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Il campionato della Roma, Fonseca chiude bene. Ma i problemi societari hanno influito
Il campionato 2019-20 si è concluso inaspettatamente nel mese di agosto, dopo la chiusura e i lockdown causati dalla pandemia. TMW propone un'analisi delle 20 squadre di Serie A in un anno spezzato in due e una Serie A arrivata al termine quasi inaspettatamente.
ROMA
IL MERCATO DELL'ANNO SCORSO - La sensazione che si fosse di fronte a un cambiamento epocale c'era. Anche perché come uomo mercato era stato indicato Petrachi, dopo l'addio non certo incolore di Monchi, e come allenatore Fonseca dopo le liaison estive con Conte e Gasperini. Mercato particolare, con gli arrivi di Mkhitaryan e Smalling, Mancini e Kalinic, la permanenza di Dzeko - forse l'acquisto migliore - oltre agli approdi di Spinazzola e Pau Lopez. E moltissime cessioni. Poi a gennaio anche Ibanez, Carles Perez e Villar, per svecchiare ulteriormente la squadra.
GLI OBIETTIVI - Doveva esserci un assalto al quarto posto, dopo avere saltato un giro di Champions League in maniera abbastanza evidente nella stagione scorsa. E poi arrivare il più lontano possibile in Europa, anche se qui è ancora tutto in bilico.
PRIMA DEL COVID - Alti e bassi, soprattutto da gennaio in poi, quando Fonseca ha perso un paio di gare di troppo, allontanandosi da un'Atalanta che era comunque non troppo distante. La sconfitta contro i nerazzurri a febbraio ha poi chiuso definitivamente la porta per un eventuale rientro tra le prime quattro, considerando la bravura di Gasperini nei finali ad alta intensità. Era comunque a meno tre - con una partita in più - e poteva sperare in un miracolo.
POST PANDEMIA - Cosa che però non è successa, anzi, nell'immediato post virus c'è stata un ripiegamento su se stesso, sia dal punto di vista fisico che da quello tecnico. Così la Roma non sembrava nemmeno più lei, andando a perdere gare importanti e contatto con un'Atalanta che correva più di lei. Ora gli equilibri sembrano tornati, anche dopo le voci su Spalletti, ma oramai è troppo tardi.
LE CONCLUSIONI - La Roma ha avuto una tendenza autodistruttiva, soprattutto nella gestione con l'ex direttore sportivo Petrachi. Le sue parole in conferenza stampa sono state un buon pretesto per cercare una rottura che sembrava chiara sin dai primi mesi dell'autunno, al netto di un contratto triennale da un milione di euro all'anno. Lì si è rotto qualcosa che non è più tornato, dal mercato di gennaio in poi. Una stagione buttata, forse non dal punto di vista dei risultati ma del progetto. Certo, anche il mancato closing non ha aiutato...
ROMA
IL MERCATO DELL'ANNO SCORSO - La sensazione che si fosse di fronte a un cambiamento epocale c'era. Anche perché come uomo mercato era stato indicato Petrachi, dopo l'addio non certo incolore di Monchi, e come allenatore Fonseca dopo le liaison estive con Conte e Gasperini. Mercato particolare, con gli arrivi di Mkhitaryan e Smalling, Mancini e Kalinic, la permanenza di Dzeko - forse l'acquisto migliore - oltre agli approdi di Spinazzola e Pau Lopez. E moltissime cessioni. Poi a gennaio anche Ibanez, Carles Perez e Villar, per svecchiare ulteriormente la squadra.
GLI OBIETTIVI - Doveva esserci un assalto al quarto posto, dopo avere saltato un giro di Champions League in maniera abbastanza evidente nella stagione scorsa. E poi arrivare il più lontano possibile in Europa, anche se qui è ancora tutto in bilico.
PRIMA DEL COVID - Alti e bassi, soprattutto da gennaio in poi, quando Fonseca ha perso un paio di gare di troppo, allontanandosi da un'Atalanta che era comunque non troppo distante. La sconfitta contro i nerazzurri a febbraio ha poi chiuso definitivamente la porta per un eventuale rientro tra le prime quattro, considerando la bravura di Gasperini nei finali ad alta intensità. Era comunque a meno tre - con una partita in più - e poteva sperare in un miracolo.
POST PANDEMIA - Cosa che però non è successa, anzi, nell'immediato post virus c'è stata un ripiegamento su se stesso, sia dal punto di vista fisico che da quello tecnico. Così la Roma non sembrava nemmeno più lei, andando a perdere gare importanti e contatto con un'Atalanta che correva più di lei. Ora gli equilibri sembrano tornati, anche dopo le voci su Spalletti, ma oramai è troppo tardi.
LE CONCLUSIONI - La Roma ha avuto una tendenza autodistruttiva, soprattutto nella gestione con l'ex direttore sportivo Petrachi. Le sue parole in conferenza stampa sono state un buon pretesto per cercare una rottura che sembrava chiara sin dai primi mesi dell'autunno, al netto di un contratto triennale da un milione di euro all'anno. Lì si è rotto qualcosa che non è più tornato, dal mercato di gennaio in poi. Una stagione buttata, forse non dal punto di vista dei risultati ma del progetto. Certo, anche il mancato closing non ha aiutato...
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