ma vero, difficilmente gioca bene quando Chiesa brilla. Perché? Nessuno lo sa… Quel che è certo è che Vlahovic non riesce a essere continuo. Segna due gol e poi sparisce. Riappare per magia e si aliena nuovamente. Con tutto il rispetto per il serbo, la Juventus non può permettersi un attaccante dal rendimento ondivago. A Vlahovic la leadership non manca. Ciò che gli serve è più serenità, più self control. La sua ossessiva ricerca del gol diventa, spesso, controproducente. Così come il suo manifestare, a volte in maniera troppo esplicita, il suo disappunto quando un compagno non fa quello che dovrebbe (o vorrebbe il serbo). Eh no, c’era un solo campione che poteva permettersi delle smorfie se i compagni sbagliavano e si chiamava Maradona e, attenzione, non ha mai ripreso un compagno, anzi… Questo per dire che Vlahovic deve imparare a giocare con più quiete, concentrandosi sulla palla che arriverà. Solo quella palla conta e bisogna metterla in rete se no è inutile lamentarsi…